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Avrebbe giurato, che la lampada dei due uomini che scendevano dalla
torre, traballasse molto di pi che all'andata, come se i due scendessero
le scale barcollando, non era la prima cosa strana che aveva notato
quel giorno, per esempio i due forellini sulla gola dell'attrice erano
veramente realistici, quasi fossero veri, e quel suo pallore, unito a
quello di altri della troupe, ad una specie di stanchezza che sembrava
essersi impadronita di molti. Osservò i due elettricisti che sbucarono
dalla base della torre, nel piccolo cortile del castello, si
trascinavano dietro un cavo ed i loro movimenti gli sembravano indolenti,
come impacciati, si avvicinavano al gruppo elettrogeno al quale venne
attaccato il cavo, come d'incanto il salone al pianterreno, quello dove
mangiavano, venne illuminato a giorno dalle potenti lampade usate per il
set, in quell'istante da una finestra si affacci il regista, "Bel
lavoro ragazzi!", e subito richiuse la finestra. Faceva freddo, si
avvicinò al camino dove ardeva un robusto fuoco, pieno di spifferi
questo posto, pensò, guardando come si agitava la fiamma delle candele.
La casa del guardiano
Abbiamo lasciato il pipistrello svolazzante nel tramonto, nel momento in
cui sembrava essere entrato, ed, in effetti, era entrato, nella casetta
del guardiano, qui si stava svolgendo una scena, che faceva intuire una
gran fretta di fuggire da quel luogo. Alcune scatole erano ammucchiate
al centro della stanza, che era tutta in disordine, il guardiano stava
cercando di chiudere una valigia troppo piena, facendosi aiutare dalla
moglie, che vi si era seduta sopra, così li trovò, il signore della notte,
quando lasci la forma di pipistrello per assumere quell'umana.
"Cos accogli il tuo Signore, Zoltan?".
Il guardiano ebbe un sussulto, nello stesso tempo riuscì a scambiare un'occhiata
d'intesa, con la moglie, come se fossero preparati a quella visita. Era
un ometto basso e tarchiato Zoltan, quasi calvo, che indossava dei
buffi pantaloni infilati negli stivali ed un sudicio giubbotto chiuso
fino al collo, con insospettabile agilità si gettò ai piedi del convenuto
e con una vocina stridula cominci a dire.
"Mi scuso signore, il vostro umile servo non aspettava la vostra visita.".
"Dove stai andando, stai forse cercando di fuggire?".
"Per carità mio Signore, sto solo preparando le valigie della piccolina,
devo portarla al paese da dove partir per Brasov, credimi solo un'assenza
momentanea.".
"Vuoi forse finire, nella galleria degli orrori di un luna-park?".
"Per carità, no, mio signore, mi sto solo allontanando per un attimo,
domani mattina sarà di ritorno.".
"Non sei tu che m'interessi, viscida creatura, ne ho abbastanza di bere
il tuo sangue che non mi rinvigorisce come quello di una vergine, ed
adesso mi stai dicendo che lei deve andare via, no Zoltan, non puoi
farmi questo, ricorda non ci sarà un buco abbastanza profondo dove potrai
nasconderti dalla mia ira.". Detto questo, la misteriosa creatura sparì,
in una nuvola di zolfo.
"Presto Marfa, dobbiamo fare presto, " riprese a dire l'ometto rivolto
alla moglie, "aiutami a portare fuori la roba.". Il vecchio attore che
era tornato alla finestra, notò prima di tutto, il volo del pipistrello,
e si disse che quello animale non volava a caso, osservò il via vai
indaffarato del guardiano e sua moglie, che portavano pesanti pacchi che
deponevano su di un piccolo veicolo a tre ruote. Da una porta che si
apriva sul giardino apparve nel piccolo cortile la giovane, che sembrò
chiedere spiegazioni ai suoi genitori, "non c'e tempo per le spiegazioni,
piccola", disse suo padre, quindi fu fatta accomodare nel piccolo
abitacolo del mezzo, che poco dopo scoppiettando si mise in moto, il
vecchio attore lo guardò allontanarsi, cominciare a scendere verso il
fondovalle, arrancare lungo la strada che saliva sui primi contrafforti
della montagna, oltre la quale c'era il paese, "speriamo almeno la
ragazza si salvi.", pensò, mentre una tremenda consapevolezza, scendeva
nel suo animo, poco prima aveva ascoltato, proveniente dalla stanza
accanto dove alloggiava la prima attrice, il dialogo che si era svolto
tra lei e la costumista di scena che aveva bussato alla porta.
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di Yoth
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