Cammino.
Lentamente.
Mi reggo in piedi con un braccio appoggiato al muro.
Un gelido e viscido muro.
Cammino.
Gli anfibi al piede.
La lunga gonna nera che copre i lividi sulle mie gambe.
Cammino, cercando te.
Cercando il mio demone.
Il mio corpo trema.
In questa fredda, gelida notte.
Cammino, chiedendomi dov'è finita la mia salvezza.
La mia demoniaca salvezza.

E poi finalmente ti vedo
Vedo te, bellissima come sempre
I tuoi lunghi capelli neri
Il tuo macabro sorriso
Mi vieni in contro
Con occhi gelidi, lo sguardo truce
"Fottuta bastarda, dove cazzo eri finita?!" mi gridi contro.
Mi stringi a te
Baci la mia fronte
La mia fronte mutilata

Andiamo verso il tuo albergo
Durante il tragitto poche parole
Poche insignificanti parole
Le tue grida isteriche
Le mie scuse
Arriviamo in albergo
Uno squallido albergo
La luce fioca illumina a stento il pianerottolo dove c'era la nostra
stanza
Apri la porta, silenziosamente
Io, appoggiata al muro, a stento riesco a star lì, in piedi
Entro nella stanza
Mi butto pesantemente sul tuo letto
"Lo hai fatto di nuovo...?" mi chiedi con voce stidula
Mi giro dall'altra parte del letto, dandoti le spalle
"Rispondi!" mi gridi
"Sta zitta..." è la mia risposta

Queste sono le poche parole che riuscivamo a scambiare
Il resto erano urla senza senso

Mi stringi una spalla, avvicini la tua bocca al mio orecchio
"Se mi ami non lo avresti più fatto" sussurri piangendo
Mi alzo con quel poco di forse che mi rimanevano
Vado verso la porta del bagno
"Dove cazzo vai?" gridi
Non ti rispondo
Chiudo la porta alle mie spalle facendo finta di non sentire le tue urla
Le tue isteriche ed insensate urla
Mi stendo nella vasca da bagno, priva d'acqua
Cercando di dormire

Il mattino seguente un mal di testa atroce m'invade
Lo ignoro
Esco dal bagno, cammino normalmente
Te, stesa sul pavimento, un cuscino dietro la tua testa
Mi avvicino al tuo corpo
Al tuo bellissimo corpo
Ti prendo in braccio, ti distendo sul letto
Ti svegli dopo pochi minuti
Guardandomi, fissandomi con i tuoi grandi occhi azzurri
Non dici nulla
I tuoi occhi parlando da soli
Lanci crudeli occhiate verso i buchi sul mio braccio

Ti sollevi dal cuscino
Mi stringi a te
Stringi il mio esile corpo contro il tuo
La tua lingua lentamente s'intreccia alla mia

Io e te, due anime dannate e depresse
Unite
Ma non sarà per sempre

Ti alzi, prendendomi per mano
Mi porti verso una scala di pietra
Conduce al terrazzo dell'albergo
Saliamo su
Arriviamo sul terrazzo
Piove, si gela
Pochi indumenti coprono il nostro corpo
Ma questo non aveva importanza
Balliamo, gridiamo cantando frasi d'amore alla morte
Bagnate completamente, continuiamo a ballare
Passa qualche ora
Poi torniamo giù
Nella stanza
Prendi una bottiglia di birra, vuota
La scagli contro il muro
Piccole scheggie di vetro si spargono sul pavimento
Ne raccogli una
E mi spingi a ritornare su, sul terrazzo

Balliamo, balliamo ancora
Gridiamo, come prima
La morte sarà orgogliosa del nostro gesto
Mi stringi un braccio
Prendi il palmo della mia mano, pallida
Ci sfregi sopra il vetro
Sangue
Mi bagno anche di sangue, oltre che di pioggia
Fai lo stesso su di te
Uniamo le nostre mani
Continuando a gridare
Continuando a ballare
E in solo ora realizzo cosa siamo
Ora siamo due anime dannate
Unite...per sempre.

di Dannata