[ « indietro ]     “Hai gli stessi occhi di tua madre” avrei voluto dirle,ma chissà se fosse riuscita a capirmi,e se mi avesse capito cosa avrebbe potuto pensare? Non ebbi mai il coraggio di pronunciarla,quella frase.
A parte il suo splendido canto (parole prive di alcun significato da ma una melodia straordinaria) non parlava mai. Penso che non riuscisse nemmeno a comprendere la nostra lingua. Sono creature dotate di un’intelligenza propria,le sirene,o solo animali antropomorfi? Chissà.
Una sera,mentre cantavamo insieme,mi carezzò il volto. Non lo dimenticherò mai. Non so perché lo fece,ma vidi quella candida manina rosea allungarsi verso di me. Ricordo che piansi per la commozione di quel momento. Forse intuì anche lei qualcosa di magici perché vidi i suoi occhi luccicare.
Man mano che cresceva la tinozza divenne troppo piccola,non era più libera di muoversi,così mi vidi costretto ad impiegare tutti i miei risparmi e a indebitarmi fino al collo per acquistare un acquario dove fosse libera di sguazzare e di nuotare come voleva.
Certo,un povero pescatore come me che,in tempo di guerra,mentre si fa la fame,si indebita così tanto per poter comprare un acquario è un caso piuttosto insolito che non può certo passare inosservato. Non so se qualcuno si è mai insospettito o ha messo in relazione la fine degli assassini e il mio nuovo acquisto,ma nessuno se ne è mai preoccupato più tanto. La gente aveva ben altre cose a cui pensare.
Arrivò il 1945,la guerra fini e,piano piano,le acque divennero di nuovo ricche di pesce. Decisi così di liberare la mia sirena. Era cresciuta molto da quando l’avevo portata a vivere con me,i capelli rossi le si erano allungati e si era fatta più adulta,sebbene fossero passati solo due anni.
La portai al mare,una notte,e la lasciai libera. Si voltò a guardarmi e spero che non abbia visto i miei occhi lucidi di lacrime per il dolore che mi provocava il separarmi da quella creatura così bella. Non la rividi mai più.
Gli abitanti del paese dimenticarono in fretta tutti i morti e,finita la guerra l’economia riprese,i traffici commerciali ricominciarono e,cosa più importante,il Tirreno tornò ad essere pescoso. Si,il pesce riaffiorò sulle nostre coste,io trovai i soldi necessari per acquistare una piccola imbarcazione e ricominciare a pescare,anche se dopo aver tenuto con me quella splendida creatura per tre anni pensavo che non sarei mai più riuscito a riprendere il mare.
L’isola d’Elba divenne un centro turistico importante,iniziò ad arrivare gente dalla terraferma,molti decisero di stabilirsi qui,forse attratti dalla salubre aria marina.
Ma poi vennero le industrie e anche questo piccolo angolo di paradiso si trasformò nell’inferno che è il mondo. Le fabbriche cominciarono ad espandere nell’aria i loro veleni,i gas di scarico delle auto inquinano continuamente l’atmosfera.
Ma stavolta è diverso,stavolta è molto peggio. Prima potevo avere,tutti avevamo la speranza che quella stupida guerra un giorno sarebbe finita e che il mare sarebbe di nuovo tornato pieno di pesce,adesso sappiamo che il progresso non si arresterà mai,che le industrie continueranno a appestare,a avvelenare l’aria e il mare. La nostra isola,insomma.
Io,come pescatore,mi sono accorto molto presto di quello che stava accadendo:più di una volta mi è capitato di trovare del pesce inquinato,di un colore giallastro al suo interno,e sapete perché? Perché aveva mangiato il petrolio. Proprio così,in mancanza d’altro quei pesci si erano ritrovati a fare del petrolio il loro nutrimento, perché nel mare non si trova altro cibo. Molti dei suoi abitanti del mare sono stati avvelenati dalle sostanze tossiche che le fabbriche vi gettano dentro quotidianamente.
Allora io mi chiedo: che cosa avrà fatto lei,in mancanza di cibo? Come avrà provveduto al suo sostentamento? Una ragazza è stata trovata sbranata,subito giù dalla grande rupe. Un uomo è scomparso e il suo corpo non è più stato trovato. Quindi,come avrà provveduto la sirena al suo sostentamento? C’è da chiederlo?
Ho ottantotto anni,sono vecchio e stanco e non ho più voglia di combattere,e comunque anche se potessi, credo proprio che non farei niente. In fondo stavolta ve la siete voluta.
Ho allevato quella splendida creatura per tre anni,come potrei ucciderla? Non ne avrei mai la forza.
No,lascerò fare,finché la gente non imparerà ad amare e a rispettare questo splendido dono che Dio ci ha dato. Il mare è troppo importante e non dev’essere distrutto solo per l’avidità umana. Solo per i soldi.
Nessuno l’ha ancora vista ma sono pronto a giurare che non tarderà a mostrarsi,e io non vedo l’ora di rivederla.
Ma c’è una cosa che non vi ho detto,decidete voi se disprezzarmi o meno.
Le sirene sono creature strane,a volte uccidono gli uomini,altre volte si innamorano perdutamente di loro. Quando uccisi quella sirena...beh,non era la prima volta che la vedevo. L’avevo già incontrata e l’avevo già conosciuta molto da vicino.
Attendo con ansia di vedere sua figlia,per sapere se mi riconoscerà dopo tanto tempo. Per sapere se è in grado di riconoscere suo padre.


di Cagliostro