"Michelle, Béatrix, vennez ici!"
"Che c'e' Kath?" chiese la più grande delle tre, Michelle.
"Guardate cosa ho trovato, una cosa molto interessante!"
Il trio era nella soffitta della casa di Béatrix, che frugava nei bauli, nelle cassettiere, e negli armadi, cercando qualcosa che rendesse meno noiose le loro giornate nell'abitazione al mare sulla Costa Azzurra, dove purtroppo il mal tempo imperversava già da alcuni giorni, perciò le ragazze non potevano andare in spiaggia, sulle bellissime coste di Nizza. Kathleen, la bionda diciassettenne, aveva trovato un vecchio diario polveroso, che, ad occhio, doveva essere vecchio di secoli.
"Fammelo vedere un momento Kath!" esclamò Béatrix.
"Attenta, quasi cade a pezzi" rispose.
"Ehi, che ne dite di leggerlo?" propose Michelle.
"Uhm.. certo, sarebbe interessante da leggere, ma ragazze, un diario è personale.. non dovremmo leggerlo, soprattutto perché è di una ragazza... c'è il suo nome sulla copertina.." disse
Kathleen, con lealtà verso l'autrice del diario che aveva scritto tutti i suoi pensieri sul quel piccolo quaderno malconcio.
"Ma dai, ormai questa sarà morta da un pezzo!" intervenne Michelle.
"Potrà anche essere così, ma è un fatto di principio!"
"Kath.. dai, ti prego.. faccelo leggere.. lo so che anche tu sei curiosa di sapere cosa c'è scritto! Per favore! Lo vuole leggere anche Béatrix.."
"Uff.. ragazze voi due siete impossibili! Va bene, ok, leggiamolo" permise Kathleen.
Michelle, Béatrix e Kathleen si sedettero a terra, con le gambe incrociate; la prima comincio' a leggere:
- I Gennaio, Anno del Signore 1632
Diario,
Mio caro Diario, mio nuovo Diario
Mia madre ha sempre voluto che tenessi un diario, sosteneva che era una cosa molto nobile e che aiutava a tener vivi i ricordi, le emozioni. Purtroppo Lei è venuta a mancare lo scorso anno, per me fu grave e dolorosa perdita, la amavo profondamente. E in nome del suo grande desiderio che io scrivessi i miei pensieri su un diario, sto ora scrivendo su questo piccolo quadernetto.
Diario, permetti che mi presenti.
Mi chiamo Angélique, figlia dei Baroni d'Amand, potenti Signori di questo luogo, la regione dello Champagne.
I nostri forzieri sono pieni d'oro e di preziosi d'ogni genere, nelle nostre stalle ci sono solo i migliori stalloni, e ottime cavalle da sella, i nostri servi svolgono il loro lavoro con maestria e sono fedeli, i cittadini dei numerosi villaggi che sono sotto il nostro potere non si sono mai lamentati di nulla, e Noi, i Baroni, svolgiamo ottimamente il nostro compito di non opprimere gli abitanti.
Come dice mio Padre, di denaro ne abbiamo più che a sufficienza, perché abusare di quelle genti che ci amano e rispettano? Ragioni non ce ne sono.
Nelle nostre terre non ci sono malviventi: il Barone, sebbene sia molto comprensivo, non tollera i furti, gli omicidi e tutto ciò che circondi l'ambito della disonestà; le pene sono molto dure per i furfanti: spesso sono condannati a morte, altre volte li si rinchiudono nelle prigioni finche la morte non giunga loro.
Sono l'unica figlia di Monsieur Anaximandre d'Amand barone di Champagne e di Madame Christine.
Essi mi hanno creata circa sedici anni fa, con lucenti capelli neri, alta, e con gli occhi del colore delle acqua marine, come amava ripetere la mia dolce e defunta Madre.
Mi hanno istruito con assiduità, hanno sempre creduto nelle mie doti e nella mia spiccata intelligenza, e per questo decisero di educarmi a fondo nelle arti del leggere, dello scrivere, del ricamare. Inoltre mi insegnarono a cantare, suonare il pianoforte, ed ogni giorno il mio precettore mi istruisce sempre più sulla letteratura, la storia, la filosofia, il francese ed altre lingue straniere, come il Latino.
Quando non c'è nulla di interessante da fare nel castello, e non sono a lezione, amo rinchiudermi nella nostra fornita biblioteca e leggere, leggere e leggere, libro d'ogni genere e forma.
Diario, mio caro, credo non ci sia altro che possa dirti su di me.
Ma, non disperare, domani tornerò da te.
Angélique>>

"Ma è scritto" chiese Béatrix "giorno per giorno?"
"Uhm.. si, credo che non salti un giorno la nostra Angélique." Disse controllando Michelle.
"Ti prego, salta qualche pagina.. leggi dove vedi qualcosa di interessante, altrimenti qua ci stiamo trecento venticinque anni se leggiamo tutto, riga per riga" intervenne Kathleen, sorridendo.

- XII Marzo, Anno del Signore 1632
Diario,
Oggi non mi sento molto bene, ed è già qualche giorno che faccio degli strani sogni; che così non potrei neanche definirli, poiché credo che tutto sia reale.
Durante la giornata mi sento debole, la testa mi gira sempre molto forte ed è da quando sono cominciati questi meravigliosi deliri che mangio sempre meno.
Nei miei sogni vedo un uomo, bellissimo, che mi viene a trovare nella mia camera mentre dormo e Lui.. si, Lui mi abbraccia, mi bacia, sussurra che mi ama, che io sono sua, e che lo dovrò essere sempre.
Oh, è così attraente! So che non dovrei pensare queste cose, perchè sono pensieri impuri ed è peccato, ma ogni giorno non vedo l'ora di distendermi nelle braccia di Morfeo per vederlo arrivare, Lui, il mio Amante!
Ogni notte all'alba Egli va via, io mi sento terribilmente stanca e spossata ma felice di aver trascorso con Lui quelle ore notturne.
Ogni notte quando mi lascia, lo prego, lo imploro di rimanere, ma mi rassicura assicurandomi che ritornerà il giorno dopo, e così mi dice sempre.
Ogni notte il mio splendido Amante bacia ripetutamente il mio collo, provocandomi però un po' di dolore, come se due aghi penetrassero la mia pelle.
Ancora non capisco perché non venga da me di giorno, perché non si presenti a mio Padre. Perché ancora non ha chiesto la mia mano? Sono ormai in età da matrimonio, dovrebbe saperlo!
So con certezza che è anch'esso un nobile, lo riconosco dai suoi modi, e dai suoi abiti. Veste di velluto e di seta, e mi fa dei doni molto costosi.
Una volta mi portò un anello d'argento con un acquamarina tempestata da piccoli brillanti; di per sé non è un regalo dispendioso, eppure per me ha un valore inestimabile. Questo perché amo con particolare devozione gli anelli in questa forma, e Lui me ne ha portato uno uguale sebbene io non gli avessi mai accennato a questo mio piacere dei gioielli.
Un'altra volta ancora il mio tenero Amante mi portò in dono una splendida cavalla bianca, dotata di sella e di tutto l'occorrente; anche in questa occasione non gli avevo detto nulla a riguardo della mia passione per i cavalli.
Spesso ho trovato enormi mazzi di rose rosse, gigli e violette.
Tra tre giorni ci sarà un ballo alla nostra Corte, vi parteciperanno molti nobili e cavalieri, e dame e signore. Ho sempre adorato queste feste, c'è molta gente con cui discorrere su qualcosa di interessante e spero tanto che partecipi anche il mio Amante!
Angélique>>

- XIII Marzo, Anno del Signore 1632
Finalmente ne ho la certezza: ciò che sognavo è reale.
Questa notte, come fa ormai da una settimana, Egli è venuto; credo di aver capito quale sistema adotta per farmi credere che quello che vedo sia solo una fantasia: Lui viene quando sono profondamente addormentata.. in qualche modo riesce a farmi svegliare, mentre ancora sto dormendo.. è strano.
Ho compreso questo stanotte: eravamo in.. intimità, quando sentii provenire dal piano sottostante un forte rumore come di porcellana frantumata sul pavimento. Mi girai verso la porta della mia camera, e subito mi voltai di nuovo verso la figura che mi teneva abbracciata: Lui appariva lievemente allarmato, come se potessi aver paura dell'accaduto. Che sciocchezza, io lo amo! Non e' facile da spiegare Diario, ma so che lui è vero ed esiste.
Angélique>>

- XIV Marzo, Anno del Signore 1632
Diario,
Oh, diario! Sapessi cosa è successo stanotte!
Come solito, Lui è venuto, ed ha passato la notte con me, sussurrandomi dolci parole e baciandomi il collo, il mio petto e.. oh, sto arrossendo! Diario, lascia che ti lasci immaginare, non vorrei scrivere qualcosa di indecente sulle tue pagine, lo trovo già così scandaloso che io stessa lo ricordi soltanto!
Stanotte Egli mi ha portato un dono che mai ha eguagliato gli altri: è uno splendido abito, decorato con merletti, balze, e i migliori pizzi veneziani; ha la gonna di velluto rosso scuro, così come è il corpetto con dei ricami di seta, e la scollatura è quadrata.
Appena le mie ancelle l'hanno visto si sono lanciate in un susseguirsi di "oh", "ah", e di "Madame, questo vestito le starebbe d'incanto!", "Certamente! Madame, lo provi, la prego!", e di "Questo vestito lo dovrà assolutamente indossare al ballo di questa sera, Madame!", "Sono d'accordo, Madame, quest'abito è molto più elegante di quello che aveva scelto prima".
Ovviamente questo l'avevo pensato molto prima di loro.. è da qui che si vedono le differenze tra nobili e i lori servi: i Padroni sono sempre più veloci di mente dei loro lacchè.
Ora sono costretta a lasciarti, devo prepararmi per l'imminente ballo!>>

- XV Marzo, Anno del Signore 1632
Mio Diario,
ieri notte è successa una cosa bellissima!
Come ben sai, c'è stato un ballo alla nostra Corte: i saloni erano colmi dell'odore di decine di profumi diversi, dame e cavalieri danzavano al ritmo che impartivano loro le musiche provenienti dall'Orchestra, nobili e facoltosi discorrevano con me sull'attuale stato politico della Francia e delle innovazioni nel campo dell'arte, il banchetto che era stato imbandito era molto più che regale, si sentivano risa e gridolini divertiti, eppure io ero molto triste perché il mio Amante non era lì; sapevo anche che i balli di Corte si prolungavano fino a tarda notte, quindi quella notte probabilmente Lui non sarebbe venuto per il poco tempo che ci era concesso dalla Luna.
Mentre conversavo con i miei interlocutori, ero rivolta verso la porta del salone in cui mi trovavo, nella vana speranza che Lui arrivasse.. ed ecco, si, lo vidi, era Lui, il mio Amante!
Era appoggiato allo stipite della porta, una tenue luce illuminava il suo diafano viso, e portava le vesti più eleganti che gli avessi visto indosso.
In un momento non capii più nulla, sentii le farfalle nello stomaco, ero molto agitata.
Moltissime erano le dame sfacciate che gli si erano avvicinate, presentandosi.. in un istante di collera sussurrai:
"Malefiche sgualdrine!"; ma ora me ne vergogno, perché ho commesso peccato (certo, è ridicolo sentirlo dire da me, quando mi sono donata ad un uomo a cui non ero neanche sposata). Che Nostro Signore Gesù Cristo mi perdoni, dovrò andare subito a confessarmi!
Quando vidi questa scena chiesi scusa al gruppo con cui stavo discorrendo, e mi allontanai per dirigermi da Lui; con calcolata falsa cortesia spostai delicatamente quelle dame, per costruirmi un varco attraverso quella piccola folla.
Arrivata finalmente davanti al mio Amante, sorrisi, feci l'inchino e mi presentai:
"Mademoiselle Angélique d'Amand, figlia del barone Anaximandre d'Amand, enchantée Monsieur." Si chinò e mi baciò la mano che gli avevo porto.
"Joel Monrose, conte di alcuni possedimenti in Normandia, lieto di fare la Vostra conoscenza Madame."
Dunque il Suo nome è Joel!
Oh, qual splendida nomea!
Il mio Amante mi guardò negli occhi, e sentii il calore di quando nelle notti precedenti mi aveva tenuta stretta fra le braccia, di quando mi aveva baciata.. e di quando abbiamo compiuto insieme tutti quegli atti, che solo a ricordarli possono essere giudicati licenziosi!
Intorno a noi si erano riuniti tutti gli invitati del ballo, e l'Orchestra si era fermata, ma ad un gesto di Joel tutto riprese: il complesso produsse di nuovo quei suoni che sentivo lontani ed ovattati e le gentildonne e i gentiluomini si unirono in una danza di gruppo.
"Mademoiselle, posso avere l'onore di ballare con Voi?"
"Mais oui." E feci l'inchino.
Cominciammo a ballare, lui era perfetto, bravissimo, io al confronto mi sentivo goffa e impacciata.
Oh, Diario, carissimo!
Perché non vuole sposarmi? Perché ancora non ha chiesto la mia mano a mio Padre? Io lo amo! Egli è colto, nobile, ricco e raffinato; mi sono donata a Lui anima e corpo, anche senza matrimonio! Se si venisse a sapere in pubblico, e se Joel non volesse convolare a nozze con me, sarei disonorata per tutta la vita, non troverei mai più un marito e sarei adocchiata da tutti come una sgualdrina!
O povera me, che cosa ho fatto?
Ma no, non voglio compiangermi.. quando ho fatto tutto ciò ero felice, e non devo pentirmi!
Quando finimmo di ballare ci appartammo su uno dei numerosi balconi che cingevano parte dei saloni e dove nessuno poteva notarci, facendo si che potemmo conversare liberamente.
"Mio soave bocciolo di rosa- esordì Joel- so cosa desiderate. Lo capisco e Vi comprendo.
Purtroppo non mi è ancora concesso di tenerVi a me per sempre. Voglio che Voi viviate al meglio questi ultimi giorni di libertà dalla notte, promettetemelo.. no, piccola mia, non piangete. Candido lilium, non rigate le Vostre delicate gote con queste ignobili lacrime, figlie del dolore! Vi prego, smettete, cos'è che Vi preoccupa?"
"Joel.. ma Voi, mi amate?" Singhiozzai.
"O tesoro, è dunque questo il peso, il dubbio che affligge il Vostro cuore? - sorrise, dolcemente- mia graziosa violetta, il mio cuore è in Vostro pieno possesso. Vi amo, certo che Vi amo! Dal primo giorno in cui vidi il Vostro volto non feci altro che pensare a Voi, e alle Vostre grazie delicate, tuttora sono ossessionato dalla voglia di baciare le Vostre piene e rosse labbra perché di Voi non ne ho mai a sufficienza!"
"Joel, lasciate che esaudisca il Vostro anelito." Accondiscesi io.
Con occhi frementi di passione mi guardò, e si impossessò della mia bocca.
Ma mancavano ormai pochi istanti all'alba, e l'incanto stava per rompersi.
"Angélique, mio immacolato giglio tra gigli, permettetemi di andare, e di sfuggire alle grinfie del vicino Sole! Prometto che questa notte verrò da Voi."
"Andate, caro, se dovete andare. Il tempo apparirà eterno, fino a quando non riceverò la Vostra visita. L'attesa brucerà nel mio cuore come un rogo in una foresta, come un lampo durante una giornata burrascosa.."
E come apparì, scomparve.
Il ballo era volto ormai a termine, e io rimasi lì, nella penombra del balcone, con lo sguardo rivolto verso la grande sala illuminata, fasciata nel dono di velluto rosso di Joel.
Angélique>>

- XIX Marzo, Anno del Signore 1632
E' notte, notte fonda.
Tutto è buio, tutto è oscuro.
Ho una nuova forma, una nuova vita. O Morte. Ancora devo capirlo.
Ebbene, mio caro Diario, ti sto scrivendo dopo quattro giorni di assenza sotto un nuovo aspetto, molto più complesso di prima.
Devi sapere che due giorni fa è successo un fatto alquanto sconcertante.
Ancora io non riesco a capire se quest'incubo è frutto della mia mente evidentemente sottoposta a un duro stress.
Due giorni fa, il 17 marzo per l'esattezza, Joel venne a trovarmi nel profondo della notte, e mi comunicò la notizia che tanto aspettavo: mi avrebbe sposato!
Fui molto più che felice, ma ancora non sapevo cosa mi aspettasse.
Quando arrivò, egli mi abbracciò subito, e in un sussurro mi confessò:
"Mio piccolo bocciolo di rosa, finalmente posso legarVi a me! Stanotte sarà la grande notte, la sacra notte che durerà in eterno."
"O Joel, come sono felice!"
"Ora, venite a me, fate che io possa ammirare e baciare il Vostro perfetto collo.."
Sentii qualcosa che affondò nella giugulare, le forze mi vennero meno, fui prossima allo svenimento. Lui mi strinse sempre più in un movimento convulso; la mia energia stava fluendo via e non capivo dove andasse.
Proprio quando stavo per morire, Joel si recise le vene del polso e me lo avvicinò alle labbra dicendo:
"Angélique, bevete, bevete e Vi sentirete rinascere e poi potremo stare per sempre insieme.."
Trangugiai tutto il sangue che potei, ed effettivamente mi sentii molto meglio, anche se.. strana.
Piansi a lungo quella notte, piansi per quello che ero diventata e per quello che non sarei stata mai più. Il processo era irreversibile.
Non riuscii a smettere, tremai fortemente, ero percorsa da gelidi brividi che mi scuotevano fin nel profondo dell'anima. Fu ovvio che qualcosa in me stava cambiando, ma ancora non avevo preso coscienza se quella fosse una mutazione in bene o in male.
La candida camicia da notte che indossavo era intrisa dalle mie lacrime. Vidi la mia pelle diventare sempre più diafana, prima lo notai sulle mani, poi sui piedi, sulle gambe.. inorridii alla vista del mio viso che faceva pendant con le tende di pizzo d'un bianco puro dietro alle mie spalle.
Vi erano due punture sul collo, che a toccarle provocavano dolore.
Avvertii la sua presenza dietro di me, sapevo che era Lui.
L'uomo che mi ha Vampirizzato.
Egli è bellissimo.. è alto, molto alto, con capelli del colore del Sole tagliati scalati appena sopra le spalle e occhi di un azzurro intenso, che alla luce di una tenue candela possono sembrare neri; le sue dita sono lunghe ed affusolate, il corpo esile ed atletico, come quello d'un Dio Greco scolpito da Fidia, il maestro della perfezione, e tuttora, come quando ero umana, sono fortemente attratta da Joel.
E' di una bellezza innaturale, ora lo noto molto di più, che non quando ero ancora legata al Signore Iddio (che mi perdoni!), la sua pelle è tremendamente bianca, e le labbra sono rosse e risaltano sul volto; ha un sorriso magnifico, e solo ora vedo spuntare gli aguzzi canini.
Mi tese le braccia e mi sussurrò con voce carezzevole:
"Venite a me, dolce Angélique. Dobbiamo fuggire da questo luogo che non ci appartiene. La nostra realtà è un'altra; camminate verso di me e Vi condurrò nell'ambiente che più ci si addice. Non siete più una timorata di Dio, per noi ora esiste solo l'Inferno, la vita perpetua e null'altro. Ma so che avete sete, di sangue umano, per questo lasciate che Vi conduca ad una facile vittima."
Istintivamente mi alzai, e mi gettai nelle braccia del mio splendido Amante, il quale mi baciò. Lo amavo, lo amo tuttora, anche dopo avermi dannata e condannata all'Inferno, ma so che l'ha fatto perché anch'egli mi ama, e vuole stare con me per l'eternità.
Quella notte, dopo che ebbi indossato quel vestito dono di Joel sotto suo desiderio, mi condusse in un parco poco illuminato dove erano due giovani amanti, intenti a scambiarsi tenerezze, di cui ci nutrimmo.
Ancora oggi trovo strano dover uccidere quegli innocenti per nutrirmi.. colpa del mio grande rispetto per la natura; da bambina non ho mai assassinato neanche una formichina.
Ma, pensandoci bene, è stata proprio la natura a voltarmi le spalle, e non ho intenzione di seguirla e pregarla mentre muoio perché voglio ancora rispettarla.
Ma è così triste!
Erano ancora le tre del mattino quando chiesi di andare in chiesa.
Credo fosse una richiesta del tutto nuova a Joel; ebbe paura che potessi essere fulminata da Dio, perché stavo violando un suo luogo sacro, ma sapevo perfettamente che il mio livello di devozione era tale che il Signore non mi avrebbe mai fatto del male, ed ero convinta che se fosse entrato anche il mio amante con me non gli sarebbe successo nulla.
Pregai a lungo, pregai Iddio di non dannarmi, di mantenermi per sempre come sua devota serva, quando sentii la voce.. ma che solo io potevo udire, di Joel.
Mi implorò di venir fuori da quella chiesa, altrimenti il Sole ci avrebbe sorpresi e saremmo bruciati al sole come steli d'erba nel fuoco; e sebbene riluttante, uscii.
Mi condusse in un luogo buio e lugubre, come le sotterranee di un imponente maniero al di fuori di ogni centro abitato e immerso nelle selvagge e rigogliose campagne francesi.
Nella stanza più grande, e più tetra, vi erano due grandi bare di legno di ciliegio e mi spiegò che se volevo restare viva e insieme a Lui, dovevo stendermi e dormire nel feretro, cosi' l'indomani avrei potuto di nuovo assaporare e godere del sangue di un giovane umano.
Come se non bastasse dopo quella orribile giornata, Joel volle farmi anche un "discorsetto" come lo chiamò Lui, o una predica come preferii definirla io.
"Mia.. eterna Sposa.. vorrei farVi capire un concetto. Ora Voi siete una Vampira, e con mio immenso piacere staremo per sempre insieme.. Vedete.. non potete continuare ad andare in chiesa! Angélique, comprendetelo, Vi prego. Dio, la chiesa, le religioni sono fatte per gli umani, i mortali! Voi, come me, siete immortale e perpetua ed è assolutamente innaturale che continuiate a pregare Iddio, il quale Vi dovrebbe salvare dalla dannazione!"
"Perché, c'è qualcosa di naturale nell'essere Vampiri?- ribattei con forza- E' stata quella natura che conosco, benevola e magnifica, a creare degli essere così immondi?"
"O Angélique, ma cosa dite? Avrei creduto che avreste amato essere con me.. anche se sareste diventata una Vampira. Ma, è inutile che cerchi di farVi cambiare idea, forse capirete col tempo, domani o fra un mese. Sappiate una cosa però, Vi ho dannata quando siete diventata ciò che ora siete, e non potete tornare indietro!"
E si allontanò, di poche decine di metri da me.
Sussurrai:
"Vi amo, non andate, Ve ne prego; mi spiace per quello che ho avuto l'ardire di dire, ma non ero in me."
Si girò per guardarmi. Sorrise, venne verso di me e mi baciò.
Oh, provai una così stupenda sensazione!
Sapevo che sebbene mi rimproverasse duramente per la mia fedeltà a Dio, egli mi amava moltissimo, e mai mi avrebbe lasciato sola.
Non solo mi baciò, ma mi carezzò ovunque, e finimmo col compiere quegli atti licenziosi che molte altre volte avevamo avuto l'occasione di fare.

Fu strano distendermi in una bara, ma ben presto mi ci abituai.
Angélique>>

- XXI Marzo, Anno del Signore 1632
Anche questa notte mi sono recata in chiesa.
Ho avuto dei seri dubbi su quello che mi aveva detto Joel.
Forse ha ragione Lui.
Angélique>>

- XXV Marzo, Anno del Signore 1632
Oggi è stata l'ultima volta che sono andata a pregare.
E' vero.. tutto quello che mi disse Joel una volta, ora ho compreso tutto.
Anche continuando a pregare, per me non ci sarà mai un Paradiso.
Angélique>>

"Michelle, salta qualche anno ti prego.. ho l'abbiocco in agguato.." Disse ridendo Béatrix.
"Uhm.. va bene.. mi pare che qui non ci sia nulla di interessante.. ah, ecco! 13 Aprile, Anno del Signore 1637.."
"Ehi aspetta, ci sono dieci pagine di mezzo e sarebbero cinque anni?" Interrogo' Kathleen.
"Evidentemente non ha scritto giorno per giorno come avevo erroneamente detto all'inizio, Kath."
"Va' avanti." E Béatrix concluse la faccenda.

- XVII Marzo, Anno del Signore 1637
Mio caro Diario,
So perfettamente di averti lasciato fin troppo in disparte in questi ultimi anni, ma ora non ho più il tempo di una volta, la mia natura mi consente di vivere solo la notte; e questa mi serve soprattutto per andare a tornare dalla vicina città di Wassy.
Ma oggi ti scrivo perché è l'anniversario di una data importante: di quando diventai una Vampira per mano di Joel. Ormai sono passati cinque anni.
Io e Lui siamo ancora insieme, felici e uniti più che mai, e sebbene sia passato molto tempo e abbiamo incontrato molti e interessanti Vampiri nei nostri viaggi, nessuno di noi due ha mai sentito l'esigenza di separarsi dall'altro.
Adesso non faccio più caso agli innocenti che uccido per nutrirmi, è la mia natura e non posso combatterla.
Purtroppo il tempo che posso dedicare in questi anni non esiste quasi più, quindi credo che ti riferirò solo gli eventi di massima importanza.
Angélique>>

"Ragazze, credo sia ora di smettere.."
"Michelle! Non sono neanche le undici di sera, e siamo nel punto più bello del diario!" disse Kathleen.
"Kath.. la più grande sono io, quindi decido io. Poi, questo non è assolutamente il pezzo più bello del diario, Angélique ha solo detto che sono cinque anni che è la compagna di Joel, e questo non mi sembra un così grande evento, ci sono coppie che rimangono fidanzate per dodici anni e poi si mollano. E comunque, io non voglio assolutamente andare a dormire, quindi non vi preoccupate. Credevo soltanto che sarebbe divertente uscire e andare un po' a divertirci." "Bè.. se la metti così, allora.." intervenne Béatrix.
"Usciamo si o no? Il diario tanto non scappa.."
"Va bene Michelle.. andiamo a prepararci, dai!" e con questo Kathleen concluse la faccenda.
Solo dopo alcuni giorni, in una notte insonne per tutte, il piccolo libricino fu riaperto.

- XXVI Maggio, Anno del Signore 1784
Oh Diario,
Cosa è mai accaduto la scorsa notte!
Una cosa terribile, non so se riuscirò a sopportare tanto dolore.. ma andiamo con calma, è meglio che ti faccia capire qualcosa.
Ieri, per la prima volta, quando mi sono svegliata dopo il tramonto, non ho trovato il mio Amato Joel che mi aspettava per andare a caccia insieme; bensì dentro la sua bara, vi era uno scritto che recava queste parole:

"Dolce Angélique,
Sono immensamente addolorato dal non potervi ammirare mentre lentamente Vi svegliate dal Vostro giaciglio dopo il tramonto, ma sono costretto a uscire dal castello senza di Voi, per regolare una faccenda con una vecchia conoscenza. Non Vi allarmate, Ve ne prego, sarò presto di ritorno.
Intanto, leggete queste poche parole, sperando che Vi siano di conforto.

Ancora oggi, se rivedo Lei
dal volto simile alla Luna,
nel principio della giovinezza,
coi seni ricolmi e la pelle bianca,
con le membra estenuate dal fuoco
delle saette d'Amore, il mio corpo
è percorso da un tremito, e bevo la
sua bocca stringendola fra le braccia,
come un'ape col fiore di loto.

Per sempre Vostro,
Joel."

Ovviamente mi allarmai subito: se Lui era uscito senza di me, vi era senz'altro qualcosa di molto importante, di pericoloso. Oh, se l'avessi capito prima!
Sentivo che qualcosa non andava, eppure non riuscivo a intuire cosa.
Trascorsi una notte agitata, non osai neanche uscire dal castello, per paura che Lui ritornasse da un momento all'altro e non mi trovasse. Ero nella biblioteca, poco distante dall'ingresso, tentando di leggere un libro, ma invano. La mia agitazione, il tremore delle candele, il vento e la pioggia che infuriavano all'esterno, non consentirono di concentrarmi. Avevo sete, sì, ma stavo pensando a tutto tranne che alla gola di qualche giovane sventurato.
Occupai così le prime ore del crepuscolo, finché non decisi di arrischiarmi fuori dal castello: percepivo distintamente che Joel era nei guai, e non potevo far nulla!
Sentivo anche la sua voce.. fu straziante sentire quei lamenti disperati.. ma non potevo veramente far nulla, non sapevo dove Lui fosse!
Mi inginocchiai a terra, e pregai Dio con tutta la forza che avevo in corpo affinché mi conducesse dal mio Amante. Sì, Dio non mi aveva dimenticata! Una delle sue piccole anime dannate lo stava implorando di mostrarle dove giacesse il corpo del suo tenero Amante ed Egli, sì, il Padre di Cristo, mi stava graziando!
Chissà se mai riuscirò a raggiungere il Paradiso.
Sono tuttora scossa da forti tremiti.. Diario, che cosa terrificante!
Raggiunsi l'Illuminazione d'Iddio, vidi chiaramente la zona dove era Joel: un campo. Si, un campo non coltivato, isolato da tutti e da tutto, ove una volta mi ci recai accompagnata, come abituale, dal mio compagno.
Compreso questo corsi come mai avevo corso verso le stalle, presi un cavallo e mi precipitai verso il luogo. Poco distante dalla meta cominciai a sentire un forte odore di morte, ma non il consueto odore di morte: non era di umani.. ma di qualcosa molto più.. forse.. infernale.
Vidi un corpo steso a terra.
Pregai che non fosse quello di Joel.
Mi avvicinai.. ora lentamente.. ora correndo.. era Lui.
Come spiegare le mille emozioni che si dibatterono dentro il cuor mio? Non si può.. erano sensazioni così forti, intense, mai vissute prima..
Mi sentivo morire dentro.
Joel giaceva appoggiato ad una piccola roccia, ed una spada... trafiggeva il suo cuore.
Aveva gli occhi aperti, il respiro flebile, mi gettai sul suo corpo inerme piangendo disperatamente, ora come non mai; urlai:
"Joel.. JOEL! Non lasciatemi Vi prego! Non lasciatemi sola no Joel JE T'AIME!"
Ma a nulla valse la mia preghiera con le poche forze che gli rimasero mi sfiorò il viso, mi sussurrò:
"Mio Incantevole Bocciolo di Rosa.. Vi Amo, non dimenticatelo mai" e cercò di inserire nella mia mente tante immagini, confuse, senza un nesso logico..
Cercai di fargli bere il mio Sangue, sperando che gli rendesse almeno un pò di forze, e che magari lo guarisse, ma quando quelle gocce toccarono le sue labbra, Lui era già spirato.
Lo bacia, lo strinsi con forza, con amore, con passione. Estrassi dal cuore di Joel l'oggetto che gli aveva causato la morte e lo infilzai con tutta la forza che avevo in corpo, nel terreno.
Sollevai il mio Amante, e lo misi sul cavallo, ne presi le briglie e, lentamente, mi incamminai verso il nostro castello.. Inutile dire come mi sento vuota, nel cuore, nella testa e nel corpo.
Mi diressi, arrivata nell'immenso giardino fiorito, verso il Salice Piangente, lo guardai con occhi vitrei e lentamente ai suoi piedi scavai una fossa, larga quanto bastasse, profonda quanto bastasse.
Strinsi ancora una volta il suo corpo morto, ma ancora caldo, lo strinsi convulsamente, ed un'ultima volta lo baciai.
Misi il mio Amante, delicatamente, nella.. tomba, facendo attenzione a non sporcare gli abiti più di quanto non lo fossero già.
Ricoprii di terra il tutto, e terribilmente sconvolta caddi in ginocchia sulla terra poco compatta che era ormai il coperchio del feretro di Joel, e così piansi, piansi per tutta la notte, versai lacrime e lacrime ogni singola ora, ogni singolo minuto.. mi sentivo morta, non avevo neanche la forza necessaria di alzare lo sguardo e accorgermi che il sole stava spuntando, le nuvole diradando, la luna scomparendo, la rugiada sciogliendo, i fiori aprirsi di nuovo al cospetto di quei pochi raggi luminosi che spuntavano dalle nubi.
Sentivo un lieve bruciore sul viso e sulle dita, un dolore che si intensificava lentamente. Sapevo che se fossi rimasta sotto lo splendore ardente di quei raggi non avrei vissuto un giorno di più, e ora la cosa che decisamente non volevo fare era vivere senza il mio Amante, ma qualcosa mi spinse ad alzarmi, fuggire dal Sole e avviarmi in casa..
Così mi rifugiai in biblioteca, misi due ceppi di castagno nel camino e caddi senza energie sulla grande poltrona di quercia e tessuto damascato su cui spesso si riposava Joel, ed io nelle sue braccia.
E ora sono qui, Diario.
La scorsa notte sono state ore drammatiche, non mi nutro da due giorni e so che le energie mi stanno venendo meno, ma non importa, non ho un bisogno impellente di sangue, per ora sto bene, e voglio continuare a scrivere.
Ormai non ho più lacrime da versare, sono finite.. incredibile a dirsi, vero?
Ma è così, e Dio solo sa quanto ancora vorrei piangere, gridare e urlare e sfogare il mio infinito dolore, lasciar scorrere sul mio paonazzo viso lacrime calde e salate... ma non posso, il mio corpo e il volere della mia mente sembrano ormai due cose completamente distaccate, non più in armonia.
Una sola cosa piange ancora: il mio cuore.
Quello no, non ha smesso di soffrire, al contrario, ogni volta che torno agli avvenimenti di poche ore fa il dolore si intensifica, così tanto da non poter più sopportare la mia Non Vita.
Oh Joel, Joel! Perché l'avete fatto? Non dovevate, non dovevate affrontare quel vampiro per un futile motivo di rispettivo odio, dovevate pensare a me, alla Vostra Vampira, la Vostra compagna, la Vostra Amante!
Ma.. ormai non c'è più nulla da fare, Voi non ci siete, non siete qui accanto a me… e non posso fare altro che piangere, e disperarmi.
Angélique>>

- VII Dicembre, Anno del Signore 1784
Mi ha lasciata
dicendo
che domani sarebbe
ritornato.
A casa sul pavimento
ho scritto tante volte: domani.
E all'alba i vicini
mi hanno chiesto: "Amica,
quando verrà il tuo domani?"
Domani, domani: ho perso
ogni speranza,
il mio amore
non tornerà.
Angélique>>

- III Febbraio, Anno del Signore 1789
Torno a scrivere su questo diario dopo anni di assenza.
Nel frattempo ho viaggiato, molto, per cercare di dimenticare un amore grande come quello che nutrivo per Joel, per cambiare dimora, per cercare degli amici, degli alleati. Ma sono sempre ritornata qui, nell'immenso maniero dove vissi con il mio primo Amante.
Troppi ricordi mi legano a questo posto, e non sono mai stata capace di lasciarlo per più di sei mesi.
Tuttavia, anche dopo aver trovato un'eccezionale amica, mi sento sola.
Anche dopo quello che ho fatto.
Stanotte ho creato un Vampiro.
E' un giovane molto attraente. Alto, biondo, con occhi azzurri.. sembrerebbe quasi la descrizione di Joel
Ora Christian sta riposando nella mia bara; per tutto questo tempo io ho riposato in quella di Joel.. ho l'impressione di sentire il suo corpo che dolcemente abbraccia il mio quando sono nel suo feretro.
Non so dove mi condurrà l'aver fatto di Christian uno "di Noi", ma spero che mi tenga compagnia per molto, molto tempo.
Si è svegliato. Vado a parlargli. Non sa ancora nulla sui Figli della Notte.
Angélique>>

- XII Aprile, Anno del Signore 1789
Christian non sembrò particolarmente sconvolto della sua trasformazione. Ricordo le mie reazioni, totalmente diverse, con un sorriso. Il momento della mia Vampirizzazione. Bella notte quella.
Christian è accanto al fuoco ardente del camino ora, con un calice colmo di sangue.
So che mi sta scrutando. Chissà cosa starà pensando.
Già. Non riusciamo a comunicare mentalmente.
Si è avvicinato, e mi ha dato un bacio sulle labbra. E ora.. si è seduto sulla poltrona dell"allievo", quella che occupavo io quando ero ancora insieme a Joel.
Sto imparando ad amarlo, a piccole dosi, sto imparando adesso giacché non ho creato il nuovo Christian perché già l'amavo, ma solo per futili motivi tipici di una donna, affascinata dal suo sguardo magnetico e assolutamente fuori dal comune.
Ma comunque ora è lì, e non posso tornare indietro.
Ed in fondo Christian è un ottimo allievo, un perfetto compagno e un affettuoso amico e amante. Ma.. nonostante questo.. continuo ad amare Joel.
Angélique>>

- VIII Giugno, Anno del Signore 1792
Christian è ancora con me.
Gli voglio bene, ne sono sicura, ma quando sono presa dalla disperazione, quando l'essere Vampiro diventa per me una cupa e triste parodia della morte corro verso Joel, che riposa presso il Salice Piangente, e piango.
Copiose lacrime mi rigano il viso e non posso fare nulla per fermarle, e solo quando Christian mi chiama, viene verso di me per sapere se sto bene, riesco a ricompormi, poiché non voglio che mi veda in quello stato pietoso nel quale mi trovo dopo un furioso pianto.
Angélique>>

- XIX Maggio, Anno del Signore 1795
Ero seduta a terra, a fianco della tomba di Joel, assorta nei miei pensieri, ed ero intenta a piantare un cespuglio di splendide rose di color del sangue, quando mi punsi una mano in più punti; balzai in piedi per lo spavento e il sangue cominciò a cadere sul terreno.. presi a piangere, disperatamente.
Non so perché stessi piangendo così forte, le ferite non erano neanche tanto gravi, ma forse il ricordo di Joel, di quando tentai inutilmente di fargli bere il mio Sangue per riportarlo alla vita.. certo.. è così doloroso.. anche ora sto cercando di trattenere le lacrime..
Ero sporca di sangue, il vestito, il viso, a cui si mischiavano le lacrime; non riuscivo a fermare i sentimenti che lottavano nel cuore, né quelli nella mente.
Piano - pianissimo - soggiunse Christian, mi cinse la vita e osservò le mie mani: leccò via il sangue e poi mi diede un lungo bacio - lungo e intenso. Mi stese delicatamente sul suolo, e si adagiò su di me.. mi ha sedotta.. Mon Dieu, accanto alla tomba di Joel..
Christian non fa altro che ricordarmi che mi ama, e ne sono felice, ma non gli ho mai risposto "Anch'io", ho sempre ringraziato.. ed oggi.. credo che avrà qualcosa di cui gioire.
Anch'io
Angélique>>

- XXI Aprile, Anno del Signore 1796
Di solito lascio che Christian vada a caccia da solo, e che mi porti una bottiglia di rosso Sangue, in modo che io possa berlo in grandi calici..
Questo perché prima era un'abitudine che ogni tanto usavo con Joel, ma ora lo faccio perché non esco quasi più la notte per andare a caccia, e non oltrepasso mai i limiti dei terreni attorno al castello.
Il mio piccolo Vampirottolo, come affettuosamente lo chiamo, è appena uscito, e quindi ora posso dedicarmi a te, Diario.
Ultimamente non faccio che sentirmi triste, e non capisco perché: io sono felice di vivere con Christian, mi tratta come fossi una regina, ogni Notte faccio delle lunghe passeggiate illuminata dalla Luna, e ho uno splendido castello in cui vivere serenamente.
Ma.. evidentemente non basta. Quando cerco di immaginare la mia vita senza nulla, denaro, possedimenti, ma solo con Christian.. la visione che ho non è assolutamente idilliaca, anzi, piuttosto squallida.
Quando invece.. immagino tutto questo con Joel.. tutto diviene di colori splendenti, e sento il cuore gonfiarsi d'emozione e di felicità.
E' ovvio cosa significa questo: ma sto cercando di scappare, sto cercando di vivere un'esistenza tranquilla.
Ma, prima o poi, dovrò affrontare i miei problemi.
Angélique>>

- IV Febbraio, Anno del Signore 1798
Christian è fuori, non ritornerà prima di due ore.
Sono stanca poiché poco fa ho finito di accatastare della legna qui in biblioteca.
Non ce la faccio più, ormai la solitudine mi attanaglia e anche se Christian è sempre al mio fianco non riesce a colmare quel disperato vuoto che sento dalla morte di Joel.. e solo ora, dopo quattordici anni, riesco a capire cosa provo veramente: un senso di immensa tristezza.
Io amo Joel, lo amo da sempre e lo amerò per sempre, e mi dispiace per Christian, ma credo di reputarlo più un figlio che un vero e proprio amante, l'amore che provo per lui è quello di una madre, di una cara amica.
Mi sono lasciata ingannare dal suo bell'aspetto, fin troppo somigliante a quello del mio vero Amore.
Probabilmente il mio vero ed unico Amante, Joel, ripugnerebbe ciò che sto per fare, ma non mi resta altra scelta, e Vi prego, perdonatemi mon amour étérnel se ho maturato una decisione orribile.
Forse questo è mancanza di coraggio, e sono quasi in obbligo verso la Nostra Razza, ma non credo che qualcuno possa capire ciò che sento.. un amore infinito per Joel, un profondo odio per il Vampiro che me l'ha portato via, e tanto dispiacere a dover lasciare Christian.
La pira è accesa, la legna arde, sento un tremendo calore.. non serve a nulla prolungare la mia presenza qui e il mio dolore… non importa se andrò o no in Paradiso, basta che trovi Voi, Rosa dal Dono Oscuro, Joel… cos'è l'Eden, luogo di eterna felicità, senza la propria Anima Gemella? Nulla, nulla, nulla!
Dio, aiutatemi a trovare Joel!
Christian, Vi prego di perdonarmi; siete giovane e sarete certamente in grado di andare avanti senza la mia triste compagnia, e.. Voi, Joel, Mon Amour, Vi Amo da morire.. sto arrivando, attendez-moi.
Angélique>>

E' successo tutto così rapidamente. Ancora non riesco a crederci.
Ero sulla via di ritorno dall'usuale caccia, la pallida Luna era alta in cielo, con le sue zone d'ombra e luce. Il cielo della Notte, sebbene rischiarato dalla diafana Luna, era scuro, e tutto presagiva qualcosa di orribile.
Oh, se fossi arrivato prima!
Dalla finestra della biblioteca usciva un denso fumo nero, le vetrate erano colorate dai riflessi rossi delle fiamme, nell'aria c'era un odore di Morte, che non mi piaceva affatto.
Corsi verso il portone del castello, e mi diressi verso la biblioteca.
Oh, che cosa vidi!
Angélique, il mio Angelo, era di fronte ad una pira ardente, le fiamme che già le lambivano le vesti. Capii subito cosa voleva fare, le urlai di levarsi di lì, ma era come se non mi sentisse, gli occhi vitrei.. e poi si accesero, come un lampo a ciel sereno, continuavo a fissarla, a pregarla.. ed una parola riecheggiò prepotentemente nella mia mente: "…Pardonnez-moi…"
Si gettò nelle fiamme, mi lanciai per salvarla, per estrarre il suo fragile corpo da quel calore assassino, ma mi bruciai, e con le ultime forze rimastole mi scaraventò contro una parete.
Non potei fare altro che guardarla, mentre immobile nelle fiamme, totalmente apatica, moriva.
Quella era la sua volontà e dovevo rispettarla, sebbene mi spezzasse il cuore, mi facesse soffrire come un pazzo e piangere come un bambino.
Poi si accasciò al suolo, dolcemente e lentamente, la sua pelle chiara totalmente intatta e persino fresca, le fiamme che andavano spegnendosi...
Sconvolto e probabilmente non in me, salii nelle stanze di Angélique, mia dolce Angelo, aprii il suo armadio ed estrassi l'abito più bello che avessi mai visto: rosso, la gonna ed il corpetto completamente di velluto rosso, abbastanza scollato, decorato con i migliori ricami, merletti e pizzi veneziani.
Ridiscesi le scale, presi nelle braccia il corpo senza vita di Angélique, e risalii nelle sue stanze: lo posai sul grande letto, rivestito da coperte damascate; svestii la mia Ancella di Amore e le misi indosso il velluto
Le diedi ancora un bacio e mi diressi, con lei, verso il Salice Piangente sicuramente un luogo a Angélique molto caro, dove probabilmente avrebbe voluto riposare, lì, accanto alla rigogliosa pianta di Rose Purpuree.
Scavai una fossa e delicatamente vi inserii il fragile corpo della mia ormai defunta Amata; le vesti ben messe, i capelli in ordine, volevo che fosse perfetta e così fu.
Ricordare questi eventi mi provoca ancora una grande stretta al cuore, sebbene siano passati già due mesi dall'accaduto le lacrime stanno bagnando queste poche righe.. forse è meglio che smetta di scrivere
Oddio Angélique, io Vi amavo! Come avete potuto farlo? E' dunque questo il giusto comportamento di un Vampiro? No di certo!
Oh, scusatemi ho reagito impulsivamente all'immenso dolore che nutro ma in fondo Vi capisco; ho letto il Vostro Diario, e ho avuto modo di comprendere molte cose che di Voi non mi spiegavo.
Il Vostro dolore era immenso, ma cos'è che vi spinse a non parlarmene? Inequivocabilmente, per me Voi rimarrete sempre un mistero.
Rimarrete per sempre nel mio cuore Vi Amo, e non come un figlio o un amico! Vi amo Angélique, come uno Sposo, come un'Amante come Joel, forse.
In ogni caso, spero che il Vostro Dio Vi abbia aiutata nella ricerca di ciò che andavate cercando: un Paradiso di cui gioire insieme a Joel.
E Angélique perdonatemi ancora una volta se non ho saputo capire i Vostri problemi e il Vostro dolore.
Vi amo.
Christian.



di Juli