L’uomo stava percorrendo la salita. Sulle spalle una grossa trave di legno, molto pesante. Era ferito alla schiena dalle molte frustate che gli avevano inferto i soldati.
La folla lo derideva e lo offendeva ripetutamente con frasi ingiuriose, qualcuno si accingeva a lanciargli un sasso o qualunque cosa gli capitava sotto mano, mentre dei centurioni cercavano di reprimere la gente inferocita.
L’uomo aveva la barba e i capelli lunghi, sul volto un’espressione sofferente. Un rivolo di sangue gli scendeva giù dalla tempia.
«A morte!» gridava qualcuno. «Crocifiggetelo!»
Tutti i suoi amici sembravano averlo abbandonato. Uno non ricorda quale, ha rinnegato perfino di conoscerlo, quando due centurioni gli hanno chiesto se l’aveva mai visto prima. La donna nota come Maria non sapeva che fine aveva fatto, probabilmente era fuggita quando aveva visto che le acque si stavano agitando un po’ troppo.
E pensare che era stato scelto,scelto dal Signore,dicevano. E quel Signore ora lo stava mandando a morte. Inutile negarlo, l’uomo sapeva che stava per morire...ma non ne aveva nessuna voglia.
Arrivò sul calvario, una guardia gli strappò la veste di dosso, un’altra arrivò con due grossi chiodi ed un martello...e l’uomo si mise a tremare.
Non aveva mai avuto così paura in vita sua, non era mai stato così umiliato fino a quel punto, con la folla che lo insultava e lo derideva.
Volevano la sua testa,lo sapeva benissimo.
«Ammazzatelo, il “re dei Giudei!”» lo sbeffeggiò uno e altri gridarono di consenso.
La guardia posizionò un chiodo sul suo polso e,col martello,lo affondò nella carne e nel legno della trave.
Il dolore fu lancinante. L’uomo urlò di dolore, le lacrime agli occhi.
Lo stesso fi fatto con l’altro polso, mentre il sangue scendeva a fiotti.
L’uomo fu issato su di un’altra trave conficcata in verticale nel terreno. E la croce fu fatta.
Gli inchiodarono anche i piedi, uno sopra l’altro.
No, non poteva essere vero, non poteva esserlo. Perché lui,proprio lui? Che aveva fatto di male?
«Mio Dio...perché mi hai abbandonato?!» gridò,ma non ottenne risposta,se non quella della folla che iniziò a sbeffeggiarlo ancora di più e in modo ancora più atroce.
Gli misero qualcosa sulla testa,non poté vedere...qualcosa con le spine...
E per il gran finale un cartello di legno sulla croce. “I.N.R.I.” recitava la scritta.
«Toglietelo!» gridò un uomo dalla folla. «Lui non è re dei Giudei!»
«Così vuole l’imperatore, non si discutono i suoi ordini!» sentenziò di rimando il centurione che aveva messo il cartello.
Altri due erano crocefissi dietro di lui. Due ladri. Uno di questi lo derise dicendo «Se sei davvero il figlio di Dio scendi da questa croce e vai in cielo. E portaci pure noi»
«Smettila!» disse l’altro ladro crocifisso. «Costui sta soffrendo come noi!»
L’uomo chiamato “Re dei Giudei” disse senza fiato e con le lacrime di dolore agli occhi «In verità...vi dico...» e sembrò incapace di continuare.
«In verità vi dico...vi dico...»
«Dai, che ci dici? Che ci devi dire?!» lo derise di nuovo l’altro crocifisso.
«In verità vi dico...IO NON SONO IL FIGLIO DI DIO!!!»

A molti chilometri di distanza alcuni uomini stavano galoppando in sella ai loro cammelli. Avevano da poco passato le porte di Gerico e stavano cercando di allontanarsi il più possibile dall’impero,anche se ormai non c’era più pericolo. I romani avevano ucciso, se era quello che volevano realmente loro o no aveva poca importanza.
«Quanto dovremo ancora camminare per essere al sicuro?» chiese uno di loro.
«Ancora un po’,finché non avremo oltrepassato il confine e saremo abbastanza lontani dall’impero,cosicché se anche a qualcuno dovesse venire in mente di cercarci non ci troverà mai.»
«E’ stata una bellissima idea quella di mandare lui a morire, invece che te. Lo abbiamo attirato sul Monte degli Ulivi con una scusa e vi siete invertiti i ruoli. Tu hai chiamato le guardie e lo hai baciato per far vedere loro che era lui quello che cercavano. In effetti la somiglianza tra te e lui è stupefacente!»
Bevve un sorso d’acqua dalla borraccia.
«Tutti penseranno di aver crocifisso me» continuò. «Mentre invece hanno ucciso lui!»
«Sei grande, Signore!»
L’uomo lo guardò di sbieco.
«Non sono il Signore, pensavo che tu lo aveste capito tutti.»
«Scusa, hai ragione.»
«Penso proprio che sia tutto sbagliato, alla fine io sono uno qualunque. Smettetela con questo Signore. Chiamatemi Gesù.»
Bevve un altro sorso d’acqua.

Cagliostro. cap. 6 v. 6-6


di Cagliostro