Camminavo come ogni notte per quei corridoi... non riuscivo mai a dormire, e non riuscivo nemmeno a capire perchè.
Combattevo ogni notte con le mie lacrime, mi proteggevo nella mia paura. Sguainavo lame affilate. Mi piaceva squarciare l'aria.
Tagliarla come fosse carne.
Mi piaceva versare il suo sague per terra,e continuare a percorrere il corridoio a piedi nudi. Il mondo cadeva a terra; cadeva a pezzi in quel momento.
Le mie parole aprivano il sipario ad una storia,fatta di connessioni.
Miliardi di piccole connessioni,ad un cuore che doveva ricominciare per l'ennesima volta a vivere.
Mi piaceva leccarlo quel sangue...
l'aria lo perdeva ogni volta che la squarciavo. Mi sentivo viva dentro quell'errore.
Da qualche parte qualcuno suonava affannosamente una chitarra... le sue note mi chiedevano di ricominciare. Mi imploravano di rompere tutte le parole, di ricominciare ogni volta.
Riuscivo a scorgere nella nebbia di quel lungo corridoio, il rifiorire di ali nere.
Ali piumate d'incubo che mi mostravano che forma avesse la libertà.
Da qualche parte qualcuno suonava.
Suonava implacabile come fosse un serial killer... un serial killer di coscienze.
A volte potevo vederlo... si chinava davanti all'uscio della mia stanza.
Lo potevo vedere... Piegato sulle ginocchia accarezzava un'acqua dalle tinte violacee.
La accarezzava come se potesse dargli una nuova vita.
La accarezzava e poi la colpiva con tutta la violenza di cui era capace.
Mi piaceva vedere il suo sorriso prendere forma dalle sfumature violacee dell'acqua.
Avevo sempre sognato di tuffarmici dentro.
Tuffarmi saltando come un angelo da un letto che a volte bruciava più del sole d'agosto.
L'ho fatto.Quella notte l'ho fatto!
Ho graffiato quelle lenzuola che non sapevano nemmeno proteggermi.
Le ho graffiate!
Le ho lasciate scorrere lente sul mio corpo nudo.
Lo sentivo rabbrividire mentre quelle catene bianche discioglievano i miei incubi.
Si fermarono sulle ginocchia.
I miei occhi, i miei polsi e la mia fronte sanguinavano lenti.
Mi scaldavano.
I miei brividi divennero passione.
Mi alzai di scatto, tenendo il mio corpo nudo e pallido, dritto come fosse un laccio emostatico.
Alzai le braccia lentamente insieme alla testa.
Una goccia di sangue scivolò dal mio indice sinistro.
Bagnò quelle acque tinte d'inferno.
Il suo volto fu delineato dall'acqua come una chimera.
Il mio sangue sulle sue labbra.
Con la mente che correva frenetica come quelle note implacabili della notte, mi tuffai!
Mi tuffai e sentii subito caldo.
Mi tuffai, e qualcuno mi abbracciò.
Avrei potuto chiudere gli occhi, ma avrei visto comunque quei corpi liquefarsi sulla mia pelle bianca da peccato.
Sguainavo per l'ennesima volta la lama.
Spaccavo la notte, mi stancavo le mani a tagliare quell'acqua densa come fosse un rossetto.
Ne uscii.
Ne uscii lasciando ruotare la mia testa da destra verso sinistra.
I miei capelli si richiusero come le spire di un demone.
Le mie braccia salirono orizzontalmente al corpo come le ali di un angelo.
Con le mani a graffiare una terra dalle pareti di marmo,mi tirai sù da quella voragine purpurea.
Ero nuda me lo ricordo.
Ero nuda, e avevo due anelli di catena attorno alle caviglie, e attorno ai polsi.
Di nuovo davanti a quel corridoio...
Ero per l'ennesima volta davanti a quel corridoio.
Trovai per terra un costume lucente.
Era nero e lucente come l'onice.
Lo indossai.
Desiderai ancora il sangue dell'aria.
Sguainai nuovamente la mia lama.
Il coltello divenne una spada. Il suo manico si attorcigliò sette volte al mio braccio.
Quella volta correvo.
Correvo nel corridoio.
Correvo agitando il braccio,e spaccando la realtà.
Quella volta riuscivo a vedere attraverso la nebbia.
Quella volta scorsi il suo corpo pallido avvolto dalla seta.
Ne intuivo i lineamenti,dal tessuto.
Le sue ali immensamente nere come ogni ricordo che avevo, si aprirono ancora, spargendo piume nel sangue.
Le sue piume nel sangue.

PREW>>

Il mio sague sulle sue labbra.
Le sue piume nel sangue............
Come una tortura,una passione celeste...
Pregai per quella notte.
Mi inginocchiai, spaccando la terra con la mia spada.
Tutto ciò che era alle mie spalle, iniziò ad esplodere, come se una radice millenaria stesse cercando la libertà per troppo tempo negata dall'uomo.
Chiusi gli occhi,alzando rapidamente la testa.
I miei capelli smossi come terra spaccata dal sole.

PREW>>

Tuffarmi saltando come un angelo da un letto che a volte bruciava più del sole d'agosto.
Le menzogne separate dalla verità.
Quella volta la sentivo la nebbia.
La sentivo accarezzarmi il corpo semi nudo e pallido come le lenzuola che ricordavo.
Quella notte potevo sentirmi libera.Potevo sentirmi stanca.
Stanca di spaccare le ore della notte.
Stanca di versare sangue che solo io potevo vedere.
Sangue che adesso potevo finalmente condividere con qualcuno.
Una mano protesa dalla nebbia.
Grande e articolata da vene sottili ed affilate ,come la lama della mia spada.
Una mano prese la mia.
Mi sollevò da terra come fossi niente.
Come fossi tutto e niente.
Smisero di suonare quelle note di chitarra.
Smisero di essere implacabili.
Lasciarono spazio allo scintillio del ghiaccio che si frantumava sotto ogni mio passo.
Mi avvolse in quelle ali.
Mi avvolse in quelle ali nere.
Per la prima volta quella notte mi sarei potuta sentire libera.
Amandomi mi disciolse.
Amandomi strappò via ogni mia emozione.
Amandomi mi regalò allucinazioni.Allucinazioni e pioggia.
Amandomi sollevò il mio corpo spaccando il mio petto, frugandolo come fosse l'ignoto.
Come una gladiatore strappò via qualcosa di gelido dalla mia anima.
Un sigillo. Un bacio gelido e salato come il più profondo e oscuro degli oceani.
Un bacio e poi i miei occhi si aprirono.
Si aprirono lasciando a quel ricordo ogni minima ossessione.
Ero distesa nel letto.
Distesa nel mio letto.
Le mie lenzuola erano nuove ,diverse.
Nere e purpuree.
Erano di seta.
Erano calde.
Profumavano di fiorni d'arancio.


di Madame Isabel