Ti giri intorno e trovi solo affettazione, dentro di te il vuoto. Provi appagamento da pochi semplici rituali quotidiani. Ogni comportamento non essenziale lo percepisci come una farsa. Avverti l'inconsistenza, l'immaterialità di ciò che ti sta intorno. Provi a fare qualcosa e ti accorgi che stai fingendo; ti ostini a decorare il vuoto con fatui orpelli. Allora lasci perdere e riposizioni la tua mente nel punto di partenza, lasciandola fluttuare nell'immobilità. La depressione è mancanza di sentimenti, deprivazione sensoriale, incapacità o impossibilità di trovare motivazioni, sussiego. Tutto ciò che è intorno a te lo vivi come un baluginare immotivato di immagini, un rincorrersi pazzo di avvenimenti, senza che ne capisci la causa, il motivo. Trascini il piede in avanti perché sei stato abituato a farlo ma guardi il tuo corpo e trovi l'inutile incomprensibile decoro del nulla. I tuoi passi non lasciano neppure le orme. Non hai a che pensare e niente sembra degno di essere pensato. Vivi la tua intelligenza come un'ulteriore inutilità, come potente strumento di analisi posto in un contesto non significativo. A volte pensi al vuoto, alla tua depressione, ma anch'essa ti sembra indegna della tua attenzione, della tua analisi.
Ti affanni a cercare tutto ciò che prima ti interessava. Riprendi a fare le cose che ti piacevano, a dedicarti ai tuoi hobbies di una volta, ma ti senti fuori da tutto, lontano da queste fuggevoli occupazioni. Il tempo si dilata e la cadenza regolare del suo lento scorrere diventa un martellamento, un interminabile refrain che ti sussurra all'orecchio: "Vivi! Poi sarà troppo tardi. Vivi!" e questa strofa affiora nella tua mente accentuando la tua angoscia. Dentro di te senti accelerare il ritmo della ricerca di aspetti interessanti della realtà in uno stato di ansia crescente. Ben presto diventa frenetico e vieni sormontato dall'inquietudine e nel suo corso impetuoso si gonfia man mano che ti rendi conto che intorno a te non c'è nulla.
Il tempo fuori di te rallenta. Si prende gioco di te. Sembra dirti: "Cerca, dai! Ecco, guarda: quasi mi fermo per essere indagato, Cerca in me qualcosa che ti interessi. Non vedi che non trovi niente?!" e effettivamente non trovi niente. Con il riverbero del suo ghigno sinistro nella testa, ti guardi intorno e tutto diventa immobile e ti muovi inutilmente in quel "tutto", sempre più velocemente per guadagnare tempo, per fermare la sabbia che scorre ineluttabilmente in quella stretta strozzatura della clessidra della tua vita. Poi rifletti e di nuovo non trovi niente e senti l'ansia che aumenta.

di Xénos