ore 19.15.

Lecco il vetro e guardo fuori, appannando le scene con un respiro tabagista semi-aperto.
Queste ore sono così. Vuote.
E' vero, tutti hanno qualcosa da non fare. E' così, perché in alcune case si cena già, perché è già buio, Venerdì che sonnecchia, si illude di avere ancora il tempo di fare ciò che non farà.
Ore apatiche che gocciano; prima serata, tardo pomeriggio, distinzioni che non cambieranno il colore indeciso del cielo.
Dai vetri spio il fuoco debole raccolto fra le mani di due ragazzine. Fuoco inesperto, acceso fra risate isteriche, tese, e sguardi profondi, tipici del rito che si consuma: bruciano lettere da primo amore, fantastico senza in realtà sapere. Cucciole con la forza di crescere, di bruciare, di illudersi: il sacrificio non curerà, ma se anche lo sussurrassi appena, potrei spegnere la fiamma libera e inesperta che invidio.
Se quell'Amore-Utopia bruciasse davvero, la disillusione, le fiamme rabbiose di chi ha visto quanto sia atroce crescere, salirebbero fino agli attici e il fumo raschierebbe ogni gola adulta, sconvolta da tanta passione.
La sera scivola sui tetti, precipita in fretta sporcando le lenzuola che ballano aggrappate ai davanzali. La sera arriva, senza disturbare le famiglie spalmate sul divano nuovo (e attenzione a non macchiarlo!), pronte a testare Quozienti Intellettivi da Quiz Televisivo.
Spettatrice di questo non avvenire delle cose, dormirei... svegliarmi di notte.
La verità si vede solo al buio. La luce distrae le forme, scioglie le pupille, inganna.
Paura del buio. Svegliarsi quando tutto dorme trasforma ciò che non vedo in soffice ovatta di cellulosa doppio velo, pronta a soffocarmi.
La verità è dei gatti.
Mi sveglierei stanotte per sapere quante ore ancora ho da dormire. Riderei dei pendolari. Sono una razza intransigente: mentre dormo, viaggiano già, irritati dal mio previsto ritardo. Ogni mattina. I pendolari si irritano facilmente. Posso capire.
Io odio la puntualità altrui, mi imbarazza. Tutto sembra avere importanza per chi è puntuale.
Inchiodare gli ingranaggi dell'orologio mostra come anche i giorni corrano, ma senza affanno.
Non raggiungerò comunque questa sera che corre rapida verso Niente.
Ancora in ritardo, insomma.
Ascolto le ore vuote. Il traffico. I pendolari che trafficano e ora vorrebbero crocifiggere il mio ozio. E le voci dei gatti che coprono i clacson. Il traffico. E i gatti della vicina che miagolano tra loro della realtà.

Inspiro. Occhi chiusi.
Sono libera, temo.
Sono in anticipo.



di Eclisse
"Per i tuoi occhi cambia la Luna... Per i tuoi occhi sono assassina..."