La bambina urlò nella notte ancora una volta.
La madre si alzò dal suo letto e si diresse con passo affrettato nella stanza della figlia: aprì la porta e andò a consolarla come sempre, sedendosi accanto a lei sul lettino e accarezzandole i folti capelli corvini.
La bimba disse con voce spaventata: - Era un incubo! C'era sangue dappertutto, sulle pareti della stanza, vicino ai miei piedi.......Ho avuto paura!-
- Era soltanto un sogno, Rebecca. Solo un orribile sogno.-
- Ma era così reale......-
La porta della stanzetta si aprì di nuovo: l’uomo rimase sulla soglia mentre chiedeva con voce calma alla bambina: - Ancora brutti sogni, piccola?-
- Sì, papà! Era orribile!-
- Tranquilla, Rebecca! Ci siamo qui noi, ora. E’ tutto finito.-
- Sì, ma….posso venire a dormire da voi?-
- Ma Rebecca!- Rispose la madre – Non sei più una bambina: oramai sei grande, no? Ora stenditi e cerca di dormire.-
La bimba si rannicchiò nuovamente sotto le coperte rimboccate amorevolmente dalla madre e cercò di riaddormentarsi.
I due spensero la luce e richiusero piano la porta della cameretta, per poi tornare nel loro letto.
Lei sospirò dicendo: - Ancora quel sogno orrendo.-
- Come mai, oramai sono due mesi che sogna sempre la stessa cosa......- rispose lui pensieroso.
- Non lo so. Chissà che le facevano a casa sua! Ma hai visto con chi abitava? Povera piccola....-
- beh, ora l‘abbiamo adottata, no? Eppure i suoi incubi non smettono…. -
- E se dicesse la verità? Anche io di notte sento strani rumori....-
- Ti ci metti anche tu? Già abbiamo adottato una ragazzina che ha probabilmente qualche disturbo…..per favore!-
Il marito si rigirò tra le coperte e dette le spalle a lei, che con voce agitata disse: - Cosa vorresti dire? Lei è tua figlia ora, e ne parli come se fosse una estranea! Persino il tuo sguardo quando vedi lei è diverso….Ricordati che l’hai voluta tu, una figlia.-
Lui si alzò di scatto dal letto e le rispose urlando: - Certo, ora è colpa mia se tu non puoi avere figli, vero? Avanti, accusami pure, cosa aspetti?-
- Io…-
Un rumore proveniente dalla stanza della bimba li fece tacere per qualche istante; con voce soffusa lei continuò:- E se ci avesse sentito?-
- Mah, non credo che possa sentirci da là in fondo.. e comunque chi se ne importa.-
- Mettiti nei suoi panni: a chi piacerebbe essere rifiutato per ben due volte nella vita?-
- Va bene, smettiamola….- L’uomo si risedette sul letto e continuò: - Comunque non sappiamo ancora come farle passare quegli incubi: ho provato di tutto..-
Lei esitò, poi disse: -Ci penseremo domani, va bene?-
- Va bene. Ma 'sta volta dobbiamo fare veramente qualcosa: questa storia va avanti da troppo tempo.-
L’uomo sospirò, poi la moglie gli diede una carezza sulla spalla e lo invitò a rilassarsi.
I due spensero le luci dei rispettivi comodini e si addormentarono.
Gli occhi della bimba brillavano nel buio mentre le lacrime le rigavano il viso scorrendo lungo le guance: erano mesi che i due litigavano per colpa sua e dei suoi incubi, lei li sentiva ogni notte. Era dispiaciuta di non piacere come figlia neanche a loro: forse c’era qualcosa in lei che non andava, forse era lei ad essere cattiva….
Si mise seduta sul letto e si asciugò le lacrime con le lenzuola; per consolarsi si mentre osservava con timore e curiosità l’oscurità che la circondava, immaginando come amici delle figure fiabesche che si nascondevano nelle ombre della notte…. ma quando chiudeva gli occhi, era sempre lì: l'uomo di sangue l'attendeva.
Era sola a lottare contro quella figura disgustosa, che ad ogni minuto si ingrandiva, sembrava che la volesse inghiottire........
Ma quella volta non avrebbe gridato, se lo promise, non si sarebbe opposta al suo destino: infondo se lei svaniva i suoi non avrebbero più litigato a causa sua. L’uomo di sangue le si avvicinò, segnando il suo passaggio col liquido di cui egli stesso era fatto, e la guardò; lei vide per la prima volta i suoi occhi, due scuri rubini scintillanti ai raggi della bianca luna che filtravano dalla finestra.
- Come mai non gridi questa notte?-
La creatura parlò anche se non si aprì nessuna bocca.
- No. Io non griderò più: cosa vuoi da me, vuoi rapirmi?- La voce della bimba era un fievole sussurro tremolante.
- Non griderai? Davvero? E se ti dicessi che verrai nel mio regno sotterraneo per sempre e non potrai più uscire? Diverrai come me e vivrai per infestare le menti delle altre persone: l’unico sentimento che avranno nei tuoi confronti sarà l’odio e il terrore. Allora, cosa ne pensi?-
- Non mi importa più….Fai ciò che vuoi. In questo mondo non ho ragione di esistere. -
L’uomo prese in braccio la bimba e la guardò nei profondi occhi neri: sentì tutto il dolore della piccola, avvertì la sofferenza e le sussurrò: - Nel mio mondo però non sarai mai sola…. Avrai sempre qualcuno che ti vorrà bene, io non ti lascerò mai sola-
Lei poteva sentire il corpo caldo e vischioso di lui e con le bianche braccia lo abbracciò mentre la sollevava e la trasportava fra i meandri dei suoi incubi peggiori….

di Uriel