Giace rinchiusa e sola,
con la fame che le stringe la gola,
corrotta dal pianto, dal proprio canto,
da un dolore che la opprime tanto,
mentre topi e scarafaggi ballan,
fuori i corvi gracchian,
sulle vesti previste per le feste
e i costosi gioielli delle coste.
All'alba la vita entra
mentre la luce col buio già si scontra,
quando il cibo sporche mani spingono
nella torre che i soldati oscurarono.
Il desiderio brucia dentro di lei,
mentre fuori grandi cortei
si spiegano per la fine di un mostro,
che rimane nel nostro
nero cuor orgoglioso.

di Jude the Obscure