- Miserere nobis, nostra domina dea potentissima ac verentissima, filia solis, filia lunae, vitae mortis imago ...-
Continuate la vostra preghiera miseri mortali...
- Apud tua clementia venienti sumus signo submissione ...-
Ma io non accetto la vostra resa, non se si limita a chiedermi semplice perdono...
- Lucis solis nostrum dierum ...-
L'avete già detto, siete monotoni...
Miserere nobis qui servi tui sumus humilissimi et semper tibi devoti...-
Dipende quale è il vostro concetto di devozione...
Tibi grazia rederum, te vocanti tua pulchritudine, tua essentia, tua semper iusta esse...-
Sì, è vero: ma non scadiamo nell'adulazione per favore...
- Tibi, nostra domina dea potentissima, pulchrerrima, fortissima ac divinissima eat cantum tuorum humilissimi servorum ....-
Va bene, vi ascolterò. Ditemi cosa volete...
-Veglia su di noi grande dea, allontana e preservaci da ogni empio che cerca di allontanarci da te, abbi pietà di chi è umile alla vista della tua divina potenza...-

Grazie al cielo la preghiera è finita anche questa sera. Grazie al cielo, grazie a Dio, grazie alla suprema Dea Natura, al Destino, a Me. Insomma, a qualcuno rendo grazie anche io.
Non li sopporto più, non li sopporto più, ma proprio più.
Se dipendesse da me, li lascerei in balia del destino, senza mitigare le loro sofferenze. La maggior parte di loro è così gretta, così volgare, che neppure vale la pena di starla a sentire: ma questi, questi...! Questi che si professano miei fedeli, questi che mi pregano nella lingua che tempo fa era quella della civiltà, che mi chiamava Cerere o Demetra... Coloro che mi fanno ripensare ai tempi in cui ero venerata regolarmente, non quasi di nascosto, e pubblicamente si innalzavano sacrifici in mio onore... Umani, addirittura, un tempo...
Bramavo, bramo e bramerò più d'ogni altra cosa sentire l'odore del sangue inondare la pietra, lasciare che essa si imbeva dell'essenza degli esseri umani, e che poi quel rosso fluido sgorghi fluente nella mia gola...
Uomini fieri amministravano i miei riti, ma ora quegli uomini si fanno titubanti: sovente vengono a chiedermi soccorso, che spesso, come è accaduto oggi, altro non è che un inutile soccorso morale e del tutto ... potrei dire superfluo, ma credo che sia migliore la definizione “effimero”.
Hanno paura, lo capisco benissimo e altrettanto benissimo lo vedo. Solo che , mi chiedo, se avevate paura di finire sulle picche di un umano vivo che vi rifiuta il sangue, figli miei, perché avete accondisceso a lasciarvi abbracciare dalla Notte Eterna? Un' altra domanda sorge insidiosa: perché vi ostinate a definirmi dea, designandomi la vostra autorità, spesso attribuendomi colpe che non ho commesso?
È vero, sono quasi sempre io la causa di guerre e distruzioni, di morie e altre benefiche cose, ma perché accusarmi di ogni creatura come voi morta colta dall'alba?
Non sono certo io a convincerla ad attardarsi con me fino al sopraggiungere del nemico mortale!
Io siedo semplicemente accanto alle tombe di chi mi fu caro, e penso a quello che succede: nessuno, che io sappia, influenza la volontà di chi decide di sedersi accanto a me e farsi prendere dall'alba, lasciarsi bruciare dai raggi del sole. Anche se è uno spettacolo meraviglioso: nelle braccia di una morte a cui non potete davvero più scappare, il vostro viso si contorce in un'estatica espressione di qualcosa che non riesco a trovare, per colpa della vostra misera razza, per vostra colpa.
Ogni vampiro impara a chiamarmi sua dea, ma io non sono la dea di nessuno!
Ma che senso ha dirlo... Voi non mi ascolterete. Mi chiamerete così in eterno. Come posso spiegarvi che, tolti i mille e mille ancora anni in cui il mio potere è aumentato strepitosamente rispetto al vostro, io sono esattamente una di voi?! Vampira vittima dell'aria fredda che mi spinse in un abbraccio mortale e ora caduta in quest'incubo che da una parte diventa sempre più divertente, dall'altra più pericoloso.
Continuate a cercarmi, ma non capisco ancora perché lo facciate: oltre a seccarmi con le vostre preghiere, cosa volete?! Mi state spiando, tenendo d'occhio, per potermi chiedere un miracolo che non saprò far avverare? Mi alzo, girovagando nel cimitero assolato, desolato, dove solo io sono emblema di qualcosa che almeno ricordi la vita: La maschera che ogni volta mi obbligate a portare si fa sempre più pesante. State attenti, perché se decidessi di lasciarmi morire... Voi cosa fareste? Mi rimarreste fedeli in quanto io vostra dea, e mi seguireste nell'estremità del mio gesto, o cerchereste un'altra divinità? Resterò sempre la regina di questo cimitero solo, dimenticato da tutti o semplicemente evitato perché maledetto dalla mia presenza... Regina di qualcosa allora sono rimasta...
Non ho perso tutto in fondo...
Nephael, se da qualche parte mi puoi sentire, questo riferimento era per te, per te maledetto amore di ogni mia vita che mi ha lasciato ad affrontare da sola l'eternità che ancora mi aspetta.
Ricordi.....?
Gli alberi spogli e secchi, come ombre affamate di vita, in fuga da un inverno incombente, e le foglie, che cadevano lente a terra fino a toccare l'estrema immobilità della morte...
Nephael, io ti amavo allora, te lo giuro, ti amavo tanto, e se anche tu avessi provato davvero lo stesso non mi avresti abbandonata... Saresti morto insieme a me, non proteggendomi... Non relegandomi ad affrontare da sola una vita che senza di te non ha più senso... Ricordi il castello alle spalle del cimitero? Già diroccato, così tanto tempo fa era già un ricordo di tempi ancora precedenti.
Ricordi le mille stanze vuote, alcune allagate dal fiume, alcune dove spettrali compagnie di eserciti sfilavano solo per noi, quando io e te eravamo re e regina delle nostre vite? Ricordi le stanze che hanno assistito sorridendo piano, dolcemente, ai nostri baci? Alle tue folli dichiarazioni d'amore nei momenti più impensati e fatte tanto all'improvviso da farmi ridere o piangere dalla gioia? Perché quel tempo se ne è andato?
Perché qualcuno ha dovuto essere così malvagio da portarmi via quella dolce euforia, che non faceva male a nessuno? Perché cercare di porre fine al nostro continuo eterno gioco, in un castello diroccato lontano dal mondo, alla presenza di un cimitero maledetto?
Non avevamo ucciso, non avevamo fatto nulla di male. Perché allora qualcuno ti ha portato via da me?
E soprattutto... Perché non posso riaverti indietro? Forse devo ancora rispettare le leggi della vita?
Quale vita, quella che ho abbandonato anni ed anni or sono, quella vita che mi ha tranquillamente fatto soffrire e che ringrazio soltanto per averti portato da me? È forse questo che devo ringraziare? O il Destino?
Devo rendere grazia a lui, lui, che mi ha beffato da quando ero bambina, da quando ero solo un'innocente di fronte alla fame di crudeltà del mondo?
Un destino che mi ha strappato dal tuo abbraccio sicuro per gettarmi di nuovo in un mondo di solitudine e sofferenza? Un destino che ti ha portato via da me?
Perché non posso riaverti indietro....!?!
Nephael ...
Perché scegliere di morire nel tentativo di difendermi, per garantirmi una felicità che sapevi non avrei mai trovato senza di te?!! Se potessi tornare indietro, fermerei il tuo gesto, ti impedirei di buttarti su quella lama che ti uccise, strazierei io stessa quella mano che fosti tu a punire con la morte, NEPHAEL, TE LO GIURO, AFFRONTEREI LE FIAMME ETERNE PUR DI RIAVERTI!!!
Anche solo un minuto.... Mi saprebbe bastare, ti giuro, rivedere di nuovo un tuo dolce sorriso, vedere i tuoi occhi perfetti, sentire ancora la tua voce sussurrare il mio nome....!!!! Ma non tornerai...
Asciugo la lacrima che, da brava ribelle, continua a scendere sulla mia guancia: Nephael non tornerà. Ma i miseri mortali e i servi vampiri sono già alla porta, e innalzano una nuova preghiera, chiamando dai suoi tristi pensieri la loro signora... Sarà meglio andare...
Mi alzo, e lascio accanto alla tomba avvolta nell'oscurità quella maschera che mi hanno costretta a portare: vedendomi realmente non faranno che convincersi ancora di più della mia natura divina, ma non me ne importa proprio assolutamente. Giocare con la loro stupidità è l'unica cosa che mi è rimasta.
Nephael ...
Se tu fossi qui, con me, li raggireresti ancora meglio di come faccio io.Ma tu non sei qui, e devono accontentarsi. Vorrei potermene andare smettendo di pensare a te, salutandoti come fosse una lettera, ma anche se ti dicessi “ addio”, che sarebbe il saluto più appropriato, sarebbe sbagliato, perché vorrebbe dire che ti vedrei un'ultima volta e poi mai più. Ma io non ti vedo neppure ora, amore della mia eternità, neppure ora.
E allora, cosa saluto, l'amore dannato a cui tu e il Destino mi avete costretta?
E sia allora.
Addio, amore pazzo, amore folle, amore inutile, amore malato, amore ferito, amore eternamente innamorato.

di Vereor