Mi desto all'improvviso, spaventata.
Odo un grido provenire dalle mie viscere, una voce cupa, inquietante, che grida il mio nome.
Ho i brividi, sono raggelata dal terrore dell'ignoto che urla nella notte, mentre la voce sale dentro di me aggrappandosi ad ogni nervo, e le tenebre mi avvolgono.
Ora canta nel mio petto stringendosi attorno al cuore, mentre mi manca l'aria e il respiro si fa affrettato.
Mi sembra di aver salito di corsa tutte le scale del mio palazzo.
Vedo del fumo candido uscire dai pori della mia pelle, e scorgo un'eterea figura ricomporsi davanti a me...mi fissa, la osservo.
Un esile corpo, avvolto in un abito di velluto corvino, di antica foggia, il fodero del pugnale che trasuda sangue, piedi sollevati da terra - come se poggiati su un invisibile scalino - che fluttuano nell'aria, occhi color ghiaccio di lucentezza adamantina in cui mi rispecchio, morbidi riccioli che sfiorano le spalle disegnando uno strano arabesco sul tessuto, sensazione di déjà-vu anche nel sentire il suo profumo... quel profumo che entra nelle mie narici inebriandomi, e mi reca immagini di terre e tempi lontani, rapendomi come lo sguardo dello stesso cavaliere.
Egli infine mi parlò, e la sua voce calda portò di nuovo tepore nel mio corpo spaventato, ed insieme la calma.
Laurent...sussurrai il suo nome come se lo conoscessi da sempre.
Mi avvicinai attratta da una forza misteriosa, tenendo le braccia aperte: sorridendo lui tornò dentro di me, abbracciandomi.
Avevo solo ritrovato una vita passata, avevo finalmente riscoperto una parte di me che mi spaventava.
Sono di nuovo me stessa, ma senza più paure.

di White Rose