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Paul pareva inchiodato alla sua scrivania: era meccanicamente tornato in ufficio e non seppe fare altro che star li con le mani alle tempie, come per fermare qualche pensiero intellegibile in mezzo al turbinio che aveva in testa. Poi lo squillo.
- Sì?
- Paul, sono...
- Carolyne!- la interruppe, avvertendo una forte agitazione nella voce della
moglie.
- Non sono Carolyne
- ..ma la tua voce..
- Ascoltami, ti spiegherò tutto, ma non ora, non per telefono, devi vedermi
o non avrà alcun senso
- ma chi sei? - e immaginò dei capelli corvini, e quasi capì prima ch'ella
rispondesse.
- Lise.
Per un attimo il richiamo sensuale che aveva avvertito al ristorante ritornò
imperioso, ma un velo di malinconia vi era fortemente mischiato, che lo aiutò
a ritornare alla realtà quando all'altro capo del telefono Lise-Anne riprese
a parlare, per fornirgli l'indirizzo al quale l'avrebbe trovata.
Era molto rischioso fare entrare un umano, non adepto, e per giunta così
vicino alla polizia, nella casa del Maestro, ma sapevano di non avere altra
scelta. Se Loro avessero avuto il sangue delle tre sorelle, sarebbero stati
in grado di girare liberamente di giorno, trovarli e ucciderli nel marmoreo
sonno diurno... anche il potente capo della congrega sarebbe stato senza
difese. Questo fu deciso tra le antiche mura da Lui, dopo che ebbe ascoltato,
e non solo con l'udito, la recente esperienza di Lise-Anne e Charles.
- Lasciatemi tentare - sbottò Charles, che non poteva credere che un tale
incarico sarebbe stato affidato ad un umano.
- Posso farcela.... - ma la parola gli morì in bocca ad uno sguardo del Maestro
che parve torcergli i bordi della recente ferita. E si rassegnò anch'egli
alla necessità di quel tentativo, e del suo inatteso esecutore.
Dovevano far venire lì il patologo, era il solo posto ancora sicuro, dove
c'erano forze sufficienti a sostenere un attacco diretto. Il piano era questo:
Lise avrebbe dovuto aprire i sensi ed individuare le sorelle, sapeva che
le tenevano ancora in vita. Così facendo si sarebbe svelata ai Loro occhi
idagatori, ma lì potevano difenderla, il maestro non avrebbe permesso che
fosse ferita, a costo della vita dei suoi adepti, e del suo stesso sangue,
se fosse stato necessario - Lisa non immaginava di essere così cara al padre
del suo amato Yavier -.
A quel punto, non poteva essere un vampiro ad intervenire, l'avrebbero di
certo avvertito, e sarebbe stato spacciato nel loro covo. Doveva essere un
umano, e l'unico cui potevano pensare era Paul.
Non che fosse amico di quegli immortali di cui ignorava persino l'esistenza,
ma alcuni di essi, che forse non sarebbero apparsi ai suoi occhi più cattivi
di coloro che ora invocavano il suo aiuto, avevano SUA MOGLIE.
Il nemico avrebbe mobilitato tutte le forze disponibili per scovare la terza
gemella, e le sue difese si sarebbero abbassate, non prevedendo un tentativo
di liberazione durante l'attacco.
Ma dovevano agire in fretta
Abraxas
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