E poi niente più è come sembra...

smanie notturne bussano
alle iliache porte d'agitate visioni
surreali chimere febbricitanti
e confuse parole si scuotono
come fragili ragnatele
impazzite, si accalcano
e tremano
e sussultano
e sbattono suicide
tra loro
per poi morire...

e miriadi di volti
scorrono su vitrei bulbi
sono volti di ieri
occhi familiari
sguardi sconosciuti
dall'inenarrabile bellezza
elfiche chiome, su fattezze angeliche
ma che, come siero nelle vene,
popolano la stanza
infettandola
veloci...
confusi...
silenziosi...
volti simili a parole
che nel silenzio della febbre
sudano salati pensieri
e ossessioni dolci
come di madre
e di elleniche lune
e poi è fumo e piombo
e carne bruciata
dal sole d'agosto
e il nerissimo ebano
di un nostalgico oblio presagio

di Strigoi