La luce iniziava a filtrare attraverso le sottili pareti carminie e lentamente si andava intensificando.
Ancora avvolta e rannicchiata nel suo bozzolo attende.
Ecco il miracolo!
Le prime fessure comparvero nelle pareti che, palpitanti di vita, iniziavano a schiudersi ed il sole iniziò a far sprigionare l'intenso profumo.
Aprì gli occhi, d'istinto si tese ed attesa ancora, fissandosi le candide braccia.
Le fessure divengono spazi, sempre più ampi, la luce solare si fa anche calore.
Distesa sul fianco osserva il mondo dispiegarsi dinanzi ai suoi occhi stellati.
Ora la corolla è spalancata e sopra ai morbidi stami, ella si scalda e si lascia asciugare.
Dapprima bagnate e rattrappite le ali prendono forma, si allungano e si fanno trasparenti, ma di mille colori.
Si alza in piedi, essi sprofondano fra gli stami dorati del fiore… un balzo e le ali catturano il vento...
Con lei mille elfi si levano in voli guidati dalla magia della luce e dal calore.
Gareggiano con le farfalle in grazia e bellezza, volano fra i fiori in un gioco di vita e colore.
Risa, scherzi e giochi.
Un gruppo si posa su un sasso coperto di muschio, le foglie sono trascinate dalla lenta corrente del ruscello, si muovono placide incuranti ed ignare del loro futuro.
Il veloce tuffo di un martin pescatore, iridescente freccia verdazzurra, riempie l'aria di minutissime gocce d'acqua, che scintillano come diamanti, creando fugaci arcobaleni.
Volano fra i rami; tirano i peli delle code agli scoiattoli e gioiosamente li inseguono fra le tenere fronde.
In silenzio, colmi d'attesa, tutti stretti attorno al nido: osservano l'uovo che s'incrina… il tenero becco che appare ed in un'esplosione di giubilo l'implume pulcino si libera della prigione.
Durante la calura del meriggio si riparano all'ombra degli steli d'erba appena mossi da refoli di vento.
Riprendono, poi, il volo; rincorrendo le acrobatiche rondini nei loro voli di leggiadra maestria.
Osservano i colori del mondo farsi sempre più pieni, distinti, carichi e ricchi di sfumature.
La lieve brezza inclina elegantemente le corolle de fiori mentre sciami d'api incessantemente lavorano. Il cielo s'infiamma, il sole non scalda più… gli elfi si posano.
Il sole si vela di nubi, appare rosso ancora per pochi instanti e si nasconde dietro l'orizzonte.
L'elfa chiude gli occhi stellati, le ali fremono nel vento serale. Il giorno è finito la notte si fa avanti.
Sulla corolla appassita il corpo si polverizza in mille cristalli. Una bava di vento…... un petalo si stacca e volteggia lieve… ed è portato via accompagnato dalle mille schegge di cristallo che riflettono la luce delle stelle.
Mille schegge di un sogno.
Il nuovo giorno risveglierà altri elfi.

di Gabrielle de Lioncourt