Nel mondo dell’oscurità, del dolore e della paura, vi è un giardino ove demoni e altre creature della notte a volte si soffermano a guardare indietro nel tempo.
Ovunque si scorgono rovi, resti di alberi secolari, foglie e fiori secchi che come ossa umane coprono il pavimento di quel cimitero di piante.
Tutto sembra morto da tempo immemorabile, tutto sembra recar con se solo vecchi ricordi. Ma al centro di quel tetro giardino si scorgono due sole piante ancora verdi, circondate ognuna da un recinto altissimo e dorato, con delle punte aguzze come canini sulla sommità, divise solo da una piccola fontana da cui sgorga l’acqua del vicino Lete.
Pur serbando ancora un po’ di colore, sembrano morte anch’esse, rinchiuse nel loro inaccessibile guscio di metallo, lontane come sono dal tocco della mano di qualsiasi creatura, raggiungibili solo da sguardi a volte incantati, a volte spaventati o solo curiosi.
Ma c’è una notte in cui anch’esse si ridestano e si affacciano alla loro vita nel mondo della morte.
Ogni notte di luna piena, nel giardino si scorge una luce illuminare quella parte al centro del giardino, mentre curiosi spiriti si affollano tutt’intorno in silenzio.
Lucifero con le sue meravigliose ali sembra abbracciare quelle piante, che per alcune ore si liberano dalla loro latebra, sicure sotto quelle ali rassicuranti.
Lucifero inizia allora a narrare ogni volta quella storia così lontana ormai, di tanti secoli fa, ricordando un fratello e una sorella che si trafissero con le spine del loro cuore inquieto e tormentato, e pur di salvarli, di evitare loro una banale sepoltura mortale, furono trasformati in queste piante così belle e pericolose, piene di lunghe e acuminate spine, che si stagliano fiere al centro del giardino del male.
Il cuore del demone sembra rivivere per un attimo, e i suoi occhi piangono lacrime fatte di sangue che cadono sulle foglie del fratello e della sorella un tempo tanto amati, e in mezzo a quel buio, a quel mondo spento, fioriscono all’improvviso due fiori d’ineguagliabile bellezza, uno da ogni pianta, destinati a morire nel giro di poche ore…
Altri demoni osservano il prodigio, e sembrano scorgere nei petali di quei fiori i volti di coloro che li hanno fatti nascere…quei due che tanto soffrirono, e che sono destinati a farlo in eterno, ma che con quelle gocce di sangue piante dal fratello, come una magica rugiada che può far brillare tutto di nuovo, anche solo per una volta, per un solo breve istante, per poche ore in una notte, risplendono per un attimo prima di tuffarsi di nuovo nell’oblio e nelle tenebre, aspettando la prossima luna piena per far rivivere quelle giovani vite e i loro perduti sogni ed amori, nel ricordo di quel mondo un tempo perfetto che fratel Lucifero abbandonò ancor prima di loro, preparando intanto il loro luogo di dannazione e riposo eterno.
In quella notte, ogni mese ormai da secoli, il demone mentre chiude le grandi serrature dei due recinti, inizia a cantare una soave e triste melodia che narra quella storia, seguito da un coro toccante di tutte le creature inquiete che vagano in quel luogo, e se ne va volando, aprendo le ali maestose, volgendo un ultimo ed intenso sguardo agli angeli caduti Saguaro e Pristine.

di White Rose