L'evoluzione di una specie arriva sempre ad un punto morto; è successo alle specie prima della nostra e, probabilmente, accadrà anche a noi ammesso che questo non sia già avvenuto.
Una volta arrivate a questo punto morto cosa accade? La storia ci ha insegnato che a quel punto un'altra specie, fino allora inferiore o "nascosta", forse solo più lenta nel suo progredire, prende il sopravvento distruggendo quella che era la specie dominante, o eliminando quanto da questa fatto, in modo da renderla più debole e, possibilmente, sottomessa.
A quel punto, vista la storia, non conta chi è più grande, anche se immensamente più grande, o chi è fisicamente più forte, conta chi è più organizzato e, soprattutto, chi ha più voglia di combattere, di emergere, di vivere.
Certamente la nostra storia è relativamente breve, e per di più gli inizi sono cocktail di storia, storie, miti, leggende, scienza e fantascienza, in alcuni casi; una semistoria che inizia quando, come accennato sopra, un'altra specie non sappiamo se più evoluta, ma senz'altro più forte della nostra, raggiunto l'apice, non si sa, ancora, bene e come, si è praticamente autodistrutta; c'è chi pensa si sia trattato di un evento naturale (scarsità di cibo e acqua), o di una catastrofe naturale (un meteorite, o qualcosa di simile, abbattutosi sulla Terra), si è arrivati ad ipotizzare persino un intervento di una qualche forma di vita aliena o, infine, perché no, una guerra intestina, una folle guerra tra rappresentanti della stessa specie che, dimenticatisi della Regola (la conservazione della specie) hanno preferito annientarsi.
Per noi non è stato per niente facile riuscire a conquistare il Potere, riuscire ad emergere rispetto agli altri, ai tanti altri, pretendenti al trono del mondo lasciato improvvisamente vuoto dalla scomparsa di chi, forte della sua mole e della sua forza, ci teneva segregati nell'oscurità, costringendoci ad una vita da clandestini per paura persino di essere schiacciati dai loro possenti arti, solo una delle tante morti incredibilmente cruenti alle quali giornalmente andavano incontro migliaia di noi.
Forse avremmo potuto sfruttare il fatto di essere in numero superiore, ma mai prima della loro caduta eravamo riusciti ad organizzarci per il bene collettivo, ed ancora oggi ci sono delle fratture in seno alla nostra specie che fanno temere che la nostra supremazia sia ormai al tramonto. Ma ho questa brutta abitudine di iniziare un discorso, e di non riuscire a portarlo a termine per star dietro alle divagazioni varie che man mano mi vengono in mente; penso che non sarò mai un grande scrittore, e non so neanche se questo scritto uscirà mai dalla macchina nel quale è rinchiuso.
Per l'ennesima volta rincomincio, all'inizio, come ho detto, non è stato facile prendere il predominio, la fantastoria ci racconta che ci sono state guerre tremende, atroci, durante le quali era assurdo pensare di fare prigionieri, lo stesso nemico preferiva morire che essere catturato. Guerre che per fortuna sono state combattute con armi elementari, se non addirittura rozze, guerre durate intere generazioni, e che con le armi moderne durerebbero al massimo una giornata, guerre che si pensava non dovessero mai finire, visto che in palio c'era la sopravvivenza della specie, guerre che avevano portato il mondo al caos e poiché non erano guerre che partivano da confini stabiliti, non c'era una contrapposizione di fronti, ma guerre ad ogni angolo, dietro ogni sasso, ovunque; si pensava dovessero finire con la distruzione totale.
Come siamo riusciti a venirne a capo? Si racconta che un grande eroe, dotato di un'intelligenza superiore alla nostra, fosse riuscito a sfruttare l'esperienza delle "specie passate", e ad utilizzare quel poco che ci avevano lasciato.
Questo diede una svolta imprevista alla Guerra, che ormai, col passare del tempo, aveva visto la nostra specie unirsi per il bene comune. Fin qui il mito.
La vera storia comincia molto dopo, da quando, cioè, ci siamo messi a studiare realmente il nostro passato, scoprendo come, in pochissimo tempo, abbiamo raggiunto un livello di civiltà tra i più alti, se non il più alto.
Nessuna specie prima di noi, per quanto ne sappiamo, è mai arrivata fin qui; però questo ci ha portato a dimenticare man mano quello che eravamo e facevamo prima: le nostre radici, il contatto diretto con la Natura, che, ancora oggi, hanno quegli esseri inferiori che ci circondano e che lasciamo vivere, anzi a volte ci preoccupiamo di mantenerli in vita, perché, ormai, la nostra superiorità e palese ed indiscutibile.
Questo, qualcuno dice, potrebbe essere l'inizio della fine, ma secondo me non siamo neanche a metà del cammino, solo ora infatti riusciamo a sfruttare le conoscenze di chi ci ha preceduto, solo ora si inizia a far luce su quelle cose che prima sembravano solo leggende, da poco, per quanto relativo sia il tempo, riusciamo ad interpretare gli scritti antichi; noi dobbiamo sfruttare questa opportunità, anche per evitare di ripetere gli errori del passato: se chi ci sovrastava fino all'altro giorno è morto di fame o sete, noi dobbiamo saperlo, e sapendolo evitare che questo succeda anche a noi, se la causa della distruzione è stata una guerra fratricida, noi dobbiamo saperlo, e sapendolo evitare che questo succeda anche a noi.
Dovremmo quindi appianare le divergenze che ci sono fra i vari rappresentanti della nostra specie, evitare di rifare gli errori del passato, per riuscire a dominare il più a lungo possibile; e magari coinvolgere, in qualche modo, le specie che più ci assomigliano, per evitare che un domani, al primo vacillare ci saltino addosso per prendere il nostro posto.
In fin dei conti possiamo fare tutto ciò, certo ci vorrà l'impegno di tutti, dall'ultimo degli operai al Capo Supremo, scrittori compresi, ma diavolo un minimo di sforzo!
Siamo sopravvissuti a quei giganti che si chiamavano uomini, non possiamo rifare i loro errori, noi siamo Scarafaggi, mica bestie.

di Osvlad