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"Michelle,
Béatrix, vennez ici!"
"Che c'e' Kath?" chiese la più grande delle tre, Michelle.
"Guardate cosa ho trovato, una cosa molto interessante!"
Il trio era nella soffitta della casa di Béatrix, che frugava
nei bauli, nelle cassettiere, e negli armadi, cercando qualcosa
che rendesse meno noiose le loro giornate nell'abitazione al
mare sulla Costa Azzurra, dove purtroppo il mal tempo imperversava
già da alcuni giorni, perciò le ragazze non potevano andare
in spiaggia, sulle bellissime coste di Nizza. Kathleen, la bionda
diciassettenne, aveva trovato un vecchio diario polveroso, che,
ad occhio, doveva essere vecchio di secoli.
"Fammelo vedere un momento Kath!" esclamò Béatrix.
"Attenta, quasi cade a pezzi" rispose.
"Ehi, che ne dite di leggerlo?" propose Michelle.
"Uhm.. certo, sarebbe interessante da leggere, ma ragazze, un
diario è personale.. non dovremmo leggerlo, soprattutto perché
è di una ragazza... c'è il suo nome sulla copertina.." disse
Kathleen, con lealtà verso l'autrice del diario che aveva scritto
tutti i suoi pensieri sul quel piccolo quaderno malconcio.
"Ma dai, ormai questa sarà morta da un pezzo!" intervenne Michelle.
"Potrà anche essere così, ma è un fatto di principio!"
"Kath.. dai, ti prego.. faccelo leggere.. lo so che anche tu
sei curiosa di sapere cosa c'è scritto! Per favore! Lo vuole
leggere anche Béatrix.."
"Uff.. ragazze voi due siete impossibili! Va bene, ok, leggiamolo"
permise Kathleen.
Michelle, Béatrix e Kathleen si sedettero a terra, con le gambe
incrociate; la prima comincio' a leggere:
- I Gennaio, Anno del Signore 1632
Diario,
Mio caro Diario, mio nuovo Diario
Mia madre ha sempre voluto che tenessi un diario, sosteneva
che era una cosa molto nobile e che aiutava a tener vivi i ricordi,
le emozioni. Purtroppo Lei è venuta a mancare lo scorso anno,
per me fu grave e dolorosa perdita, la amavo profondamente.
E in nome del suo grande desiderio che io scrivessi i miei pensieri
su un diario, sto ora scrivendo su questo piccolo quadernetto.
Diario, permetti che mi presenti.
Mi chiamo Angélique, figlia dei Baroni d'Amand, potenti Signori
di questo luogo, la regione dello Champagne.
I nostri forzieri sono pieni d'oro e di preziosi d'ogni genere,
nelle nostre stalle ci sono solo i migliori stalloni, e ottime
cavalle da sella, i nostri servi svolgono il loro lavoro con
maestria e sono fedeli, i cittadini dei numerosi villaggi che
sono sotto il nostro potere non si sono mai lamentati di nulla,
e Noi, i Baroni, svolgiamo ottimamente il nostro compito di
non opprimere gli abitanti.
Come dice mio Padre, di denaro ne abbiamo più che a sufficienza,
perché abusare di quelle genti che ci amano e rispettano? Ragioni
non ce ne sono.
Nelle nostre terre non ci sono malviventi: il Barone, sebbene
sia molto comprensivo, non tollera i furti, gli omicidi e tutto
ciò che circondi l'ambito della disonestà; le pene sono molto
dure per i furfanti: spesso sono condannati a morte, altre volte
li si rinchiudono nelle prigioni finche la morte non giunga
loro.
Sono l'unica figlia di Monsieur Anaximandre d'Amand barone di
Champagne e di Madame Christine.
Essi mi hanno creata circa sedici anni fa, con lucenti capelli
neri, alta, e con gli occhi del colore delle acqua marine, come
amava ripetere la mia dolce e defunta Madre.
Mi hanno istruito con assiduità, hanno sempre creduto nelle
mie doti e nella mia spiccata intelligenza, e per questo decisero
di educarmi a fondo nelle arti del leggere, dello scrivere,
del ricamare. Inoltre mi insegnarono a cantare, suonare il pianoforte,
ed ogni giorno il mio precettore mi istruisce sempre più sulla
letteratura, la storia, la filosofia, il francese ed altre lingue
straniere, come il Latino.
Quando non c'è nulla di interessante da fare nel castello, e
non sono a lezione, amo rinchiudermi nella nostra fornita biblioteca
e leggere, leggere e leggere, libro d'ogni genere e forma.
Diario, mio caro, credo non ci sia altro che possa dirti su
di me.
Ma, non disperare, domani tornerò da te.
Angélique>>
"Ma è scritto" chiese Béatrix "giorno per giorno?"
"Uhm.. si, credo che non salti un giorno la nostra Angélique."
Disse controllando Michelle.
"Ti prego, salta qualche pagina.. leggi dove vedi qualcosa di
interessante, altrimenti qua ci stiamo trecento venticinque
anni se leggiamo tutto, riga per riga" intervenne Kathleen,
sorridendo.
- XII Marzo, Anno del Signore 1632
Diario,
Oggi non mi sento molto bene, ed è già qualche giorno che faccio
degli strani sogni; che così non potrei neanche definirli, poiché
credo che tutto sia reale.
Durante la giornata mi sento debole, la testa mi gira sempre
molto forte ed è da quando sono cominciati questi meravigliosi
deliri che mangio sempre meno.
Nei miei sogni vedo un uomo, bellissimo, che mi viene a trovare
nella mia camera mentre dormo e Lui.. si, Lui mi abbraccia,
mi bacia, sussurra che mi ama, che io sono sua, e che lo dovrò
essere sempre.
Oh, è così attraente! So che non dovrei pensare queste cose,
perchè sono pensieri impuri ed è peccato, ma ogni giorno non
vedo l'ora di distendermi nelle braccia di Morfeo per vederlo
arrivare, Lui, il mio Amante!
Ogni notte all'alba Egli va via, io mi sento terribilmente stanca
e spossata ma felice di aver trascorso con Lui quelle ore notturne.
Ogni notte quando mi lascia, lo prego, lo imploro di rimanere,
ma mi rassicura assicurandomi che ritornerà il giorno dopo,
e così mi dice sempre.
Ogni notte il mio splendido Amante bacia ripetutamente il mio
collo, provocandomi però un po' di dolore, come se due aghi
penetrassero la mia pelle.
Ancora non capisco perché non venga da me di giorno, perché
non si presenti a mio Padre. Perché ancora non ha chiesto la
mia mano? Sono ormai in età da matrimonio, dovrebbe saperlo!
So con certezza che è anch'esso un nobile, lo riconosco dai
suoi modi, e dai suoi abiti. Veste di velluto e di seta, e mi
fa dei doni molto costosi.
Una volta mi portò un anello d'argento con un acquamarina tempestata
da piccoli brillanti; di per sé non è un regalo dispendioso,
eppure per me ha un valore inestimabile. Questo perché amo con
particolare devozione gli anelli in questa forma, e Lui me ne
ha portato uno uguale sebbene io non gli avessi mai accennato
a questo mio piacere dei gioielli.
Un'altra volta ancora il mio tenero Amante mi portò in dono
una splendida cavalla bianca, dotata di sella e di tutto l'occorrente;
anche in questa occasione non gli avevo detto nulla a riguardo
della mia passione per i cavalli.
Spesso ho trovato enormi mazzi di rose rosse, gigli e violette.
Tra tre giorni ci sarà un ballo alla nostra Corte, vi parteciperanno
molti nobili e cavalieri, e dame e signore. Ho sempre adorato
queste feste, c'è molta gente con cui discorrere su qualcosa
di interessante e spero tanto che partecipi anche il mio Amante!
Angélique>>
- XIII Marzo, Anno del Signore 1632
Finalmente ne ho la certezza: ciò che sognavo è reale.
Questa notte, come fa ormai da una settimana, Egli è venuto;
credo di aver capito quale sistema adotta per farmi credere
che quello che vedo sia solo una fantasia: Lui viene quando
sono profondamente addormentata.. in qualche modo riesce a farmi
svegliare, mentre ancora sto dormendo.. è strano.
Ho compreso questo stanotte: eravamo in.. intimità, quando sentii
provenire dal piano sottostante un forte rumore come di porcellana
frantumata sul pavimento. Mi girai verso la porta della mia
camera, e subito mi voltai di nuovo verso la figura che mi teneva
abbracciata: Lui appariva lievemente allarmato, come se potessi
aver paura dell'accaduto. Che sciocchezza, io lo amo! Non e'
facile da spiegare Diario, ma so che lui è vero ed esiste.
Angélique>>
- XIV Marzo, Anno del Signore 1632
Diario,
Oh, diario! Sapessi cosa è successo stanotte!
Come solito, Lui è venuto, ed ha passato la notte con me, sussurrandomi
dolci parole e baciandomi il collo, il mio petto e.. oh, sto
arrossendo! Diario, lascia che ti lasci immaginare, non vorrei
scrivere qualcosa di indecente sulle tue pagine, lo trovo già
così scandaloso che io stessa lo ricordi soltanto!
Stanotte Egli mi ha portato un dono che mai ha eguagliato gli
altri: è uno splendido abito, decorato con merletti, balze,
e i migliori pizzi veneziani; ha la gonna di velluto rosso scuro,
così come è il corpetto con dei ricami di seta, e la scollatura
è quadrata.
Appena le mie ancelle l'hanno visto si sono lanciate in un susseguirsi
di "oh", "ah", e di "Madame, questo vestito le starebbe d'incanto!",
"Certamente! Madame, lo provi, la prego!", e di "Questo vestito
lo dovrà assolutamente indossare al ballo di questa sera, Madame!",
"Sono d'accordo, Madame, quest'abito è molto più elegante di
quello che aveva scelto prima".
Ovviamente questo l'avevo pensato molto prima di loro.. è da
qui che si vedono le differenze tra nobili e i lori servi: i
Padroni sono sempre più veloci di mente dei loro lacchè.
Ora sono costretta a lasciarti, devo prepararmi per l'imminente
ballo!>>
- XV Marzo, Anno del Signore 1632
Mio Diario,
ieri notte è successa una cosa bellissima!
Come ben sai, c'è stato un ballo alla nostra Corte: i saloni
erano colmi dell'odore di decine di profumi diversi, dame e
cavalieri danzavano al ritmo che impartivano loro le musiche
provenienti dall'Orchestra, nobili e facoltosi discorrevano
con me sull'attuale stato politico della Francia e delle innovazioni
nel campo dell'arte, il banchetto che era stato imbandito era
molto più che regale, si sentivano risa e gridolini divertiti,
eppure io ero molto triste perché il mio Amante non era lì;
sapevo anche che i balli di Corte si prolungavano fino a tarda
notte, quindi quella notte probabilmente Lui non sarebbe venuto
per il poco tempo che ci era concesso dalla Luna.
Mentre conversavo con i miei interlocutori, ero rivolta verso
la porta del salone in cui mi trovavo, nella vana speranza che
Lui arrivasse.. ed ecco, si, lo vidi, era Lui, il mio Amante!
Era appoggiato allo stipite della porta, una tenue luce illuminava
il suo diafano viso, e portava le vesti più eleganti che gli
avessi visto indosso.
In un momento non capii più nulla, sentii le farfalle nello
stomaco, ero molto agitata.
Moltissime erano le dame sfacciate che gli si erano avvicinate,
presentandosi.. in un istante di collera sussurrai:
"Malefiche sgualdrine!"; ma ora me ne vergogno, perché ho commesso
peccato (certo, è ridicolo sentirlo dire da me, quando mi sono
donata ad un uomo a cui non ero neanche sposata). Che Nostro
Signore Gesù Cristo mi perdoni, dovrò andare subito a confessarmi!
Quando vidi questa scena chiesi scusa al gruppo con cui stavo
discorrendo, e mi allontanai per dirigermi da Lui; con calcolata
falsa cortesia spostai delicatamente quelle dame, per costruirmi
un varco attraverso quella piccola folla.
Arrivata finalmente davanti al mio Amante, sorrisi, feci l'inchino
e mi presentai:
"Mademoiselle Angélique d'Amand, figlia del barone Anaximandre
d'Amand, enchantée Monsieur." Si chinò e mi baciò la mano che
gli avevo porto.
"Joel Monrose, conte di alcuni possedimenti in Normandia, lieto
di fare la Vostra conoscenza Madame."
Dunque il Suo nome è Joel!
Oh, qual splendida nomea!
Il mio Amante mi guardò negli occhi, e sentii il calore di quando
nelle notti precedenti mi aveva tenuta stretta fra le braccia,
di quando mi aveva baciata.. e di quando abbiamo compiuto insieme
tutti quegli atti, che solo a ricordarli possono essere giudicati
licenziosi!
Intorno a noi si erano riuniti tutti gli invitati del ballo,
e l'Orchestra si era fermata, ma ad un gesto di Joel tutto riprese:
il complesso produsse di nuovo quei suoni che sentivo lontani
ed ovattati e le gentildonne e i gentiluomini si unirono in
una danza di gruppo.
"Mademoiselle, posso avere l'onore di ballare con Voi?"
"Mais oui." E feci l'inchino.
Cominciammo a ballare, lui era perfetto, bravissimo, io al confronto
mi sentivo goffa e impacciata.
Oh, Diario, carissimo!
Perché non vuole sposarmi? Perché ancora non ha chiesto la mia
mano a mio Padre? Io lo amo! Egli è colto, nobile, ricco e raffinato;
mi sono donata a Lui anima e corpo, anche senza matrimonio!
Se si venisse a sapere in pubblico, e se Joel non volesse convolare
a nozze con me, sarei disonorata per tutta la vita, non troverei
mai più un marito e sarei adocchiata da tutti come una sgualdrina!
O povera me, che cosa ho fatto?
Ma no, non voglio compiangermi.. quando ho fatto tutto ciò ero
felice, e non devo pentirmi!
Quando finimmo di ballare ci appartammo su uno dei numerosi
balconi che cingevano parte dei saloni e dove nessuno poteva
notarci, facendo si che potemmo conversare liberamente.
"Mio soave bocciolo di rosa- esordì Joel- so cosa desiderate.
Lo capisco e Vi comprendo.
Purtroppo non mi è ancora concesso di tenerVi a me per sempre.
Voglio che Voi viviate al meglio questi ultimi giorni di libertà
dalla notte, promettetemelo.. no, piccola mia, non piangete.
Candido lilium, non rigate le Vostre delicate gote con queste
ignobili lacrime, figlie del dolore! Vi prego, smettete, cos'è
che Vi preoccupa?"
"Joel.. ma Voi, mi amate?" Singhiozzai.
"O tesoro, è dunque questo il peso, il dubbio che affligge il
Vostro cuore? - sorrise, dolcemente- mia graziosa violetta,
il mio cuore è in Vostro pieno possesso. Vi amo, certo che Vi
amo! Dal primo giorno in cui vidi il Vostro volto non feci altro
che pensare a Voi, e alle Vostre grazie delicate, tuttora sono
ossessionato dalla voglia di baciare le Vostre piene e rosse
labbra perché di Voi non ne ho mai a sufficienza!"
"Joel, lasciate che esaudisca il Vostro anelito." Accondiscesi
io.
Con occhi frementi di passione mi guardò, e si impossessò della
mia bocca.
Ma mancavano ormai pochi istanti all'alba, e l'incanto stava
per rompersi.
"Angélique, mio immacolato giglio tra gigli, permettetemi di
andare, e di sfuggire alle grinfie del vicino Sole! Prometto
che questa notte verrò da Voi."
"Andate, caro, se dovete andare. Il tempo apparirà eterno, fino
a quando non riceverò la Vostra visita. L'attesa brucerà nel
mio cuore come un rogo in una foresta, come un lampo durante
una giornata burrascosa.."
E come apparì, scomparve.
Il ballo era volto ormai a termine, e io rimasi lì, nella penombra
del balcone, con lo sguardo rivolto verso la grande sala illuminata,
fasciata nel dono di velluto rosso di Joel.
Angélique>>
- XIX Marzo, Anno del Signore 1632
E' notte, notte fonda.
Tutto è buio, tutto è oscuro.
Ho una nuova forma, una nuova vita. O Morte. Ancora devo capirlo.
Ebbene, mio caro Diario, ti sto scrivendo dopo quattro giorni
di assenza sotto un nuovo aspetto, molto più complesso di prima.
Devi sapere che due giorni fa è successo un fatto alquanto sconcertante.
Ancora io non riesco a capire se quest'incubo è frutto della
mia mente evidentemente sottoposta a un duro stress.
Due giorni fa, il 17 marzo per l'esattezza, Joel venne a trovarmi
nel profondo della notte, e mi comunicò la notizia che tanto
aspettavo: mi avrebbe sposato!
Fui molto più che felice, ma ancora non sapevo cosa mi aspettasse.
Quando arrivò, egli mi abbracciò subito, e in un sussurro mi
confessò:
"Mio piccolo bocciolo di rosa, finalmente posso legarVi a me!
Stanotte sarà la grande notte, la sacra notte che durerà in
eterno."
"O Joel, come sono felice!"
"Ora, venite a me, fate che io possa ammirare e baciare il Vostro
perfetto collo.."
Sentii qualcosa che affondò nella giugulare, le forze mi vennero
meno, fui prossima allo svenimento. Lui mi strinse sempre più
in un movimento convulso; la mia energia stava fluendo via e
non capivo dove andasse.
Proprio quando stavo per morire, Joel si recise le vene del
polso e me lo avvicinò alle labbra dicendo:
"Angélique, bevete, bevete e Vi sentirete rinascere e poi potremo
stare per sempre insieme.."
Trangugiai tutto il sangue che potei, ed effettivamente mi sentii
molto meglio, anche se.. strana.
Piansi a lungo quella notte, piansi per quello che ero diventata
e per quello che non sarei stata mai più. Il processo era irreversibile.
Non riuscii a smettere, tremai fortemente, ero percorsa da gelidi
brividi che mi scuotevano fin nel profondo dell'anima. Fu ovvio
che qualcosa in me stava cambiando, ma ancora non avevo preso
coscienza se quella fosse una mutazione in bene o in male.
La candida camicia da notte che indossavo era intrisa dalle
mie lacrime. Vidi la mia pelle diventare sempre più diafana,
prima lo notai sulle mani, poi sui piedi, sulle gambe.. inorridii
alla vista del mio viso che faceva pendant con le tende di pizzo
d'un bianco puro dietro alle mie spalle.
Vi erano due punture sul collo, che a toccarle provocavano dolore.
Avvertii la sua presenza dietro di me, sapevo che era Lui.
L'uomo che mi ha Vampirizzato.
Egli è bellissimo.. è alto, molto alto, con capelli del colore
del Sole tagliati scalati appena sopra le spalle e occhi di
un azzurro intenso, che alla luce di una tenue candela possono
sembrare neri; le sue dita sono lunghe ed affusolate, il corpo
esile ed atletico, come quello d'un Dio Greco scolpito da Fidia,
il maestro della perfezione, e tuttora, come quando ero umana,
sono fortemente attratta da Joel.
E' di una bellezza innaturale, ora lo noto molto di più, che
non quando ero ancora legata al Signore Iddio (che mi perdoni!),
la sua pelle è tremendamente bianca, e le labbra sono rosse
e risaltano sul volto; ha un sorriso magnifico, e solo ora vedo
spuntare gli aguzzi canini.
Mi tese le braccia e mi sussurrò con voce carezzevole:
"Venite a me, dolce Angélique. Dobbiamo fuggire da questo luogo
che non ci appartiene. La nostra realtà è un'altra; camminate
verso di me e Vi condurrò nell'ambiente che più ci si addice.
Non siete più una timorata di Dio, per noi ora esiste solo l'Inferno,
la vita perpetua e null'altro. Ma so che avete sete, di sangue
umano, per questo lasciate che Vi conduca ad una facile vittima."
Istintivamente mi alzai, e mi gettai nelle braccia del mio splendido
Amante, il quale mi baciò. Lo amavo, lo amo tuttora, anche dopo
avermi dannata e condannata all'Inferno, ma so che l'ha fatto
perché anch'egli mi ama, e vuole stare con me per l'eternità.
Quella notte, dopo che ebbi indossato quel vestito dono di Joel
sotto suo desiderio, mi condusse in un parco poco illuminato
dove erano due giovani amanti, intenti a scambiarsi tenerezze,
di cui ci nutrimmo.
Ancora oggi trovo strano dover uccidere quegli innocenti per
nutrirmi.. colpa del mio grande rispetto per la natura; da bambina
non ho mai assassinato neanche una formichina.
Ma, pensandoci bene, è stata proprio la natura a voltarmi le
spalle, e non ho intenzione di seguirla e pregarla mentre muoio
perché voglio ancora rispettarla.
Ma è così triste!
Erano ancora le tre del mattino quando chiesi di andare in chiesa.
Credo fosse una richiesta del tutto nuova a Joel; ebbe paura
che potessi essere fulminata da Dio, perché stavo violando un
suo luogo sacro, ma sapevo perfettamente che il mio livello
di devozione era tale che il Signore non mi avrebbe mai fatto
del male, ed ero convinta che se fosse entrato anche il mio
amante con me non gli sarebbe successo nulla.
Pregai a lungo, pregai Iddio di non dannarmi, di mantenermi
per sempre come sua devota serva, quando sentii la voce.. ma
che solo io potevo udire, di Joel.
Mi implorò di venir fuori da quella chiesa, altrimenti il Sole
ci avrebbe sorpresi e saremmo bruciati al sole come steli d'erba
nel fuoco; e sebbene riluttante, uscii.
Mi condusse in un luogo buio e lugubre, come le sotterranee
di un imponente maniero al di fuori di ogni centro abitato e
immerso nelle selvagge e rigogliose campagne francesi.
Nella stanza più grande, e più tetra, vi erano due grandi bare
di legno di ciliegio e mi spiegò che se volevo restare viva
e insieme a Lui, dovevo stendermi e dormire nel feretro, cosi'
l'indomani avrei potuto di nuovo assaporare e godere del sangue
di un giovane umano.
Come se non bastasse dopo quella orribile giornata, Joel volle
farmi anche un "discorsetto" come lo chiamò Lui, o una predica
come preferii definirla io.
"Mia.. eterna Sposa.. vorrei farVi capire un concetto. Ora Voi
siete una Vampira, e con mio immenso piacere staremo per sempre
insieme.. Vedete.. non potete continuare ad andare in chiesa!
Angélique, comprendetelo, Vi prego. Dio, la chiesa, le religioni
sono fatte per gli umani, i mortali! Voi, come me, siete immortale
e perpetua ed è assolutamente innaturale che continuiate a pregare
Iddio, il quale Vi dovrebbe salvare dalla dannazione!"
"Perché, c'è qualcosa di naturale nell'essere Vampiri?- ribattei
con forza- E' stata quella natura che conosco, benevola e magnifica,
a creare degli essere così immondi?"
"O Angélique, ma cosa dite? Avrei creduto che avreste amato
essere con me.. anche se sareste diventata una Vampira. Ma,
è inutile che cerchi di farVi cambiare idea, forse capirete
col tempo, domani o fra un mese. Sappiate una cosa però, Vi
ho dannata quando siete diventata ciò che ora siete, e non potete
tornare indietro!"
E si allontanò, di poche decine di metri da me.
Sussurrai:
"Vi amo, non andate, Ve ne prego; mi spiace per quello che ho
avuto l'ardire di dire, ma non ero in me."
Si girò per guardarmi. Sorrise, venne verso di me e mi baciò.
Oh, provai una così stupenda sensazione!
Sapevo che sebbene mi rimproverasse duramente per la mia fedeltà
a Dio, egli mi amava moltissimo, e mai mi avrebbe lasciato sola.
Non solo mi baciò, ma mi carezzò ovunque, e finimmo col compiere
quegli atti licenziosi che molte altre volte avevamo avuto l'occasione
di fare.
Fu strano distendermi in una bara, ma ben presto mi ci abituai.
Angélique>>
- XXI Marzo, Anno del Signore 1632
Anche questa notte mi sono recata in chiesa.
Ho avuto dei seri dubbi su quello che mi aveva detto Joel.
Forse ha ragione Lui.
Angélique>>
- XXV Marzo, Anno del Signore 1632
Oggi è stata l'ultima volta che sono andata a pregare.
E' vero.. tutto quello che mi disse Joel una volta, ora ho compreso
tutto.
Anche continuando a pregare, per me non ci sarà mai un Paradiso.
Angélique>>
"Michelle, salta qualche anno ti prego.. ho l'abbiocco in agguato.."
Disse ridendo Béatrix.
"Uhm.. va bene.. mi pare che qui non ci sia nulla di interessante..
ah, ecco! 13 Aprile, Anno del Signore 1637.."
"Ehi aspetta, ci sono dieci pagine di mezzo e sarebbero cinque
anni?" Interrogo' Kathleen.
"Evidentemente non ha scritto giorno per giorno come avevo erroneamente
detto all'inizio, Kath."
"Va' avanti." E Béatrix concluse la faccenda.
- XVII Marzo, Anno del Signore 1637
Mio caro Diario,
So perfettamente di averti lasciato fin troppo in disparte in
questi ultimi anni, ma ora non ho più il tempo di una volta,
la mia natura mi consente di vivere solo la notte; e questa
mi serve soprattutto per andare a tornare dalla vicina città
di Wassy.
Ma oggi ti scrivo perché è l'anniversario di una data importante:
di quando diventai una Vampira per mano di Joel. Ormai sono
passati cinque anni.
Io e Lui siamo ancora insieme, felici e uniti più che mai, e
sebbene sia passato molto tempo e abbiamo incontrato molti e
interessanti Vampiri nei nostri viaggi, nessuno di noi due ha
mai sentito l'esigenza di separarsi dall'altro.
Adesso non faccio più caso agli innocenti che uccido per nutrirmi,
è la mia natura e non posso combatterla.
Purtroppo il tempo che posso dedicare in questi anni non esiste
quasi più, quindi credo che ti riferirò solo gli eventi di massima
importanza.
Angélique>>
"Ragazze, credo sia ora di smettere.."
"Michelle! Non sono neanche le undici di sera, e siamo nel punto
più bello del diario!" disse Kathleen.
"Kath.. la più grande sono io, quindi decido io. Poi, questo
non è assolutamente il pezzo più bello del diario, Angélique
ha solo detto che sono cinque anni che è la compagna di Joel,
e questo non mi sembra un così grande evento, ci sono coppie
che rimangono fidanzate per dodici anni e poi si mollano. E
comunque, io non voglio assolutamente andare a dormire, quindi
non vi preoccupate. Credevo soltanto che sarebbe divertente
uscire e andare un po' a divertirci." "Bè.. se la metti così,
allora.." intervenne Béatrix.
"Usciamo si o no? Il diario tanto non scappa.."
"Va bene Michelle.. andiamo a prepararci, dai!" e con questo
Kathleen concluse la faccenda.
Solo dopo alcuni giorni, in una notte insonne per tutte, il
piccolo libricino fu riaperto.
- XXVI Maggio, Anno del Signore 1784
Oh Diario,
Cosa è mai accaduto la scorsa notte!
Una cosa terribile, non so se riuscirò a sopportare tanto dolore..
ma andiamo con calma, è meglio che ti faccia capire qualcosa.
Ieri, per la prima volta, quando mi sono svegliata dopo il tramonto,
non ho trovato il mio Amato Joel che mi aspettava per andare
a caccia insieme; bensì dentro la sua bara, vi era uno scritto
che recava queste parole:
"Dolce Angélique,
Sono immensamente addolorato dal non potervi ammirare mentre
lentamente Vi svegliate dal Vostro giaciglio dopo il tramonto,
ma sono costretto a uscire dal castello senza di Voi, per regolare
una faccenda con una vecchia conoscenza. Non Vi allarmate, Ve
ne prego, sarò presto di ritorno.
Intanto, leggete queste poche parole, sperando che Vi siano
di conforto.
Ancora oggi, se rivedo Lei
dal volto simile alla Luna,
nel principio della giovinezza,
coi seni ricolmi e la pelle bianca,
con le membra estenuate dal fuoco
delle saette d'Amore, il mio corpo
è percorso da un tremito, e bevo la
sua bocca stringendola fra le braccia,
come un'ape col fiore di loto.
Per sempre Vostro,
Joel."
Ovviamente mi allarmai subito: se Lui era uscito senza di me,
vi era senz'altro qualcosa di molto importante, di pericoloso.
Oh, se l'avessi capito prima!
Sentivo che qualcosa non andava, eppure non riuscivo a intuire
cosa.
Trascorsi una notte agitata, non osai neanche uscire dal castello,
per paura che Lui ritornasse da un momento all'altro e non mi
trovasse. Ero nella biblioteca, poco distante dall'ingresso,
tentando di leggere un libro, ma invano. La mia agitazione,
il tremore delle candele, il vento e la pioggia che infuriavano
all'esterno, non consentirono di concentrarmi. Avevo sete, sì,
ma stavo pensando a tutto tranne che alla gola di qualche giovane
sventurato.
Occupai così le prime ore del crepuscolo, finché non decisi
di arrischiarmi fuori dal castello: percepivo distintamente
che Joel era nei guai, e non potevo far nulla!
Sentivo anche la sua voce.. fu straziante sentire quei lamenti
disperati.. ma non potevo veramente far nulla, non sapevo dove
Lui fosse!
Mi inginocchiai a terra, e pregai Dio con tutta la forza che
avevo in corpo affinché mi conducesse dal mio Amante. Sì, Dio
non mi aveva dimenticata! Una delle sue piccole anime dannate
lo stava implorando di mostrarle dove giacesse il corpo del
suo tenero Amante ed Egli, sì, il Padre di Cristo, mi stava
graziando!
Chissà se mai riuscirò a raggiungere il Paradiso.
Sono tuttora scossa da forti tremiti.. Diario, che cosa terrificante!
Raggiunsi l'Illuminazione d'Iddio, vidi chiaramente la zona
dove era Joel: un campo. Si, un campo non coltivato, isolato
da tutti e da tutto, ove una volta mi ci recai accompagnata,
come abituale, dal mio compagno.
Compreso questo corsi come mai avevo corso verso le stalle,
presi un cavallo e mi precipitai verso il luogo. Poco distante
dalla meta cominciai a sentire un forte odore di morte, ma non
il consueto odore di morte: non era di umani.. ma di qualcosa
molto più.. forse.. infernale.
Vidi un corpo steso a terra.
Pregai che non fosse quello di Joel.
Mi avvicinai.. ora lentamente.. ora correndo.. era Lui.
Come spiegare le mille emozioni che si dibatterono dentro il
cuor mio? Non si può.. erano sensazioni così forti, intense,
mai vissute prima..
Mi sentivo morire dentro.
Joel giaceva appoggiato ad una piccola roccia, ed una spada...
trafiggeva il suo cuore.
Aveva gli occhi aperti, il respiro flebile, mi gettai sul suo
corpo inerme piangendo disperatamente, ora come non mai; urlai:
"Joel.. JOEL! Non lasciatemi Vi prego! Non lasciatemi sola no
Joel JE T'AIME!"
Ma a nulla valse la mia preghiera con le poche forze che gli
rimasero mi sfiorò il viso, mi sussurrò:
"Mio Incantevole Bocciolo di Rosa.. Vi Amo, non dimenticatelo
mai" e cercò di inserire nella mia mente tante immagini, confuse,
senza un nesso logico..
Cercai di fargli bere il mio Sangue, sperando che gli rendesse
almeno un pò di forze, e che magari lo guarisse, ma quando quelle
gocce toccarono le sue labbra, Lui era già spirato.
Lo bacia, lo strinsi con forza, con amore, con passione. Estrassi
dal cuore di Joel l'oggetto che gli aveva causato la morte e
lo infilzai con tutta la forza che avevo in corpo, nel terreno.
Sollevai il mio Amante, e lo misi sul cavallo, ne presi le briglie
e, lentamente, mi incamminai verso il nostro castello.. Inutile
dire come mi sento vuota, nel cuore, nella testa e nel corpo.
Mi diressi, arrivata nell'immenso giardino fiorito, verso il
Salice Piangente, lo guardai con occhi vitrei e lentamente ai
suoi piedi scavai una fossa, larga quanto bastasse, profonda
quanto bastasse.
Strinsi ancora una volta il suo corpo morto, ma ancora caldo,
lo strinsi convulsamente, ed un'ultima volta lo baciai.
Misi il mio Amante, delicatamente, nella.. tomba, facendo attenzione
a non sporcare gli abiti più di quanto non lo fossero già.
Ricoprii di terra il tutto, e terribilmente sconvolta caddi
in ginocchia sulla terra poco compatta che era ormai il coperchio
del feretro di Joel, e così piansi, piansi per tutta la notte,
versai lacrime e lacrime ogni singola ora, ogni singolo minuto..
mi sentivo morta, non avevo neanche la forza necessaria di alzare
lo sguardo e accorgermi che il sole stava spuntando, le nuvole
diradando, la luna scomparendo, la rugiada sciogliendo, i fiori
aprirsi di nuovo al cospetto di quei pochi raggi luminosi che
spuntavano dalle nubi.
Sentivo un lieve bruciore sul viso e sulle dita, un dolore che
si intensificava lentamente. Sapevo che se fossi rimasta sotto
lo splendore ardente di quei raggi non avrei vissuto un giorno
di più, e ora la cosa che decisamente non volevo fare era vivere
senza il mio Amante, ma qualcosa mi spinse ad alzarmi, fuggire
dal Sole e avviarmi in casa..
Così mi rifugiai in biblioteca, misi due ceppi di castagno nel
camino e caddi senza energie sulla grande poltrona di quercia
e tessuto damascato su cui spesso si riposava Joel, ed io nelle
sue braccia.
E ora sono qui, Diario.
La scorsa notte sono state ore drammatiche, non mi nutro da
due giorni e so che le energie mi stanno venendo meno, ma non
importa, non ho un bisogno impellente di sangue, per ora sto
bene, e voglio continuare a scrivere.
Ormai non ho più lacrime da versare, sono finite.. incredibile
a dirsi, vero?
Ma è così, e Dio solo sa quanto ancora vorrei piangere, gridare
e urlare e sfogare il mio infinito dolore, lasciar scorrere
sul mio paonazzo viso lacrime calde e salate... ma non posso,
il mio corpo e il volere della mia mente sembrano ormai due
cose completamente distaccate, non più in armonia.
Una sola cosa piange ancora: il mio cuore.
Quello no, non ha smesso di soffrire, al contrario, ogni volta
che torno agli avvenimenti di poche ore fa il dolore si intensifica,
così tanto da non poter più sopportare la mia Non Vita.
Oh Joel, Joel! Perché l'avete fatto? Non dovevate, non dovevate
affrontare quel vampiro per un futile motivo di rispettivo odio,
dovevate pensare a me, alla Vostra Vampira, la Vostra compagna,
la Vostra Amante!
Ma.. ormai non c'è più nulla da fare, Voi non ci siete, non
siete qui accanto a me… e non posso fare altro che piangere,
e disperarmi.
Angélique>>
- VII Dicembre, Anno del Signore 1784
Mi ha lasciata
dicendo
che domani sarebbe
ritornato.
A casa sul pavimento
ho scritto tante volte: domani.
E all'alba i vicini
mi hanno chiesto: "Amica,
quando verrà il tuo domani?"
Domani, domani: ho perso
ogni speranza,
il mio amore
non tornerà.
Angélique>>
- III Febbraio, Anno del Signore 1789
Torno a scrivere su questo diario dopo anni di assenza.
Nel frattempo ho viaggiato, molto, per cercare di dimenticare
un amore grande come quello che nutrivo per Joel, per cambiare
dimora, per cercare degli amici, degli alleati. Ma sono sempre
ritornata qui, nell'immenso maniero dove vissi con il mio primo
Amante.
Troppi ricordi mi legano a questo posto, e non sono mai stata
capace di lasciarlo per più di sei mesi.
Tuttavia, anche dopo aver trovato un'eccezionale amica, mi sento
sola.
Anche dopo quello che ho fatto.
Stanotte ho creato un Vampiro.
E' un giovane molto attraente. Alto, biondo, con occhi azzurri..
sembrerebbe quasi la descrizione di Joel
Ora Christian sta riposando nella mia bara; per tutto questo
tempo io ho riposato in quella di Joel.. ho l'impressione di
sentire il suo corpo che dolcemente abbraccia il mio quando
sono nel suo feretro.
Non so dove mi condurrà l'aver fatto di Christian uno "di Noi",
ma spero che mi tenga compagnia per molto, molto tempo.
Si è svegliato. Vado a parlargli. Non sa ancora nulla sui Figli
della Notte.
Angélique>>
- XII Aprile, Anno del Signore 1789
Christian non sembrò particolarmente sconvolto della sua trasformazione.
Ricordo le mie reazioni, totalmente diverse, con un sorriso.
Il momento della mia Vampirizzazione. Bella notte quella.
Christian è accanto al fuoco ardente del camino ora, con un
calice colmo di sangue.
So che mi sta scrutando. Chissà cosa starà pensando.
Già. Non riusciamo a comunicare mentalmente.
Si è avvicinato, e mi ha dato un bacio sulle labbra. E ora..
si è seduto sulla poltrona dell"allievo", quella che occupavo
io quando ero ancora insieme a Joel.
Sto imparando ad amarlo, a piccole dosi, sto imparando adesso
giacché non ho creato il nuovo Christian perché già l'amavo,
ma solo per futili motivi tipici di una donna, affascinata dal
suo sguardo magnetico e assolutamente fuori dal comune.
Ma comunque ora è lì, e non posso tornare indietro.
Ed in fondo Christian è un ottimo allievo, un perfetto compagno
e un affettuoso amico e amante. Ma.. nonostante questo.. continuo
ad amare Joel.
Angélique>>
- VIII Giugno, Anno del Signore 1792
Christian è ancora con me.
Gli voglio bene, ne sono sicura, ma quando sono presa dalla
disperazione, quando l'essere Vampiro diventa per me una cupa
e triste parodia della morte corro verso Joel, che riposa presso
il Salice Piangente, e piango.
Copiose lacrime mi rigano il viso e non posso fare nulla per
fermarle, e solo quando Christian mi chiama, viene verso di
me per sapere se sto bene, riesco a ricompormi, poiché non voglio
che mi veda in quello stato pietoso nel quale mi trovo dopo
un furioso pianto.
Angélique>>
- XIX Maggio, Anno del Signore 1795
Ero seduta a terra, a fianco della tomba di Joel, assorta nei
miei pensieri, ed ero intenta a piantare un cespuglio di splendide
rose di color del sangue, quando mi punsi una mano in più punti;
balzai in piedi per lo spavento e il sangue cominciò a cadere
sul terreno.. presi a piangere, disperatamente.
Non so perché stessi piangendo così forte, le ferite non erano
neanche tanto gravi, ma forse il ricordo di Joel, di quando
tentai inutilmente di fargli bere il mio Sangue per riportarlo
alla vita.. certo.. è così doloroso.. anche ora sto cercando
di trattenere le lacrime..
Ero sporca di sangue, il vestito, il viso, a cui si mischiavano
le lacrime; non riuscivo a fermare i sentimenti che lottavano
nel cuore, né quelli nella mente.
Piano - pianissimo - soggiunse Christian, mi cinse la vita e
osservò le mie mani: leccò via il sangue e poi mi diede un lungo
bacio - lungo e intenso. Mi stese delicatamente sul suolo, e
si adagiò su di me.. mi ha sedotta.. Mon Dieu, accanto alla
tomba di Joel..
Christian non fa altro che ricordarmi che mi ama, e ne sono
felice, ma non gli ho mai risposto "Anch'io", ho sempre ringraziato..
ed oggi.. credo che avrà qualcosa di cui gioire.
Anch'io
Angélique>>
- XXI Aprile, Anno del Signore 1796
Di solito lascio che Christian vada a caccia da solo, e che
mi porti una bottiglia di rosso Sangue, in modo che io possa
berlo in grandi calici..
Questo perché prima era un'abitudine che ogni tanto usavo con
Joel, ma ora lo faccio perché non esco quasi più la notte per
andare a caccia, e non oltrepasso mai i limiti dei terreni attorno
al castello.
Il mio piccolo Vampirottolo, come affettuosamente lo chiamo,
è appena uscito, e quindi ora posso dedicarmi a te, Diario.
Ultimamente non faccio che sentirmi triste, e non capisco perché:
io sono felice di vivere con Christian, mi tratta come fossi
una regina, ogni Notte faccio delle lunghe passeggiate illuminata
dalla Luna, e ho uno splendido castello in cui vivere serenamente.
Ma.. evidentemente non basta. Quando cerco di immaginare la
mia vita senza nulla, denaro, possedimenti, ma solo con Christian..
la visione che ho non è assolutamente idilliaca, anzi, piuttosto
squallida.
Quando invece.. immagino tutto questo con Joel.. tutto diviene
di colori splendenti, e sento il cuore gonfiarsi d'emozione
e di felicità.
E' ovvio cosa significa questo: ma sto cercando di scappare,
sto cercando di vivere un'esistenza tranquilla.
Ma, prima o poi, dovrò affrontare i miei problemi.
Angélique>>
- IV Febbraio, Anno del Signore 1798
Christian è fuori, non ritornerà prima di due ore.
Sono stanca poiché poco fa ho finito di accatastare della legna
qui in biblioteca.
Non ce la faccio più, ormai la solitudine mi attanaglia e anche
se Christian è sempre al mio fianco non riesce a colmare quel
disperato vuoto che sento dalla morte di Joel.. e solo ora,
dopo quattordici anni, riesco a capire cosa provo veramente:
un senso di immensa tristezza.
Io amo Joel, lo amo da sempre e lo amerò per sempre, e mi dispiace
per Christian, ma credo di reputarlo più un figlio che un vero
e proprio amante, l'amore che provo per lui è quello di una
madre, di una cara amica.
Mi sono lasciata ingannare dal suo bell'aspetto, fin troppo
somigliante a quello del mio vero Amore.
Probabilmente il mio vero ed unico Amante, Joel, ripugnerebbe
ciò che sto per fare, ma non mi resta altra scelta, e Vi prego,
perdonatemi mon amour étérnel se ho maturato una decisione orribile.
Forse questo è mancanza di coraggio, e sono quasi in obbligo
verso la Nostra Razza, ma non credo che qualcuno possa capire
ciò che sento.. un amore infinito per Joel, un profondo odio
per il Vampiro che me l'ha portato via, e tanto dispiacere a
dover lasciare Christian.
La pira è accesa, la legna arde, sento un tremendo calore..
non serve a nulla prolungare la mia presenza qui e il mio dolore…
non importa se andrò o no in Paradiso, basta che trovi Voi,
Rosa dal Dono Oscuro, Joel… cos'è l'Eden, luogo di eterna felicità,
senza la propria Anima Gemella? Nulla, nulla, nulla!
Dio, aiutatemi a trovare Joel!
Christian, Vi prego di perdonarmi; siete giovane e sarete certamente
in grado di andare avanti senza la mia triste compagnia, e..
Voi, Joel, Mon Amour, Vi Amo da morire.. sto arrivando, attendez-moi.
Angélique>>
E' successo tutto così rapidamente. Ancora non riesco a crederci.
Ero sulla via di ritorno dall'usuale caccia, la pallida Luna
era alta in cielo, con le sue zone d'ombra e luce. Il cielo
della Notte, sebbene rischiarato dalla diafana Luna, era scuro,
e tutto presagiva qualcosa di orribile.
Oh, se fossi arrivato prima!
Dalla finestra della biblioteca usciva un denso fumo nero, le
vetrate erano colorate dai riflessi rossi delle fiamme, nell'aria
c'era un odore di Morte, che non mi piaceva affatto.
Corsi verso il portone del castello, e mi diressi verso la biblioteca.
Oh, che cosa vidi!
Angélique, il mio Angelo, era di fronte ad una pira ardente,
le fiamme che già le lambivano le vesti. Capii subito cosa voleva
fare, le urlai di levarsi di lì, ma era come se non mi sentisse,
gli occhi vitrei.. e poi si accesero, come un lampo a ciel sereno,
continuavo a fissarla, a pregarla.. ed una parola riecheggiò
prepotentemente nella mia mente: "…Pardonnez-moi…"
Si gettò nelle fiamme, mi lanciai per salvarla, per estrarre
il suo fragile corpo da quel calore assassino, ma mi bruciai,
e con le ultime forze rimastole mi scaraventò contro una parete.
Non potei fare altro che guardarla, mentre immobile nelle fiamme,
totalmente apatica, moriva.
Quella era la sua volontà e dovevo rispettarla, sebbene mi spezzasse
il cuore, mi facesse soffrire come un pazzo e piangere come
un bambino.
Poi si accasciò al suolo, dolcemente e lentamente, la sua pelle
chiara totalmente intatta e persino fresca, le fiamme che andavano
spegnendosi...
Sconvolto e probabilmente non in me, salii nelle stanze di Angélique,
mia dolce Angelo, aprii il suo armadio ed estrassi l'abito più
bello che avessi mai visto: rosso, la gonna ed il corpetto completamente
di velluto rosso, abbastanza scollato, decorato con i migliori
ricami, merletti e pizzi veneziani.
Ridiscesi le scale, presi nelle braccia il corpo senza vita
di Angélique, e risalii nelle sue stanze: lo posai sul grande
letto, rivestito da coperte damascate; svestii la mia Ancella
di Amore e le misi indosso il velluto
Le diedi ancora un bacio e mi diressi, con lei, verso il Salice
Piangente sicuramente un luogo a Angélique molto caro, dove
probabilmente avrebbe voluto riposare, lì, accanto alla rigogliosa
pianta di Rose Purpuree.
Scavai una fossa e delicatamente vi inserii il fragile corpo
della mia ormai defunta Amata; le vesti ben messe, i capelli
in ordine, volevo che fosse perfetta e così fu.
Ricordare questi eventi mi provoca ancora una grande stretta
al cuore, sebbene siano passati già due mesi dall'accaduto le
lacrime stanno bagnando queste poche righe.. forse è meglio
che smetta di scrivere
Oddio Angélique, io Vi amavo! Come avete potuto farlo? E' dunque
questo il giusto comportamento di un Vampiro? No di certo!
Oh, scusatemi ho reagito impulsivamente all'immenso dolore che
nutro ma in fondo Vi capisco; ho letto il Vostro Diario, e ho
avuto modo di comprendere molte cose che di Voi non mi spiegavo.
Il Vostro dolore era immenso, ma cos'è che vi spinse a non parlarmene?
Inequivocabilmente, per me Voi rimarrete sempre un mistero.
Rimarrete per sempre nel mio cuore Vi Amo, e non come un figlio
o un amico! Vi amo Angélique, come uno Sposo, come un'Amante
come Joel, forse.
In ogni caso, spero che il Vostro Dio Vi abbia aiutata nella
ricerca di ciò che andavate cercando: un Paradiso di cui gioire
insieme a Joel.
E Angélique perdonatemi ancora una volta se non ho saputo capire
i Vostri problemi e il Vostro dolore.
Vi amo.
Christian.
di Juli
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