In passato, vi era tra i bulgari, la convinzione che trascorsi nove giorni dopo il funerale, lo spirito del defunto destinato a diventare potenziale vampiro, tornasse sulla terra a fare dispetti, o peggio, a chi era rimasto in vita.
In alcuni casi, quando esauriva le proprie riserve di sostentamento, si nutriva del sangue umano.
Quindi secondo un'antica credenza bulgara bisognava impedire q questo spirito di divenire un vampiro a tutti gli effetti risorgendo dal regno dei morti.
Si operava quindi un rituale entro i primi quaranta giorni dalla data del decesso, termine in cui l'anima del defunto lascia completamente le spoglie mortali che li ancorano ancora fra terra e cielo.
Bisognava quindi inseguire il novello vampiro che emergeva dalla tomba con l'immagine di un santo ed intrappolare la sua anima in una bottiglia dando poi fuoco alle spoglie mortali.
Per fare in modo che il vampiro non potesse fuggire velocemente al cadavere, in odore di vampirismo, si amputava la gamba destra che veniva posizionata a fianco del corpo. In questo modo si rallentavano, se non del tutto si impedivano i movimenti del vampiro, nel caso fosse uscito dalla bara.
Meno cruento ma altettando efficace era inchiodare gli arti alla bara.
Altre "ragionevoli" precauzioni erano quelle di colpire con punteruoli di metallo o di legno dritto nel cuore i cadaveri.
“Questi due corpi mostrano tutti i segni di una pratica comune nei villaggi bulgari fino a tempi molto recenti”- conferma lo storico Ovcharov, scopritore di alcune tombe "vampiriche" “Infilzarli con delle aste di ferro serviva per impedire che potessero ritornare in vita dopo la sepoltura. Probabilmente erano persone malvagie e la gente credeva che dopo la morte si trasformassero in vampiri continuando a tormentare gli innocenti.”
Ovcharov, non ha dubbio alcuno di "essersi imbattuto in un tipico rituale di sepoltura anti-vampirico che bloccava a nosferatu la possibilità di uscire dalla tomba e terrorizzare gli esseri viventi".
Nella zona balcanica e dell'est Europa sono circa un centinaio le tombe i cui resti sono più o meno collegabili a rituali anti-vampiro: segno che tra i villaggi slavi il terrore dei redivivi era molto sentito.