Più forte il bruciore dentro il petto:
Estasi mistica, strabilia e rapisce
Tanto me quanto il mio pasto.
Membra ritemprate mi spingono in alto
Tra i tetti acuminati come spade,
in braccio a madre notte
che nera e silente accoglie i suoi pargoli:
additati demoni dall’umanità
ma creature superiori
nel giardino selvaggio che chiamiamo “natura”!
ramingo ed ebbro il volo nell’oscurità;
satollo e solitario in questa anarchia di suoni
invincibile e solo in questa eufonia di colori.
La grande città, moderna e tecnologica
Eppure uguale ad altre mille
Vedute nel corso della mia non vita eterna.
Come uguale e immutato il mio desiderio,
Che si cheta col sangue
Ma giammai è silente,
è la mia stessa maledizione:
amare profondamente ciò di cui debbo cibarmi
straziato in eterno
nel mio animo di mostro imperfetto!
Ancor pensoso mi libro sul ponte
In basso mirando i torbidi flutti spumosi,
ancora inquieto, ancora letale,
ancora solo
aspettando le campane dell’inferno:
il sorgere del sole
che a tutto dà vita,
che a noi dona morte!
Ancora solo… fino alla fine dei tempi!

di Emiliano Tomei