la direzione è scelta e i passi non si fermano, qui non basta il pentimento, la discordia genera se stessa e tutto esplode lasciando un semplice disturbo radicato, la vecchia macchina da scrivere bagnata di sole su un lato riflette sul peso del bucato sul sottile filo volante, le pagine bianche vorrebbero essere riempite di parole di una lingua dimenticata, vorrebbero essere così piene di errori da lasciare in eredità solo una leggera sensazione di disturbo tra le righe, i termini sono suoni senza più significato, i dizionari ristagnano, le loro pagine ammuffiscono, sinonimi dimenticati e contrari aboliti, la semplicità domina i pensieri, i vocaboli diminuiscono, tutto dovrebbe essere più chiaro ma ancora non riusciamo a capirci, una limpida situazione inconscia di disturbo, lasciare la propria firma è sempre più difficile, ogni oggetto si sottrae alla nostra inetta sincera voglia di restare qui, non voluti, in mezzo a ciò che non abbiamo, in posizioni scomode e ridicole, immersi senza voglia nelle storie che mai racconteremo, parassiti inefficaci tutti intenti a sorseggiare il rimorso, piccolo disturbo da scacciare con un dito

di Formika