Lacrime nere
piovono dal cielo,
rigano il mio viso
e cadono sul suolo
di questo cimitero.
Qui riposano corpi
a cui l’anima fu strappata
da colui che è
il signore delle tenebre
che ora ti avvolge la mente.
Non puoi scacciarlo,
perché parte di te,
non puoi ignorarlo,
perché si insinua nei tuoi sogni (pensieri),
non è permesso avere paura,
perché lui aspetta solo questo.
Ho freddo, sento
il respiro della morte sulla pelle,
so che le mie mani, sporche di sangue,
cercano una croce,
che non possono più toccare.
Sono un demone,
un angelo caduto,
quando alla luce della vita,
preferii le tenebre della morte.
Nelle tenebre e nella morte
io e te siamo nudi,
siamo un pensiero libero,
fatto solo di verità.
Sono un demone,
sono figlia dell’angoscia,
che lacera l’anima ed il coraggio,
e della paura,
che affanna il tuo respiro.
Verrò da te,
quando la luce e il buio si baceranno,
quando le ombre si allungheranno sul tuo viso,
quando non saprai più distinguere tra sogno e incubo.
Le mie mani sfioreranno il tuo viso,
il buio dei miei occhi inghiottirà la luce dei tuoi,
le mie ali ci porteranno nel deserto,
basterà un mio sospiro,
la tua pelle sarà freddo ghiaccio,
io sarò libera…
Dolce notte,
tu che serbi i miei pensieri,
proteggimi, non sono fragile,
sono serva del demonio,
non posso amare, ma allora dimmi,
o mia custode,
perché pensavo a lui,
mentre ho rotto il tuo silenzio
con il mio gemito?



di Lennia