Mi chiamo Shavanna e sono nata dalla morte. Forse non capirete, ma la mia vita è iniziata dopo la morte. Sono una vampira vecchia di una sola notte. Sento la gola asciutta e sento che fra poco dovrò mordere qualcuno. La sete è giunta in me, lentamente ma ora sembra qualcosa di contagioso. Si spande in tutto il corpo e non puoi fare a meno di reagire. Reagire con istinto, istinto animale.
Nel mio corpo non può spargersi nessuna malattia, essa può solo cerchiarmi ma non invadermi. Gli esseri umano non amano i vampiri, questo lo sapevo da tempo. Da qualche anno avevano iniziato a prendere delle cautele e la polizia si era munita di pistole con proiettili di un materiale chiamato antideato.
Quando uno di questi proiettili colpiva un vampiro, esso tornata in vita – in un’esistenza umana – e continuava ad invecchiare sino alla morte. E’ una specie di antidoto, perché gli umani non vogliono la guerra e non vogliono nemmeno perdere delle vite.
Io non avevo mai visto un vampiro, fino a questa notte. Colui che mi ha resa tale si chiama Robert. Ha 204 anni ed è vestito come un comune essere umano, si trucca per non sembrare troppo mortale, per non essere ridotto ad un miserabile homo sapiens, almeno così dice! Non vuole tornare umano, è troppo affezionato alla sua condizione di succhia sangue ed è convinto che la migliore cosa mai esistita fosse nutrirsi dal collo di una giovine succube del terrore.
Si! Questa era la migliore cosa, continuava a ripetere e si chiedeva se per me, che ero una donna sarebbe stato lo stesso stringere un uomo fra le mie braccia prima di nutrirmene. Pensava che gli uomini forse non avevano la stessa reazione ma che non poteva saperlo perché lui aveva morso solo donne e ragazze nella sua vita dopo la morte.
Affermava anche che, della vita umana nessuno ricorda mai nulla dopo la trasformazione ed è per questo che essa è considerata l’autentica rinascita.
Era passata una notte e fra poco il sole sarebbe sorto, sarei dovuta andare nel suo rifugio…e che rifugio! Una miserabile cripta arredata con mobili del cinquecento e alcuni souvenirs delle sue vittime appese ai muri esposti volgarmente come quadri.
Si, in quel momento mi ero proprio convinta che non avrei mai fatto una cosa del genere e che avrei trovato una soluzione. Mi intimidiva dover andare a cercare una potenziale vittima. Odiavo essere giudicata, ma un umano poteva soltanto avere una cattiva opinione di me, dopo aver bevuto il suo sangue!
Che crudele destino!
Così andai a dormire in uno dei letti della stanza, la cripta era buia e ciò mi rassicurò e dimenticai la sete finché non mi svegliai nel bel mezzo della giornata. Aprii la porta di colpo e i raggi di sole bruciarono la mia pelle pallida e la richiusi ancor più velocemente di prima.
Robert si svegliò per via della luce che come fiamma, toccò la sua mano destra ed egli sentì accendersi una scintilla sulla delicata pelle.
“Hey! Cosa ti prende?”
“Ho sete Robert, questa notte non ho bevuto, ti ho mentito!”
“Non preoccuparti, ho ciò di cui hai bisogno!”
Robert balzò fuori dal letto e andò ad aprire il frigorifero: aveva una riserva d’emergenza.
Beh aveva proprio pensato a tutto! Mi salvai con mezzo litro di sangue fresco e lo ringraziai più volte.
“Perché mi hai mentito? Che senso aveva, mentirmi? Non capisco!”
“Volevo trovare una soluzione, non mi andava di mordere uno sconosciuto..”
“Mmm…piuttosto timida la ragazza!”
“Non scherzare, pensi che sia facile?”
“La prima notte non è mai facile! Bisogna anche non farsi beccare!”
Robert lavorava in una discoteca di notte e quindi il suo pallore passava inosservato e quando lo venivano a trovare i colleghi di lavoro, nella cripta, si truccava sino ad assomigliare ad un attore hollywoodiano e raccontava di abitare nella cripta per ribellione, raccontava di essere un gotico ma non era vero. Conduceva una strana vita, una doppia vita!
Decisi di convivere con lui, non era affatto dispiaciuto e l’intesa era buona. Una sera andammo insieme nella città vecchia di Ametist. Voleva insegnarmi come si caccia. Era un vampiro molto aperto: sapevo già che se non avessi amato la caccia, a lui non avrebbe causato nessun problema di orgoglio vampiresco. Potevo anche nutrirmi semplicemente del sangue che sarebbe stato sempre in frigo.
Mi piaceva, come uomo ma non lasciavo trapelare i miei crescenti sentimenti verso di lui. Ero troppo in crisi con me stessa, con questa nuova lei che aveva invaso il mio corpo. L’istinto aveva preso il comando, dovevo prima imparare a controllarlo.
Ogni notte Robert ed io andavamo a caccia.
“Resta qui e osserva,” disse Robert facendo un occhiolino, molto calmo.
Lo osservai dall’angolo della strada. Con qualche scusa aveva fermato una ragazza che stava rientrando a casa, aveva un po’ bevuto e penso che non capì esattamente ciò che accadde! Lui la serrò in un finto abbraccio da falso conoscente e se ne staccò solo dopo aver incavato le sue canine nel collo. Per la prima volta vidi con nitidezza lo charme che emanava, era fortissimo. Lei non avrebbe potuto resistere alla sua voce seducente e suadente e al suo aspetto misterioso.
Si staccò da lei e ritornò da me, sospettoso con i sensi in allarme. Non dovevamo farci beccare, questo ripeteva sempre.
Quella notte non resistetti alla tentazione e volli provare quella sensazione di soddisfazione, di sazietà piena e lui mi indicò la strada.
Nella vecchia città di Ametist, sbucai in una stradina in cui un uomo passeggiava lentamente. Come Rob mi aveva consigliato, gli chiesi se sapesse indicarmi Belle vue Street e nel momento in cui si giro’ per indicarmi la strada col dito, mi avvicinai velocemente, così velocemente quanto Robert lo aveva fatto da non farmi accorgere. Lui non ebbe il tempo di reagire, lo morsi al collo e nel mio corpo sentii le pulsazioni aumentare, sentii una rigenerazione del mio corpo da non morto. Mi sembrava di sentirmi più viva che mai!
Lo sconosciuto si senti’ debole, così debole da svenire. Lo sorressi il tempo del nutrimento e dopo lo lasciai in strada, non lo lasciai cadere di colpo. Ero ancora affezionata a quel mondo che avevo lasciato troppo presto.
All’angolo della strada sentii delle voci, qualcuno mi aveva vista lasciar cadere quell’uomo nel letto della morte. Sentii vergogna e Rob mi prese la mano mentre il vento soffiava su di noi, leggermente. Mi sentivo una ladra di vite, il peggior tipo di ladra che potesse esistere.
Ero dannata.
Ero dannata e mi stavo innamorando di Robert Desjardins. Un vampiro come nessun altro.
Entrammo nella cripta, Robert rideva di cuore.
“Hai visto la faccia di quei poveri esseri umani, quando hanno visto il loro Tob, disteso a terra, ah ah..”
“Robert, non ridere così, erano disperati”, dissi con tono triste.
“Ti stai preoccupando sul serio per loro? Ah ah, Non pensarci più, questa e’ la catena alimentare. Noi siamo al di sopra di tutti! Non preoccuparti amore.”
“Amore?”
Robert si avvicinò a me, lentamente e mi baciò dolcemente.
Staccammo le nostre labbra le une dalle altre e ci guardammo negli occhi. I suoi occhi erano di un marrone scuro, un marrone profondo. Lui era innamorato, lo sentivo. I miei hypersensi lo sentivano.
Ci sdraiammo nel letto e fare l’amore con lui fu riposante, sentivo la pace in me. Una pace mai sentita, una pace troppo grande.
Alla porta sentimmo qualcuno bussare.
“Chi è?”
Nessuno rispose al suo richiamo e lo guardai preoccupata.
Si alzò, si rivestì frettolosamente. Sentiva una presenza scomoda.
Quando si ritrovò a due metri dall’entrata, la porta si spalancò e sopraggiunse un uomo con una balestra, la puntò sul cuore di Robert e lo vidi diventare cenere in un battere di secondo.
Non potei reagire in tempo, i cacciatori dei nostri tempi non uccidevano i vampiri ma li trasformavano in umani, semplicemente. L’uomo scappò ancor prima che ebbi il tempo di raggiungerlo. Qualcosa non quadrava ed io avevo perso la persone che mi stava più a cuore, senza poter far nulla. Ero disarmata e forse lui sarebbe tornato per uccidere anche me, non lo so.
Mi ritrovai nel letto, ancora nuda, sentivo la sua pelle sulla mia. Se ne era andato, sotto i miei occhi, era veramente morto ed io ero rinata. Ora lui non ci sarebbe più stato. Dovevo ricominciare la mia autentica vita, da capo.

di Purewriting