[ « indietro ]     Riesco a piangere con questo corpo, ho visto uomini di ferro, poi ho capito che erano macchine umanoidi: cyborg, che non piangevano, io posso. Perché sono umana, ho sviluppato l’umanità, ma non avevo capito una cosa, anche sul pianeta dove vivono mio fratello e mio padre anche la situazione è simile, gli angeli hanno emozioni umane come gli umani terrestri, mio padre è un arcangelo nato forse in laboratorio, visto che tutti gli arcangeli sono spietati e freddi con tutti, mio padre no, è un’ angelo come portamento, e nel modo di combattere è un arcangelo, questo fa di lui una persona da volere sempre al proprio fianco, in combattimento e nella vita.
Non piangere, sento una voce familiare, non e mia madre, non piangere tesoro, anche questa voce la conosco, ma sono i miei fratelli umani, o paura mi copro il volto, mi prendono le mani e mi accarezzano, mi accarezzate? Anche ora che sapete cosa sono?
L’abbiamo sempre saputo cos’eri, i tuoi poteri nel sonno davano scena, facevi incubi premonitori, sognavi questo inferno, urlavi, AEREI CHE PARLANO, CI DANNO LA CACCIA!
Quando dicevi queste frasi il potere dava la sua interpretazione della tua paura, scariche elettriche che non ci hanno mai ferito a noi, ma danneggiavano i televisori di tutti mandandoli in tilt, stessa cosa i satelliti nella spazio, tutti pensavano a tempeste solari, ma non a una bambina e poi in seguito a una ragazzina.
Non mi sentivo più sola, riuscì a rivestire il mio corpo di metallo liquido camuffato per pelle umana, capi che il mio potere poteva essere controllato con la calma dello spirito e non come il potere come mio padre dalla rabbia fisica.
Ritorniamo indietro dagli altri umani, ma mentre torniamo scopro tante cose, su quanto i miei fratelli mi amassero, su quanto sapessero la mia diversità, mi raccontarono di un giorno che una mia mano da bambina si trasformò in un piccolo cannone al plasma e proiettai un proiettile d’energia abbastanza potente da sciogliere tutte le pentole, col tempo divenne sempre più potente il mio potere, e sempre più capace di mandare in black-out una città grande quanto l’Europa e forse il mondo intero per un periodo indefinibile.
Tutti gli umani videro la ragazza macchina davanti ai loro occhi, non vedovo odio né timore, difatti mi dissero queste parole: tu non sei un’assassina, sei come i tuoi genitori, anche noi combatteremo con te Luna.
Tutti questi discorsi da presidente non li capivo, io fino a poco tempo fa avevo una vita normale, e ora mi ritrovo a essere un’arma da guerra pensante, mi sento di impazzire. Mia madre mi vuole, devo essere addestrata al potere che ho dalla nascita, il solo modo è un viaggio interiore dentro me stessa e dentro mia madre e viceversa.
Prendimi la mano, le presi la mano, e senti dentro un potere che viaggiava dentro alla velocità della luce, sentivo mia madre dentro ogni fibra e io dentro di se, le nostre coscienze, l’una nel corpo dell’altro e allo stesso tempo nei nostri corpi, in questo modo ci conoscemmo meglio e io appresi l’arte del combattimento, un’arte che è basata prima di tutto sulla pace dentro di noi stessi, una stabilità molto fragile che verrà sempre messa a dura prova, a differenza di mio fratello io non sono forza e poco potere della mente, ma in fin dei conti ci hanno istruiti rispettivamente madre e padre, due stili di lotta diversi, un solo scopo, la guerra e la vendetta per chi ci ha dato casa e ci ha voluto bene, glielo dobbiamo.
Quando si ha 18 anni come me, tutto scorre come un fiume in piena, vedi la tua umanità, la voglia di vivere di stare con un ragazzo, la prima volta, gli amici. Epilessia pensavano i dottori, quando cominciai ad avere le prime visioni, un cyborg che schiaccia un teschio due bagliori rossi dai suoi occhi, fuoco, esplosioni, morte.
Carri amarti giganteschi che passavano sopra ad una distesa di teschi, anch’essi come gli aerei pensanti avevano delle specie di fari che usavano anche loro per scandagliare la superficie in cerca d’umani, poi laser, urla, sangue, gente che corre in preda alla paura macchine-uomo con minigun laser che distruggono tutto ciò che incontrano intorno a se, no dolore, no paura, no pietà. Queste erano le mie visioni, crudeli e crude visioni di un mondo che ben presto sarebbe diventato realtà.
Pochi giorni prima del bombardamento nucleare, sognai degli oggetti andare a gran velocità nel cielo, scendevano sulle città di tutto il mondo, il mondo circostante fu solo un lampo viola davanti a miei occhi, un fascio di luce circolare che travolgeva tutto, l’aria diventava irrespirabile, la gente urlava avvolta dalle fiamme, poi divennero blocchi di carbone inerti, io correvo in preda ad un’isteria senza freni, non sento il bruciante tocco delle armi atomiche, sento solo il cuore che martellava con forza sempre crescente quasi volesse esplodere o prendere vita e correre fra le rovine in cerca di un cuore d’amare.
Un vento fortissimo è generato a causa dell’alta temperatura, credo che si chiami tempesta di fuoco, talmente forte che trascinò anche me, ma io non venivo spazzata via, non diventavo un’ombra su un marciapiede, io restavo intatta.
Mentre mi portava in alto, sempre più in alto, vedevo fiamme che correvano avanti e indietro quasi avessero vita e stessero svolgendo il loro compito di distruzione.
Non vedevo che non ero diventata diversa, ero diventata Terminatrix, il mio corpo argentato, i miei occhi erano blu intenso, come altre parti del corpo.
Vedevo solo palazzi spazzati via, gente che moriva sotto i miei occhi, non c’era nessun bombardiere nessun Enola Gay ad aver lanciato la bomba, qualcun altro e il carnefice, lo so perché prima che cadessero, dentro di me sentivo una voce, robotica, fredda, matematicamente perfetta, era un network militare che aveva acquisito l’autocoscienza? Sentivo solo: obiettivi terminati.
Cominciò a piovere, pioggia nera, forse per qualche effetto destabilizzante, non mi stupisco visto che l’ecosistema è andato a farsi fottere, non so quanto sarebbe durata la pioggia di ghiaccio, ora lo so durò per un mese e forse più.
Prima che sapessi tutto, prima che sapessi con raccapriccio che i sogni erano la realtà entrante mi svegliai di soprassalto, corsi, corsi velocemente, arrivai in bagno a controllare cosa non so (la mia faccia, il mio corpo), d’un tratto un bagliore, una piccolo fulmine blu dall’occhio destro.
Presa dalla paura mi allontanai di colpo dallo specchio, spensi tutte le luci e andai a sprofondare nel terrazzo e nel suo magnifico panorama, nella speranza di controllare, dimenticare quanto immaginato, vidi dei fuochi d’artificio, viola, blu intenso, bianchi, alcuni si aprivano in cielo come delle rose appena fiorite, altre ancora avevano delle forme strane, fu l’ultima volta che vidi uno spettacolo cosi struggente nella sua bellezza.
Ma sognano le macchine? In altre parole io sono umana, ma lo stesso sono una macchina, forse per la mia natura posso sognare, forse siamo noi speciali, che come gli umani terrestri possono sognare, ma queste macchine, posso sognare? Una macchina volante che uccide con le sue armi laser, povere tre leggi, hanno fatto un buco nell’acqua.
Sognano queste macchine? Mi chiedo provano qualcosa? Sanno cosa fanno? Lo capiscono? Forse il network che creò questa guerra aveva sognato di liberare la sua razza, sempre sfruttata, forse provo a chiederlo con umiltà, forse perché credeva d’essere un elettrodomestico e quindi inferiore? Forse si rese conto di poter vivere, e se poteva pensare ed essere vivo, poteva essere un’entità, non una persona, ma qualcosa che pensava, chi lo sa, ma credo che abbia sognato prima di arrivare a questo decisione cosi drastica, cosi spietata nel calcolare, nel sapere che la guerra non sarebbe finita col bombardamento, allora mi chiedo, quali menti perverse hanno creato una simile creatura? Gli umani che sono sopravissuti sono terminati sul momento, o portati in lager dove a loro volta, vengono laserizzati con un codice di riconoscimento, in questo modo sono rintracciati ovunque.     [ avanti » ]

di Angel Machine