Darset: Dolce trasportarsi. Come musica, vorrei che il rumore delle tue lacrime smettesse. Cosa cerchi? Cosa non trovi? Cosa ti fa male a tal punto da non riuscir più nemmeno a sorridere? E come se i tuoi pensieri si rincorressero, ma come posso farti star meglio senza farti soffrire? Sono parole senza senso le mie, senza un motivo per pronunciarle, perché il mio fiato è carico di rabbia. Non è più il sangue a circolarmi nelle vene, è passione, è desiderio, è gioia, gelosia, tristezza. Ancora tu, pronta a strapparmi tutto, e ad andartene senza voltarti. Non te ne accorgi che ci sono io a terra ora? Non vedi il rosso porpora colorarmi il volto? Dolce tristezza, rapiscimi, portami via, così che io non possa più sentire il suo rifiuto. Ancora tu, ovunque io mi volti tu sei lì, che mi sbeffeggi sorridendo. Ma non c’è scampo di fuggire alla tua ilarità quanto alla tua ira.

Strianis: Non c’è ilarità nel mio volto, no nei miei sorrisi. Ti ho rubato tutto senza poi voltarmi, o semplicemente tu hai buttato via quel che avevi ed io l’ ho raccolto, incapace di veder l’amor puro lacerato dai passi della gente, dalle ruote o dai piedi? Credi che io sia così crudele da saggiar con gioia le tue lacrime dopo che tu hai asciugato le mie? Tanto infame mi fai? Ma non c’è mai stata menzogna nei miei baci, ne superbia nelle mie carezze. Semplicemente tu eri mio e io ero tua. Ma ora non posso più soffocare le urla del mio cuore. Egli richiama libertà e io devo consegnargliela. Solo per questo ho spezzato le catene che mi legavano a te, trasformandole in pianto…


di Eric F.T. Dron