Dedicato ad Alessandra, perché senza di te la mia vita non sarebbe completa.

Pensate che sia impazzito? Io non credo di esserlo, ma m'importa poco che voi la pensiate così, l'unica cosa che conta veramente è quello di cui sono convinto io. Se devo essere sincero, prima davo molta retta ai pensieri altrui, il parere degli altri era fondamentale per me, ma adesso sinceramente non me ne fotte minimamente. Mamma, povera donna, anche lei come tutti, sono convinto, dubita della mia sanità mentale, però come tutte le brave mammine cerca in qualsiasi maniera di non darlo a vedere, ma ahimè senza successo… mi fa una gran pena! Tutto andava bene, tutto era perfetto un tempo, un tempo non più lontano di un anno fa e tutto andò a puttane per colpa sua, Dio, forse sono davvero fuori di testa e pensare che sono stato campione regionale di scacchi e una volta pubblicarono addirittura una mia esposizione sulla cibernetica ed il mondo virtuale in una rivista per amanti del Personal Computer, credo si chiamasse Clic, o qualcosa del genere e ricordo mi stettero dietro parecchi mesi per cercare di convincermi a collaborare con loro per farmi scrivere qualche articolo di tanto in tanto, ma io avevo l'università da concludere e non mostravo il benchè minimo interesse a far sapere a tutti quanto fossi bravo... cazzo come sono cambiati i tempi. In quel periodo uscivo con Michele e Antonio, Tony per gli amici, ma noi veri amici lo chiamavamo Tonno. Eravamo tre scapoloni perennemente immaturi, i problemi del mondo non ci riguardavano e la preoccupazione di costruirci un futuro non aleggiava mai nelle nostre menti. Frequentavo la facoltà di ingegneria aeronautica ed ero al terzo anno, Michele che aveva iniziato insieme a me, si ritirò già dopo un mese dagli inizi dei corsi dedicandosi a qualcosa di meno impegnativo quale lavorare con suo padre ad un lavaggio di automobili, non che facesse nulla, comunque si trovava sempre con le tasche piene, un po' perchè suo padre fosse molto generoso e un po' perché lui lo era meno, riuscendo spesso ad arrotondare prendendosi dalla cassa prestiti che non avrebbe mai restituito.
Una sera eravamo andati a mangiare una pizza in un locale, "il Generale", che ormai poteva considerarci di famiglia, tante erano le volte che ci ritrovava lì in quell'ultimo mese. Fu il turno di Michele di offrire e lui, classico esibizionista, fece servire un menù da farti scoppiare, troppe erano le schifezze che ci ritrovammo sopra il tavolo. Avevamo sempre una brocca di vino piena e un cameriere a portata di mano a procurarcene una nuova, appena quella di turno incominciava a svuotarsi. Questo contribuì molto ad incrementare una già innata euforia: ridevamo come cretini trovando divertente qualsiasi cazzata, con il risultato che tutti si voltavano a guardarci ogni qualvolta uno di noi se ne usciva con una battuta stupida che riusciva lo stesso a provocare sonore risate da parte degli altri. Ripeto, eravamo solo un tantino euforici, ma mai del tutto ubriachi, e così in un momento di lucidità mentale mi accorsi di un gruppo di ragazze, sei o sette adesso non ricordo bene, che due tavoli più distanti ci osservava
divertito. Non so cosa dissi agli altri, ricordo solo che mi alzai (non senza barcollare), presi la mia "capricciosa", era la seconda che ordinavo, e ancora tutta intera la portai traballando al tavolo in "rosa". Non badai minimamente alla ragazza che la porsi, una valeva l’altra, sentivo solo le altre sghignazzare come tante oche e questo mi piaceva. -E' per me ?- Mi domandò questa con una voce insignificante e terribilmente comune -No, è per me, potresti tagliarmela? Io odio tagliare la pizza! - Chiesi io convinto di aver fatto la proposta più spassosa di questo mondo, ma lei dovette prendermi sulla parola visto che senza fare la minima piega, cominciò a tagliarmela in diversi pezzettini precisi. Le altre continuarono a ridere e io mi girai ad osservare i miei amici che, dall'altro tavolo, se ne rimasero seri a guardare l'evolversi della situazione. Credo che lei sorridesse, o almeno così pensavo allora, oggi non ne sono però tanto sicuro. –Ecco a te!- Mi offrì la pizza girandosi a guardarmi con un sorriso
brutto, forse per via di una bocca troppo larga, ma con i suoi occhi che erano di quelli che ti catturavano appena si fissavano sui tuoi, un azzurro così intenso che ti ci potevi perdere. Io balbettai un ringraziamento sgrammaticato che provocò un nuovo accesso di ilarità, ma invece di riprendermi la pizza, tornai al mio tavolo dove, senza nemmeno dare un'occhiata ai miei amici, presi la mia sedia e la trascinai là dove mi attendeva la mia capricciosa che oramai non avevo più alcuna voglia di mangiare, ma dove soprattutto, anche se ancora non lo sapevo, mi attendeva lei!
Non so bene quando m'innamorai di lei, il tutto iniziò per gioco, un po' per dimostrare le mie capacità di conquistadores ai miei amici, un po' sempre per quel maledetto vino, però accadde che la invitai ad uscire con me per il giorno seguente ed è da lì che …. tutto iniziò o tutto finì, fate come preferite !
Ieri sera mi è venuto a trovare Tonno, ormai sono sempre di meno le persone che vengono a farmi visita, non credo che abbiano paura di me, penso invece che sia l’imbarazzo di non sapere come comportarsi se io dovessi sbavare oppure mettermi a gridare qualcosa di incomprensibile, o dire di essere Gesù Cristo o Cristoforo Colombo, o magari tutti e due assieme, in questo piccolo paese di mare, i pazzi sono tutti uguali e se sei stato etichettato come tale devi per forza sbavare o elevarti a Gesù, non ci sono versi. Tonno è salito su in camera mia, mi ha fatto terribilmente piacere che sia venuto, ma non mi andava di chiedergli di tornare, era troppo penoso vederlo distrecarsi in tentativi assurdi di fingere di trattare con una persona sana di mente, sembrava mia madre, santa donna. Abbiamo chiacchierato per un'oretta di cose senza senso e per nulla interessanti, ma il solo fatto di avere con me qualcuno con cui parlare servì a ricordarmi di essere ancora vivo. Mi ha raccontato dell'estate ormai passata e delle varie
manifestazioni che mi ero perso, era venuto Claudio Baglioni a dare un concerto in paese quell'anno, il mio idolo da sempre, ma oggi non mi sembra tanto tragico il fatto di non esserci andato, Tonno invece c'era stato e fece di tutto per raccontarmelo alla perfezione, intonandomi delle strofe di tanto in tanto con la sua voce da canarino strangolato, in modo da spiegarmi meglio i momenti particolari che avevano caratterizzato quella esibizione. -Michele avrebbe fatto di tutto per andarci -Affermai io e Tonno, come se avessi detto chissà quale frase blasfema, cambiò subito argomento iniziando a parlarmi delle partite di calcio. A lui Michele deve mancargli parecchio, erano legatissimi e alle volte stando con loro due mi sembrava di essere di troppo, come quando si sta in mezzo ad una coppia di fidanzati, Michele era la mente e Tonno il braccio di un duo tanto affiatato quanto diverso negli elementi e penso che per il buon vecchio Tonno, insieme con Michele, se ne sia andata parte di se stesso. Quando uscì
da camera e da casa mia, erano trascorse all'incirca due ore che per me parvero volare, mentre sono certo, per lui saranno state interminabili, così dopo essersi inventato una platonica scusa, fu lestissimo a dileguarsi.     [ avanti » ]

di Sebastiano Cannarsa