Sentivo l’orologio ticchettare, ero seduto sulla mia poltrona di pelle nera e tra le mani stavo facendo fumare una pipa appena accesa, mentre avevo gli occhi sgranati rivolti verso la mia immagine riflessa sulla vetrina, che conteneva il pendolo da cui proveniva il ticchettio.
Una sola parola nella mia mente "perché?".
Lì, sbarbato, con la camicia nera aperta dal caldo, senza il piercing al sopracciglio e al suo posto un piccolo buco, la bocca spalancata, con la gola e la bocca secca dall’afa. Nell’altra mano reggevo un bicchiere di vetro, della stessa fattura di quelli di ogni nonna, e dentro una frizzante bevanda dolce, con qualche cubetto di ghiaccio.


Perché sono seduto qui e a cosa sto pensando?.

Questo ora era l’articolazione dei miei pensieri, nati dal primitivo "perché". Si iniziavano a schiarire le idee ma non completamente. Si sentii fuori dalla stanza il cinguettio di un passero che si stava adagiando sulla ringhiera e continuando a cinguettare mi fissò e mi disse: "Che stai facendo? Non è bello". Io mi voltai abbandonato verso il balcone e mi dissi "Gli animali sono ingenui e non capiscono. Non capiscono niente.". Il passero prese coraggio e volò verso l’orologio, si voltò ancora saltellando verso me e mi disse: "tu stai pensando a non farlo, ecco a cosa stai pensando. Non lo fare.". "Voi non avete mai amato, arriva il momento dei calori per te, per lei, saltellate e il minuto dopo continuate a volare verso sud o verso nord, a seconda del caldo o del freddo. Che vita di merda." "La nostra? Guarda la tua e a quello che hai in mente." "Mi basta aver vissuto quel poco, quei tre mesi mi sono piaciuti e molto." "Tre mesi per un corteggiamento e neanche andato a buon fine. Perché corteggiate se non vi volete riprodurre entro dieci secondi?" "Perché è bello sapere che hai bisogno di qualcuno che ha bisogno di te. Per vivere, per parlare, per sfogarti, per amare, per passare una vita tranquilla, tra voi passeri nessuno vuole uccidere nessun’altro. Chiunque di noi invece passa l’esistenza pensando come rubare vita agli altri. E l’amore è l’unica cosa che può distoglierti dal voler uccidere gli altri, e un continuo scambio di vita. Io da la mia a lei mentre lei da la sua a me, poi ce la restituiamo, poi ce la torniamo a scambiare, così per sempre, analizzando e contemplando ogni volta le differenze che le vite fanno toccando la vita dell’altro, e ogni volta cambiano di colore, di consistenza, di sapore e di odore! Mai una volta che scambiandosele tornano uguali!" Il passerò sgranò gli occhietti piccoli come pietrine di bigiotteria e profondi come riflessi in gocciette d’acqua: "Malgrado io possa volare, il destino mi dia il cibo senza che io lavori, abbia favorito alla nascita di centinaia di figli, non posso capire quello che dici, perché non lo potrei mai avere, e non posso ancora capire perché lo fai, perché non avrei mai potuto sperimentare la tua esperienza di quella cosa chiamata amore". Emisi una profonda risata, con la mia voce roca, e gli dissi. appoggiati pure qui sulla pipa, parleremo meglio. Come mai vuoi che non lo faccia?". Il passero volò come richiesto sulla pipa e mi disse "Perché nessuno di noi lo farebbe, solo certi topi lo fanno, quando la terra trema, e si buttano in mare imprudenti, pur non sapendo nuotare. Ma tu non devi scappare, perché ti butti? E tu non solo sai se sai nuotare o meno, ma non sai nemmeno cosa eventualmente incontreresti nel mare.". "L’amore ti allaga il cuore, te lo trasforma in una spugna, e te lo riempie così tanto che poi scoppia, e quando scoppia l’acqua trabocca, su su su su su fino alla mente, poi all’anima, e allora hai bisogno di scappare.". "Non capisco, non posso capire, io l’amore non lo conosco, ma non dovresti farlo, nessuno di noi lo farebbe" "E nessuno di noi si farebbe una rombata con qualcuno che non conosce per qualche misero secondo, in pubblico e solo perché gli tira." "Uomo, viviamo su due mondi diversi." "Animale, alla salute". Bevvi il cianuro e mi abbandonai al sonno ripetendo il nome di lei, fino allo sfinimento dell’intestino. E tutto il resto fu silenzio, carte, pensieri, angosce.


di Edad