Io che son poeta senza rime,

aspetto di perire per avere ispirazione,

giunta alla mia non fine,

canterò la via della mia contrizione

Il mio angelo stuprato sorride,

perché per lui

morire non è possibile,

è ferito ma non demorde,

mi fa da guida imperscrutabile:

mi indica la via del male,

dove Satana mi bacia sulla bocca,

mi riveste con le sue scure ali

e mi fa dono dell’eternità.

Ora sono anch’io forte,

il mio angelo stuprato adesso si diverte,

mi fa un incisione sulla fronte

e beve il mio sangue cocente,

mi cede il posto sul suo trono,

siede alla mia destra come consigliere.

Al mio cospetto i servi del maligno

ne faccio soldati e anime severe.

Io che non conosco epoca,

prendo la mia vita e ne faccio versi,

scrivo sotto la luce fioca,

e racconto la storia dei diversi,

narro del mio piccolo mondo:

dove il dolore diventa passione,

l’alito di vita fa da sfondo,

una giovane stella è d’ispirazione.


di Lettera ALIAS NON-GIOVANE