Era già buio quando mi svegliai…come sempre…da anni e anni….i ricordi della notte precedente tardavano a riaffiorare, è una notte come le altre, per chi come me è costretto a viverle… mi guardo attorno, gli altri ancora dormono…qualcuno di loro morirà stanotte, o magari nessuno, ma prima o poi succederà…la sete…sento la forza rifluire nel mio corpo, il mio corpo morto…ma la sete…voi umani non potrete mai capirla…non è come la vostra…è sete di vita, è la depressione più profonda e buia che potete immaginare,la depressione che porterebbe molti di voi al suicidio,ma che ci porta all’omicidio…
Si sveglia Man,le sue sensazioni sono come le mie…mi torna in mente di quando, passeggiando nei boschi di un’Irlanda ancora libera, lo trovai agonizzante a terra, e lo salvai donandogli la vita eterna, la mia vita eterna… non è poi così male, la nostra vita, voi ci disprezzate, dite che siamo malvagi, ma ammettetelo, non è forse soltanto la rabbia di non essere l’ultimo anello della catena alimentare? Cosa dice la gazzella del leone?
E voi? Allevate animali al solo scopo di cibarvene, tagliate ali e becco a polli e galline, che dalla nascita non sono mai stati liberi, selezionate i loro cuccioli per maschi e femmine e gettate in contenitori bui e stretti quelli che vi servono, da spedire alle ‘Fabbriche di Polli Arrosto’ … avete mai sentito le loro urla, i loro gemiti, i loro lamenti impauriti?
Ma non pensate che io vi condanni per questo, vi capisco, ma voi ci condannate per più futili motivi, vi togliamo forse la libertà? Vivete la vostra vita, prima di incontrare uno di noi.
Intanto si stanno svegliando un po’ tutti, anche la mia amata: Lili.
La sua mano stringeva la mia e non me ne accorgevo neppure…devo trovare una preda…del sangue…
“Sarò di ritorno tra poco.”
Le dico, e baciatole le labbra, vado via.
Non le permetto di cacciare, sta diventando pericoloso… trovo io per lei le prede.
Vorrebbe dei bambini, ma nessuno, a parte gli Dei, ha diritto di ucciderli.
Vedo una ragazza, mi vedo nei suoi occhi e leggo l’ammirazione che suscito in lei.
Ha un vestito nero, lungo, stretto. Copre le sue spalle con un velo nero trasparente,è bella, troppo bella, i capelli neri lunghi fanno da cornice ad un viso truccato di una leggera pallidezza, gli occhi grigi definiti da un tratto leggero di matita nera… il suo profumo aspro ma estremamente piacevole, oh Dea, sembra quasi una vampira, ma il suo è soltanto un gioco.
Mi segue, tenta di avvicinarsi, ma no, non posso nutrirmi di lei… non ho mai potuto nutrirmi di ragazze… non posso stroncare un così bel fiore… è l’ultima cosa che mi lega ad una umanità ormai perduta da tempo… sparisco, entro in un vicolo.
“Ragazzo, hai qualche spicciolo?”
Un barbone…l’unica cosa che nei secoli dei secoli mai ha cessato di esistere. Anch’io lo sono stato a volte…sì, gli lascerò un po’ di denaro.
Gli offro una banconota da 20 Euro. E’ felice, mi ama, ma allo stesso tempo mi odia per la mia ricchezza.
Sento delle urla, dei canti, delle risate.
Un gruppo di ragazzi dalla testa rasata sta malmenando un ragazzo dai capelli lunghi.
Ho trovato il cibo, un sorriso si dipinge sulle mie labbra,finalmente le prede giuste, ma sono troppe, vorrà dire che mi divertirò un po’.
Mi avvicino, le loro teste rasate rasate riflettono parzialmente la luce dell’unico lampione, sono vestiti tutti uguali, sembrano dei sosia, oggi voi direste cloni…
Sento uno di loro dire:
“Allora, zecca di merda, ti tagliamo i capelli?”
“Non sono una zecca, figlio di puttana!”
Risponde il ragazzo dai capelli lunghi e gli sputa in faccia.
Ha coraggio, questo ragazzo, ma poca saggezza, i “rasati” ricominciano a picchiarlo con catene e bastoni… è il momento di intervenire.
“Anch’io ho i capelli lunghi, vi crea problemi questo?”
“ tu che cazzo vuoi, ne vuoi un po’ anche tu?”
Mi risponde uno, suscitando le risa degli altri…poveri idioti, sono già tutti morti…lo stesso che mi ha risposto si avvicina e tenta di darmi un pugno,gli afferro la mano, stringo, sento il rumore delle ossa che cedono,si spaccano,aveva un tira-pugni attorno alla mano, il ferro si piega e lascia la mano in una posizione innaturale,il tanto coraggioso rasato urla, piange di dolore e non crede in quello che gli sta succedendo, tenendolo per la mano, lo scaglio contro il muro.
Il suo cranio si spacca lasciando macchie e cervello sul muro.
E’ morto, ho esagerato, ma non importa, sarebbe morto comunque questa notte, in un modo o in un altro.
Gli altri tre non sanno cosa fare o pensare, il ragazzo dai capelli lunghi è ora in ginocchio, mi guarda da sotto una maschera di sangue e neanche lui sa cosa pensare, ha paura, ma perché non sa cosa sono.
I rasati brandiscono i bastoni e nonostante i loro corpi possenti sembrano conigli. Scappano, ma non fanno in tempo, li raggiungo e uno di loro si gira per colpirmi, apoteosi della lotta per la sopravvivenza. Dal canto mio, non faccio altro che bloccare il bastone e sferrargli un pugno sul petto. Lo sterno si spezza e le costole seguono il suo esempio, conficcandosi nei polmoni, il ragazzo cade a terra boccheggiante, sta per morire e lo sa e non vuole crederci.
Tramortisco gli altri due e li prendo sotto le mie braccia, li porterò nel rifugio dove io e Lili consumeremo il nostro banchetto.
Mi volto e guardo il ragazzo che ho salvato: pallido in volto,trema come una foglia scossa dal maestrale, cerco di non pensare che perde sangue dalle numerose ferite.
“osa sei?”mi chiede balbettando.
“Non ci crederesti.”
Rispondo, e, detto questo, sparisco.

Cazzo! Skin-heads!
Eppure devo passare proprio di lì…se tornassi indietro darei ancora più nell’occhio…bhè, vado avanti, non importa, cazzo mica possono aggredirmi così!
Sono qui, in questo cazzo di vicolo troppo buio vicino al ‘Transilvania’, parlano tra loro,non sembrano accorgersi di me, direi che sono ubriachi… come me d’altronde… magari non mi insulteranno neanche… passo.
“Oh! Capellone di merda!” appunto. Speranze fallite. Questo è l’urlo di uno di quelli, mi giro, sono tutti uguali al buio.
“Raga’ guardate! Un capellone!” poi rivolto a me:
“Vieni qui se hai le palle, frocetto!”
“Vaffanculo!”
No. Non è vero. Non posso essere stato io. Non è possibile. Non posso averlo mandato davvero affanculo! Non posso essere stato così idiota!
Ma è così. Lui sorride, non stava aspettando altro.
Mi viene incontro.
Sono fottuto.
Mi vengono tutti incontro.
Sono morto.
O magari me la caverò con qualche costola rotta, un trauma cranico ed una gita in ambulanza su per viale di Trastevere con destinazione l’Ospedale S. Camillo, giusto per essere positivi… ma cazzo, mi difenderò.
Mi arriva vicino quello che ho insultato. Attacco, a testa bassa, lo colpisco, ancora, ancora e ancora, poi qualcosa di durissimo impugnato da uno di quei bastardi si schianta sulla mia testa, cado in ginocchio, non capisco più nulla, continuano a colpirmi ma sono troppo concentrato a soffrire per il colpo alla testa per sentire altri dolori.
Ora uno mi regge e un altro mi prende a pugni in faccia,le sopracciglia sono andate e mi cala un velo sanguigno su occhi e bocca… sono contento che almeno loro si divertano… non riesco neanche a pensare, sputo saliva insanguinata in faccia al bastardo che ho davanti… un attimo di insulti nei miei confronti e ricominciano a picchiarmi, ma ad un tratto una voce, fredda, tagliente:
“Anch’io ho i capelli lunghi, ti crea problemi questo?”
“AIUTAMI CAZZO AIUTAMI!!!”
vorrei dire, ma dal mio corpo riesce ad uscire soltanto sangue ed un rantolo del cazzo.
Mi lasciano, cado a terra, stremato, sono rannicchiato su un fianco, in una posizione quasi fetale, tossisco e sputo sangue, ma riesco a vedere la scena, lui, il mio amato salvatore, è ritto davanti a uno di quei bastardi, lo studio: ha una giacca di pelle nera, lunga fin sotto le ginocchia.
Jeans neri, stretti, capelli corvini lunghi e lisci che scendono sotto la schiena, ma la cosa indimenticabile è il suo viso, liscio, di un candore innaturale, sembra brillare al buio, è senza età, cioè sembra che abbia la mia età, diciotto anni, ma i suoi occhi non sono come i miei, no che non lo sono.
Poi la follia: senza alcuno sforzo ne afferra uno per una mano, vedo lo Skin contorcersi dal dolore, senza alcuno sforzo lo scaglia contro il muro, e quando dico lo scaglia, intendo che lo fa’ volare per due metri ed il suo volo è fermato solo dal muro, sul quale rimane una macchia rossastra, ma cazzo un volo di due metri, lanciato come un aeroplanino di carta!
Gli altri indietreggiano, scappano.
Lui scompare.
No.
Non è possibile, devo esser io a star male, non può essere sparito così!
Ma non faccio in tempo a pensarlo che lui è già ricomparso davanti ai tre fuggiaschi, da un pugno sul petto di uno, che si accascia a terra sputando sangue, cazzo tutto questo con un solo misero pugno, lui è in piedi, guarda i rimanenti due, non si muove, loro cadono a terra svenuti.
Sono sempre qui sdraiato a terra e lo guardo, mantiene sempre la stessa espressione indifferente, ma non so come, mi sento sicuro.
“Cosa sei?” chiedo, con un filo di voce.
“Non ci crederesti.” risponde, sorride e li vedo. Li vedo. LI VEDO. Due cazzo di canini bianchi come l’avorio e lunghi, no, non come quelli dei film, più corti, ma sempre più lunghi dei miei, inumani.
Sparisce di nuovo, portandosi dietro i due sopravvissuti, non so perché, ma credo non sia andata bene neanche a loro…
…rimango da solo con i due skin morti. Il cellulare. La polizia. Devo chiamare la polizia. Un dottore. L’ospedale. Un letto. Il cellulare. Devo prenderlo. Ogni movimento è come una coltellata. Il cellulare. Ce l’ho. Ce l’ho! In mano. Spento. CAZZO! Dio ti prego se ci sei lassù fa’ che non sia rotto cazzo fa’ che non sia rotto cazzo fa’ che non sia rotto si accende SI ACCENDE!Sì CAZZO Sì!Si accende ma cos’ha lo schermo? Non si vede niente, un agglomerato di pixel sparsi, chissenefrega!Me ne compro altri dieci di cellulari con schermi ultra-lusso appena mi riprendo, ma ora DEVE funzionare con o senza monitor!113…suona, sì!
“Polizia di stato” La voce da centralinista del centralinista.
“Sono nella traversa di viale Trastevere dopo piazza Mastai, mi hanno pestato a sangue venite ho bisogno di un medico… ci sono due morti…come chi sono i morti?… due di quelli che mi hanno pestato…no che non sono stato…CAZZO MA ME LA MANDATE O NO ‘ST’AMBULANZA???…Sì che aspetto qui, dove vuoi che vada?!”
Riaggancio. Aspetto. Sdraiato a terra. Qualcuno sta usando la mia testa come una batteria e purtroppo sta suonando un pezzo di Burzum.Sono proprio morti quei due bastardi.Come ci godo… cosa racconto alla polizia? Che mi ha salvato un Vampiro?
Che bello, vedo già i titoli di domani:
‘Ragazzo ubriaco uccide due suoi assalitori e dice di essere stato salvato da un vampiro’
‘Ragazzo si crede vampiro’
Ma poi sono sicuro di quello che ho visto?
In fondo ero ubriaco… è impossibile! Allora come te lo spieghi? Come me lo spiego? Non me lo spiego, ecco come me lo spiego!
“Giulio tu hai letto troppi libri di Anne Rice!”
Mi suggerisce la vocina razionale nella mia testa. La odio. E’ la voce della mia professoressa di matematica delle medie.
Odio lei e la matematica tutta.
Ma ha ragione.
Non può essere vero.
Allora cosa era?
Un vampiro. E’ semplice no? Cosa c’è di strano, l’ho visto…

di M0rdreD