Lise si aggirava per la città, sentiva la presenza degli altri come un sordo brusio nella mente. Stranamente tutte le certezze che l'avevano accompagnata fino a questo punto della vita parevano essersi volatilizzate.
Gli strani sogni, le visioni, l'essere convinta di aver commesso o visto azioni alle quali, invece, era totalmente estranea.
Le vetrine dei negozi chiuse erano ancora illuminate e spandevano sui marciapiedi, ancora parzialmente bagnati di pioggia, le loro luci vivide e colorate. Improvvisamente fu come se una seconda vista si sovrapponesse alla sua come se stesse guardando altre vetrine, altre luci... La nausea la colse, era più violenta ora questa sensazione, più dettagliata.
- Cosa mi sta succedendo??? Sto impazzendo?
Portò le mani davanti agli occhi ma le visioni continuavano.
Il vicolo!
Ora voleva capire. Si lanciò correndo verso il vicolo dove era stato ucciso l'ultimo barbone.
Buio. Silenzio.
Solo un pezzo di nastro, arruffato in un angolo, con i contrassegni della polizia era rimasto a testimonianza della morte di un umano.
Lise guardava la figura ferma: pareva studiare il vicolo, stava osservando il nastro della polizia.
Il suo olfatto venne colpito da un odore acre ben differente dal miasma dell'immondizia accumulata ai lati del vicolo: vomito.
Qualcuno aveva vomitato di recente ma non si vedeva nessuno.
Avanzò ancora di qualche passo e vide: vide una mano.
Avvicinandosi e aggirando alcun sacchi vide il corpo di una donna riverso fra la sporcizia.
Era venuto il momento. Ora! Dopo tanto tempo, ora poteva parlare.
- Lise!
Lise balzò via dal corpo della donna puntando lo sguardo nella profondità del vicolo alla ricerca della voce di donna che l'aveva chiamata per nome.
Lise, lentamente, si staccò dall'oscurità che l'aveva avvolta fino a quel momento e lasciò che l'intermittente luce di un neon difettoso le si spandesse sul volto.
Lei aprì la bocca come in un grido che le si congelò in gola.
Il sangue le pareva impazzire nelle vene, sensazioni violente l'aggredivano, mentre fissava se stessa dinnanzi a se, mentre fissava un vampiro identico a lei.
- Lise, non ho intenzione di farti alcun male
- Chi sei?
- Il mio nome è Lise-Marie ed il tuo Lise-Anne - Disse la vampira accennando a fare un mezzo passo verso Lise-Anne, vedendo che l'altra non accennava ad una fuga le si avvicinò fino ad arrivarle davanti.
- Lise-Anne?
- Si, siamo gemelle. So che in questo momento non hai assolutamente memoria di nulla ma non devi preoccuparti.
Lise-Anne scrollò il capo era confusa, incredula, perplessa ed anche spaventata.
- Mi stai mentendo
- Non è una domanda ma il tono non è neppure quello di una certezza - Disse Lise-Marie - Ma ora sono qui davanti a te, entra nella mia mente e scopri da sola se ti sto mentendo.
Lise-Anne chiuse gli occhi espandendo i suoi sensi. Immagini riverberavano dentro di lei, suoni privi di rumore, sentimenti, emozioni. Una presenza!
- Charles! - Esclamarono entrambe.
- Mi starà cercando - Disse preoccupata Lise-Anne
- E' logico ma, ora, abbiamo una cosa più urgente di cui preoccuparci
- E cosa?
Sorridendo Lise-Marie le passò al fianco accovacciandosi accanto al corpo della donna svenuta. Dolcemente le accarezzò i corti capelli biondi, poi con delicatezza la girò.
Lise-Anne spalancò gli occhi, nonostante il taglio di capelli e il colore che alterava ad un'occhiata superficiale, l'aspetto quella donna era identico al loro.
- Lei è Lise-Claire, anche se qui tutti la chiamano Carolyn
- Ma è umana
- Neppure tu sei un vampiro - Rispose Lise-Marie prendendo fra le braccia Carolyn - Sarà meglio toglierci di qui, vieni ti spiegherò mente andiamo in un posto sicuro dove poter parlare. Ora anche lei è in pericolo ed è giusto che sappia tutto.
- In pericolo? Ma è la moglie di quel patologo, ora ricordo di averla vista in quel ristorante.
- E non pensi che questo possa metterla nei guai fino al collo, se uno degli altri la riconoscesse? o se il suo maritino vedesse una di noi due?
- Ma ci ha viste... o meglio ti ha vista: perchè eri tu all'obitorio, vero?
- Si, vero. Dubito però fosse nelle condizioni di capire la somiglianza. Ora leviamoci di qui.
- Ho solo una domanda
- Chiedi - Disse Lise-Marie prendendo in braccio Lise-Claire.
- Hai ucciso tu il barbone?
- No, non so chi sia stato, ma ho la sensazione che sia collegato a noi tre, anche se non so il come ed il perchè - Si bloccò un istante come sopra pensiero - Mi invia delle visioni - ammise poi a mezza voce.
Concluso l'argomento si avviò fra le luci della città dormiente seguita dalla gemella.

Gabrielle Lioncourt