Un tempo, qui a “…” anche ERA si riversava (al sabato) su quei marciapiedi non sufficientemente larghi nel centro della città. Il suo ritrovo?
Proprio lì su una delle gradinate all’interno della galleria “…” dove si potevano trovare i negozi dell'alta moda.
ERA, in quel famoso sabato, si ritrovò su una delle due gradinate ad un orario insolito per incontrare i suoi compagni, però quello strano individuo pareva proprio che la conoscesse e aveva un aspetto alquanto familiare.
Era, imbarazzata e confusa, dalla mente offuscata dal troppo fumo assecondò quell'individuo seguendolo in quel che sembrava assurdo che fosse il suo appartamento.
La terrazza del salotto si affacciava su la gran piazza che prendeva il nome dalla chiesa lì sita; la cattedrale più controversa di quella città. Ad un'esperienza che si prospettava emozionante Era non poteva, come bigotta,
rispondere: no grazie! Nulla dell'arredamento allontanò ERA da quell'idea che l'appartamento non fosse l'abitazione di quell'individuo. Solo un libro attirò di sfuggita la sua attenzione. L'opera stava sullo scrittoio del salotto; ERA non aveva idea di chi potesse essere ANATAS RONGIS. Le
venne una gran sete. Da perfetta padrona di casa sapeva bene dove avrebbe trovato bicchieri, Amaretto e succo d’arancia. Mandò giù il liquido del bicchiere e comunicò a quell'individuo il desiderio di andarsene:
- Basta! Vado a casa!
- Quale casa, perché tu, ERA, hai una casa?
- Che stronzo, ma chi cazzo sei!
Il lunedì al ritorno dal liceo, ERA trovò sulla scrivania della sua camera un pacco dal mittente anonimo, lo scartò e con suo non stupore bensì terrore riconobbe il libro che quell'individuo aveva nella sua abitazione: i racconti di ANATAS RONGIS. Non fu colpita da una gran sete, ma da una fame di curiosità, senza però staccarsi di dosso quel senso di terrore che aveva fatto suo. Sfogliò le pagine odorose di muschio e si fermò su uno dei trentatré racconti e con voce bassa e strozzata entrò nella lettura:
- Basta! Vado a casa!”
- Quale casa, perché tu, ERA, hai una casa?
....


di Libera Càrpino