Chi lascia Venezia la porta un po' addosso,
un cappello calato di lato a coprire un po' il volto,
del colore di un pianto sepolto, di un grigio bruciato,
un bambino che ti gioca accanto,
che cambia d'umore col vento d'ottobre,
che tira e che spinge e ti lacera dentro,
t'illude, ti sceglie tra mille e sorride,
ti corre incontro, ti abbraccia,
un bacio sugli occhi e ti copre la faccia,
un elastico al collo, scompare,
ti lascia vagare, magnifico e macabro
e ancora pił solo, tra vicoli, ponti e maschere informi,
Venezia scompare alla vista, sprofonda,
il suo battito aumenta, Venezia che muore
la senti gridare stremata e graffiarti pił a fondo
e lasciarti in cambio una maschera bianca smaltata,
in pezzi, per terra

di Giu