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…sangue,
poche gocce di sangue si sommavano l'una all'altra.
Paul rimase a fissare quelle macchioline rosso scuro che contrastavano
con il bianco delle piastrelle del pavimento, poi alzando lo
sguardo, e tornando con questa strana magia nel mondo reale,
vide Nick in un angolo, vicino alla porta a tenuta stagna della
cella frigorifera, che si contorceva, piangeva e malediceva
non si sa bene chi in non si sa bene che lingua, impastando
le parole con le lacrime, tenendosi la mano destra con la sinistra.
Rivoletti di sangue gli scorrevano tra le dita, trasformandosi
in gocce all'altezza del polso, per poi correre a raggiungere
le loro compagne sul pavimento.
"Nick? Nick?"
"Paul aiutami, ti prego, mi sono chiuso la mano in quella dannata
porta, penso di essermi fatto saltare tutte le dita"
"Ok, ok fammi vedere che ti sei combinato…tranquillo niente
che un salto al pronto soccorso non possa riparare"
Lo aiutò ad alzarsi, diciamo pure che lo sollevò di peso, mentre
questi non riusciva ancora a trattenere le lacrime, gli fasciò
la mano e lo condusse al pronto soccorso; chiedendosi per tutto
il tragitto da dove gli fosse nata quella convinzione, mentre
correva nel corridoio per raggiungerlo solo cinque minuti prima,
che avrebbe trovato il collega morto alla stregua "dell'amico
Fritz ", tanto da rimanere stupito nel vedere che respirava
ancora.
Avvisò l'inserviente di turno del lavoro extra che l'attendeva
nell'altra stanza, raccolse le sue cose e si diresse verso la
sua auto.
Finalmente a casa, un'altra giornata finita, anche se a dire
il vero mancava poco affinché ne iniziasse un'altra.
Carolyn stava dormendo in un letto che era decisamente troppo
grande per una persona sola, lui si trovò a fissarla ed a chiedersi
per quanto lei avrebbe resistito, aveva paura della risposta,
aveva paura di essere già arrivato al punto di non ritorno.
Non che fossero mai stata una coppia "degna" di girare uno spot
sui cereali o sulle merendine, ma era ormai un po' troppo tempo
che non avevano occasione di fare qualcosa degno di finire nell'album
di famiglia.
Cercando di fare meno rumore possibile, e forse non c'è modo
di riuscire a fare più casino, entrò nel bagno sperando che
la doccia potesse lavargli via qualcosa in più della polvere
e del sudore.
Nella camera da letto le lacrime, uscendo da occhi serrati,
bagnavano una federa.
Osvlad
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