Caos, confusione,
niente altro oltre che ad un insieme di immagini sfuocate mischiate con l'oscurità della notte. La carne è debole e la volontà non è abbastanza, ho bisogno di vitae, di sangue niente altro in questo momento mi distacca di più dalla non-vita. Ma finalmente in quell'insieme di immagini e di colori senza senso un ammasso di carne e sangue inconsapevole del sue truce destino si dirige verso ciò che lo consumerà come il tempo non ha mai potuto fare... verso di me. Ormai non mi reggo più in piedi ma sono così vicino alla salvezza che niente in questo momento può impedire l'inevitabile. L'odore del sangue è sempre più vicino finché in un gesto disperato, barcollando in qua e in la come un ubriaco, mi aggrappo a quel collo caldo, odoroso, sensuale e guardo per la prima ed ultima volta quegli occhi intensi inconsapevoli che non potranno brillare mai più alla luce della luna. Senza aver il tempo di accorgermi di ciò che sta succedendo mi ritrovo con i canini che premono sulla pelle della vittima. Il silenzio notturno viene rotto da un gemito, non capii mai se di piacere o di dolore ma in quel momento non era importante. Un insieme di sensazioni mi attraversa come un treno, il paesaggio intorno comincia a girare sempre più forte finché l'umano non muore. Finalmente tutto diventa più chiaro, tutto ha un senso.
Niente in questo momento oltre al piacere provato nel rinnovare le mie origini.

La notte è quasi finita, è ora di far ritorno a casa, il riposo mi aspetta. La caccia è stata stancante stasera. Non vedo l'ora di lasciarmi cadere in quella bara, in quel sonno ancor più pesante che la morte e decretare la fine un'altra nottata da non-morto.

Amo essere un vampiro.

di Lestat, il cacciatore