Goethe aveva 117 anni e non era un anziano rugoso e lagnoso ma uno degli ultimi discendenti della sua stirpe. Era un vampiro solitario che aveva amato qualche donna, ma non aveva mai saputo resistere al suo nutrimento e all’odore delle sue fanciulle.
L’odore delle persone, voglio dire degli esseri umani era come un afrodisiaco per lui e non parliamo poi delle donne che nel corso dei decenni aveva sedotto e morso sino a non sentire più’ il loro battito!
Goethe, come tutti gli altri, era istintivo e simile più a un animale che ad un essere umano perché egli non si cura dei suoi sentimenti ma del suo desiderio primordiale di caccia e di sopravvivenza.
Aveva sempre rifiutato di trasformare le sue amanti in vampire e solo alla fine del loro rapporto amoroso, che non durava mai più di due settimane, scoprivano che il loro tanto sensibile e tenero caro era stato un mostro.
Il nostro succhiasangue non era certo uno che si tratteneva dagli impulsi animaleschi e una sua concubina non rimaneva in vita mai più di un mese.
Dopo di che, Goethe scompariva dalla città per andare ad abitare altrove, la pena sarebbe stata essere scoperto, perseguito o ucciso, quindi doveva proteggersi.
Goethe Desjardins era nato in Germania ed era franco-tedesco. Era stato trasformato in vampiro da una sconosciuta, durante una festicciola. Aveva solo 23 anni e per lo sconforto abbandonò la sua città natale: Berlino.
Era andato via la notte seguente alla trasformazione e aveva viaggiato per tutta l’Europa finché non decise di stabilirsi a Parigi.
Solo una volta egli rischiò di essere preso dalla polizia. Ai suoi 53 anni, anche se ne dimostrava sempre 23, abitava a Francoforte e ad una festa sedusse una ragazza che morse il giorno seguente. Quando accadde, per la prima volta, egli non la uccise e Sanne decise di andare subito dalla polizia.
Col collo in sangue, andò a chiamare i vicini che l’accompagnarono al commissariato a poi all’ospedale. Intanto i vicini rinchiusero l’aggressore dentro casa di Sanne e tornarono con due poliziotti.
Goethe era rimasto nella camera da letto, inebriato dal sapore del suo sangue di cui sentiva ancora il sapore in bocca. Si sentiva intontito da esso, quasi ubriaco. Era così travolto da non poter ne ragionare, ne muoversi. Era un momento da assaporare!
Il suo collo odorava di rose e il suo sangue aveva un sapore dolce e metallico, su ciò Goethe farneticava. Era un concentrato di vita inebriante.
Goethe era disteso sul letto ad occhi chiuso con i suoi vestiti neri e grigi, era un uomo di bell’aspetto, muscoloso, attraente, dai capelli lunghi e neri. Aveva gli occhi più chiari del cielo senza nuvole. Amava mordere solo le donne, facile esche che riusciva ad attirare come calamite con la sua eleganza e sofisticatezza.
In 117 anni, aveva visto solo due vampiri, ma lui preferiva non vederli. Partecipava ad eventi e festicciole per il piacere di illudere ed attrarre le sue ammiratrici.
Dopo l’estasi, a casa della donna morse, vennero due poliziotti che cercarono di arrestare l’aggressore ma senza possibilità. Goethe era ben troppo rapido per loro, miserabili esseri umani. Non lo videro nemmeno andare via dall’appartamento ed esclamarono: “Dove sei, maledetto mostro!”
Alle loro parole non seguì una risposta e Goethe giunse al piano terra, quando vide Sanne e la sua vicina di casa in attesa degli agenti di polizia. Passò lentamente davanti a loro e disse: “Buona serata e arrivederci mademoiselles”.
Le due donne si voltarono verso di lui e lo guardarono inibite, senza parole. Sul viso di Goethe si formo’ un sorriso glaciale da cui spuntarono le sue canine affilate e l’anziana signora svenne fra le braccia di Sanne, mentre urlava.

di Dayana De Rosa