Il ragazzo, anche quella sera, stava percorrendo la ripida scogliera rocciosa, volgendo lo sguardo al vecchio faro, che nell’oscurità della notte appariva ancora più antico e spettrale.
Camminava lento fra le macerie; la vecchia casa che fiancheggiava il faro lo aveva sempre affascinato, i due edifici popolavano la sua fantasia sin da quando era piccolo e ora che avevano deciso di demolirli, si sentiva molto triste: per lui la casa e il faro erano come una vecchia coppia di sposi, indivisibili.
Ripensò alle molte leggende sul posto che contribuivano a dare una luce misteriosa alla scogliera, leggende a cui lui non aveva mai creduto. Rise al pensiero della sua ragazza, che evitava da sempre quel luogo: per lei era infestato dai fantasmi. Era incredibile come la gente credesse sempre a tutto……
Continuò a camminare distrattamente fino a quando scorse, poco lontano da lui, una giovane ragazza stante sul ciglio della scogliera: guardava il mare, lo sguardo perso in misteriosi pensieri mentre il vento agitava i suoi lunghi capelli biondo cenere; il vestito bianco che aveva era di lino leggero, e ad ogni alito di vento esso si piegava e gonfiava in mille forme diverse, come se fosse fatto anch’esso d’aria.
Il ragazzo, guardandola così vicina al baratro, corse verso di lei che, al rumore dei passi che si avvicinavano, si girò lentamente e lo guardò negli occhi: il ragazzo rimase incantato dagli occhi di lei, di un blu profondo come il mare, anche se velati dalle lacrime che scendevano copiose sulle guance biancastre.
- Ragazza, perché piangi e stai così vicina al baratro? Potresti inavvertitamente perdere l’equilibrio……Non hai paura di morire?-
- Non preoccuparti per me, giovane ragazzo, anzi, vai via da qui: non hai sentito le leggende che girano su questo luogo?-
- Io? Sì, ma non credo a queste cose….Vieni via di lì, ti prego…. mi mette a disagio il fatto……insomma, potresti cadere….-
Il ragazzo porse un braccio a lei, che però rifiutò scuotendo il capo, si girò verso il mare agitato e continuò:
- Dimmi, piuttosto, cosa ci fai qui?-
- Io…. vengo sempre qui, di sera,….mi piace. È come se qui avessi un ricordo, ma non so spiegarti bene.. Mi sento a casa in questo luogo.-
La ragazza lo guardò sorridendo e fece cenno a lui di avvicinarsi un poco; lui lo fece, attratto da quella misteriosa giovane donna vestita di bianco e stette per un po’ a guardare la sua pelle bianchissima, resa ancora più pallida dal chiaro di luna. Lei ruppe il silenzio creatosi dicendo:
-Sai, c’è una leggenda su questo posto che mi piace particolarmente: parla di una ragazza di nome Luise, venuta ad abitare un giorno proprio in quella casetta vicino al faro, che all’epoca era ancora agibile. Viveva lì col suo ragazzo, erano veramente felici. Un giorno però il ragazzo scomparve nel nulla: l’ultima persona ad averlo visto fu lei che, fra le lacrime, dichiarò agli investigatori che lo aveva visto mentre si gettava dalla rupe: aveva tentato di fermarlo gridando il suo nome ma, secondo il racconto di lei, lui si voltò, le sorrise e saltò.... trovarono il corpo in fondo alla scogliera. Nessuno sa se si era suicidato o se…. era stato ucciso.-
- Che storia strana……hai dei gusti macabri, eh?! Comunque secondo me si è suicidato. Non poteva essere stata la ragazza, è ….impossibile,….no?!-
Il vento divenne più forte.
- Mi levi una curiosità?- Disse lui alzando la voce per via del vento: - Ti piace proprio stare lì?-
- Sì, si vede il mare che s’infrange sulle rocce….Vuoi venire a vedere?-
Il ragazzo si avvicinò a lei, che allargò le braccia per accoglierlo in un ultimo, fugace bacio d’addio.

di Uriel