Perché la gente ha bisogno del sangue, della paura, della minaccia delle tenebre per provare a sé stessa quanto sia fortunata a vivere? Perché capisce quanto sia importante la vita solo nel momento in cui la sta perdendo? Perché nessuno è stato in grado di fermarmi finora?
Da quando il potere della luce ha iniziato a scorrere nelle mie vene ho cercato di fare capire a più gente possibile che non bisogna apprezzare la morte, ma bisogna amare la vita, Perché è irripetibile e nessuno può renderla a chi la perde.
Forse ho sbagliato da qualche parte, forse non avevo considerato la natura degli uomini, così infida e malvagia, così insolitamente subdola.
Non mi aspettavo che apprezzassero ciò che era mio intento far loro odiare ed abiurare.
Ogni volta che cerco di ucciderle, sui volti delle mie vittime si dipingono espressioni di estasi così totali, da farmi quasi paura. Ciò che voglio capire è perché abbiano accettato questa vita a metà, per niente consona alla loro natura.
Io li uccido e loro mi ringraziano, io divento sempre più potente, li minaccio, giungo a dire che potrei ucciderli tutti, ma loro sorridono: non sono mai sazi di queste minacce, mai sazi di provare terrore davanti a qualcosa di più forte.
Ho provato a ripensare a quando io ero come loro, e cercavo nella morte o nell'essere diverso la speranza di un'esistenza migliore.
Per merito mio è stata creata la stirpe dei vampiri, creature umane rese simili a me: simili, ma non tali e quali, infatti non sono capaci di affrontare il sole, ed una volta che lo hanno rifiutato scegliendo la mia strada non osano più affrontarlo.
Lui li punisce così, diventando per loro, i miei malinconici figli, portatore della distruzione.
Io , creatore della razza dei vampiri, Principe del Nulla e Signore della Luce più ambita, resto nel buio del nulla a guardare i miei figli strisciare nella notte alla ricerca di una preda, magnifici nella loro essenza.
Non li capisco, tutti loro cercano di assomigliarmi perdendo il loro bene più prezioso, e scegliendo la mia via, un'effimera imitazione della vita vera.
O, miei malinconici figli delusi dalla vita, Perché vi disperate? Perché cercate scampo nella morte e nell'essere come me? Forse v'illudete di raggiungere qualcosa di grandioso? Forse pensate che nel rinunciare alla vita ci sia un che di grandioso?
Se fosse così, che vanagloria alberga nei vostri cuori, che inutile tentativo di fuggire...
Vlad, il mio figlio primogenito, la mia prima creazione, ha con sé un'altra vittima, una fanciulla di circa sedici anni, che non ha ancora privato della potenza del sole.
Sul volto innocente leggo quell'estasi che rapisce ogni mio figlio prima di nascere come tale, e con la mano faccio un cenno a Vlad: la fanciulla in breve si aggiunge alla lista dei miei discendenti.
Chiudo gli occhi, sono stanco.
Ripenso a quando tutto è cominciato: Vlad, il mio adorato Vlad, l'angelo più bello, per seguirmi abbandona il Dio che gli aveva dato tutto.
Ancora non capisco: perché lui, il più bello, quello a cui Dio aveva fatto dono di una bellezza unica, oltre che della vita, mi ha seguito, abbandonando Lui,il Signore del Paradiso, per me, che non gli promettevo niente.
Ed ora con me e i miei numerosi figli vola nella notte alla ricerca di altre persone da portare sulla strada della Luce.
Sorrido: è stato buffo, quando Vlad mi ha detto di volersi chiamare Lucifero, ossia il Portatore di Luce.
Non gli ho chiesto a quale luce alludesse, se la vita, o quest'esistenza che conduciamo ora, perché non desideravo che proprio il figlio a cui volevo tanto bene mi lasciasse; lui, il migliore tra i miei vampiri... Perderlo sarebbe terribile.
Anche Perché dovrei ricominciare tutto daccapo.
Da questo punto di vista, non farei più così fatica come in passato, ora le vittime si gettano tra le braccia dei miei figli molto più volentieri.
Forse ho capito perché questi vampiri trovano la loro caccia così divertente: sono così tanti che apprezzano l'eternità, e che pur di averla sono disposti a tutto, che i Figli della Notte non devono fare alcuno sforzo, ed oltra al sole nessun nemico si ergerebbe mai sul loro cammino per fermarli.
Forse, mi seguono e abbandonano Dio perché la strada che preferiscono è quella della morte.
Probabile.
Non riesco a non chiedermi perché odino la nascita, l'ingresso alla vita offerta da Dio.
È frustrante il fatto di non poterlo mai sapere, in quanto essere mai nato né qui per dare vita.
C'è un Dio Creatore, ed uno Distruttore.
Ed io che sono quello, non posso sapere i segreti del mio rivale, anche se, forse.... è un mio rivale ancora per poco...
“I'll teach you how to fly,
then ... away we'll go.....”
(Blind Guardian)

di Vereor