Mio Dimitri,
mio angelo oscuro,
mio padre, mio fratello, mio amante,
mio tutto…
…quanto tempo è passato, ormai? Non lo so più: giorni, anni, secoli…che importanza hanno le date…tu sei vivo nel mio presente, grazie a ricordi che si rincorrono vorticosamente nel mio cervello, nel mio cuore, nella mia carne…
…ricordi…
…come quello del nostro primo incontro.
Una squallida bettola di Marsiglia, dove io lavoravo come sguattera…appena sedicenne…sola al mondo e circondata da un padrone maiale e da sudici ubriachi, come nel peggiore dei romanzi d'appendice.
Cosa provasti la prima volta che mi vedesti? Tenerezza, pietà…desiderio?
Non l'ho mai saputo…ricordo bene, però, ciò che pensai io: che eri l'uomo più bello che avessi mai visto!
Lunghi capelli castani, che mandavano bagliori tizianeschi nella fioca illuminazione della taverna…occhi neri, impenetrabili, due pozzi senza fondo…mani perfette, quasi femminee…ed una statura tale da incutere timore e rispetto anche al più attaccabrighe del locale…
Come logica conseguenza, mi innamorai di te…la disperazione mi diede il coraggio (o la sfrontatezza, se preferisci) di offrirmi a te, supplicandoti di portarmi via.
Tu mi fissasti, i tuoi occhi magnetici nei miei bagnati di lacrime…te ne andasti, ed io rimasi cinque notti ad attenderti…sentivo che saresti tornato…
E così fu.
Facesti di me la tua pupilla…mi desti un'istruzione, abiti sfarzosi, gioielli finissimi…doni magnifici che non riuscirono a far tacere i mille dubbi che mi assillavano: perché uscivi solo la notte? Dove ti recavi quando non mi volevi con te? Da dove provenivano tutte le tue ricchezze, così ingenti da sembrare infinite?
Perché, a volte, mi fissavi con indicibile tristezza, sfiorandomi i capelli?
…ricordi…non ricordo, però, la notte in cui conobbi la risposta a tutti questi interrogativi.
Buio…oblio…il battito incessante di un tamburo…ed infine la sete bruciante che mi riportò cosciente tra le tue braccia…
Da quel momento, no ci separammo mai.
Mi insegnasti tutto ciò che avevi appreso nel corso dei secoli…e trascorremmo notti indimenticabili.
Vagavamo per i vicoli delle città alla ricerca di vittime, ci intrufolavamo nelle dimore nobiliari in occasione dei balli, ci deliziavamo con le prime nei teatri delle grandi capitali europee…
…ma i momenti a cui penso con maggior tenerezza e malinconia, sono quelli in cui ci limitavamo a stare seduti su una panchina del parco, o in mezzo alla brughiera, o tra le rovine di un castello…tu mi prendevi la mano, mi citavi brani da "Sogno di una notte di mezza estate", il tuo dramma preferito, e improvvisavi versi per vedermi sorridere, arrossendo di fronte all'immensità dei tuoi sentimenti…così umani, dopotutto.
Ma tutto questo finì, brutalmente, dolorosamente.
…perché amore mio? Cosa ti spinse a prendere una decisione così disperata?
Mi avevi raccontato di vampiri vecchi, delusi, amareggiati che, giunti ad un certo punto della loro vita immortale, decidono di chiudere i conti….ma tu, tu eri forse vecchio, deluso, amareggiato?
Se è così, io non me ne accorsi…e questo è ciò che più mi far star male…
…la mia sofferenza…è stata troppo grande, troppo lunga, troppo devastante per poterla ridurre in poche parole.
Nonostante tutto, però, non ti seguii…no, non lo feci…e credo che non lo farò mai, ma chi può dirlo?
Forse sono troppo coraggiosa, o troppo codarda…ma il fuoco, oh Dio, il fuoco! Solo pensare di…
…basta!
Basta.
Il rogo si è spento da lungo tempo, oramai…le tue ceneri sono state sparse dal vento, come desideravi…spero solo che tu abbia trovato la pace che cercavi…
Io non ci sono ancora riuscita.

Ti amo, ti amerò sempre…
…per l'eternità.

Tua Carmilla