La guardo in tutta la sua bellezza, non conoscerò mai nessuno così.
Il suo respiro muove dolcemente quei seni perfetti e rosei.
Tocco la sua pelle, la annuso, è come una rosa, una Dea.
Prima di fare l’amore mi ha sussurrato “Ti amo”, io le ho sorriso e lo baciata, ne sento ancora il sapore.
Il suo capo è leggermente reclinato verso la finestra, che aperta, fa passare una fresca brezza in questa notte estiva, le scosto i capelli corvini mostrando un collo teso e candido.
La guardo ancora brillare sotto la luna e mi accorgo che sto piangendo, l’unica persona che m abbia mai amato per come sono e non per quello che sono.
Mi avvicino al collo con la mano sento dov’è la vena, eccola.
Affondo i denti nella carne perforando la vena, ne aspiro profondamente il sangue finché non mi riempie la bocca, mi stacco da lei e deglutisco leccandomi le labbra umide di rossa linfa vitale.
Sto ancora piangendo i suoi seni, ora pallidi, non si muovono più.
La guardo li priva di vita, la bacio per un’ultima volta, mi avvicino alla porta la guardo malinconico tra quelle lenzuola di seta.
Era la decima e ultima per stasera, ma sarà unica… e per sempre.

di Alessandro Nunziata