Ero seduto, appoggiato al muro nella mia stanza, era tutto buio ed ero da solo, assaporavo ancora il sapore del mio primo pasto e ancora potevo sentire il brivido d’eccitazione che mi percorse il corpo mentre mi nutrivo per la prima volta.
Ero in quella, che fino a poco tempo prima era stata la casa della mia famiglia e la mia, ma loro non c’erano più, mia madre era morta,
ero stato io ad ucciderla, perché dovevo nutrirmi, quanto a mio padre…beh…io non avevo un padre, non più, se n’era andato o era morto quando io ero molto piccolo e d’allora non lo sentii più nemmeno nominare.
Ora non ricordavo quasi più nulla di lui, a parte i suoi gelidi occhi azzurri, si, come quelli del mio Sire, come i miei. Solo ora mi venne in mente: dovevo cercarlo, ritrovarlo, Lui, ne avevo bisogno, del mio Maestro.

Ricordavo bene quando l’avevo incontrato, aveva qualcosa di famigliare, era alto, aveva lunghi capelli neri, era pallido, magro, la sua figura era elegante e affascinante in quei abiti esclusivamente neri, dark e i suoi occhi, si, i suoi occhi, quello che più di tutto mi aveva colpito e attratto di Lui: i suoi fantastici occhi azzurro ghiaccio, così freddi e distanti da inquietare, eppure così “conosciuti”.
Ci incontrammo in un buio vicolo di Londra qualche notte fa…non c’era nessuno oltre a noi in giro lì, iol’osservavo incuriosito dalla sua aria di mistero e spinto da quella strana
sensazione di conoscerlo, Lui mi lanciò un’occhiata, aveva capito che io sapevo e che volevo essere come Lui. Dopo qualche secondo mi si avvicinò, mi baciò dolcemente, prendendomi per i fianchi e spingendomi contro di sé, poi sentii che mi leccava il collo, mi stringeva forte, ero eccitato, sentii
i suoi lunghi canini penetrarmi in profondità nella carne e la mia vita cominciò a “scivolare” via da me, insieme al mio sangue. Venni preso da un misto di dolore – piacere – paura, ma sapevo che non mi avrebbe ucciso, Lui mi voleva… dopo poco svenni.
Quando mi svegliai ero a casa, sdraiato sul mio letto, Lui non c’era, “io non c’ero”, no, perché “non ero più io”.

Un vecchio album fotografico di quando ero piccolo, una vecchia foto ed eccolo: Lui, mi teneva in braccio sorridendo, avrò avuto 3 anni, ma non poteva essere Lui, il mio Sire, quello nell’immagine, lo sapevo bene, era mio padre…già, quella era una delle poche foto di lui che avevo…non capivo però, come era finito quel album sulla mia scrivania?…non ricordavo
neanche di averlo…ormai era quasi l’alba e io avevo bisogno di dormire, ci avrei pensato quella notte, così mi misi a letto e mi addormentai subito, sognando Lui. Al tramonto mi svegliai, avevo completamente dimenticato l’album fotografico e cominciai le ricerche del mio Maestro, tornai nel vicolo in cui l’avevo conosciuto, cercai lì intorno, ovunque, ma non lo trovai, eppure me lo sentivo sempre vicino, come un’ombra, forse per spiarmi, o forse per proteggermi, non lo sapevo, volevo solo rivederlo.
Le ore passarono in fretta, dovevo nutrirmi, ma ormai era quasi giorno, così decisi di tornare a casa.
Quando arrivai mi rifugiai nell’oscurità della mia stanza e Lui finalmente si fece vedere, sentii i suoi passi per la casa e lo vidi sulla soglia della porta, leggermente illuminato dalla debole luce che veniva da fuori, ci osservammo a vicenda, sapeva che lo avevo cercato, poi si avvicinò e io mi decisi a chiedergli come si chiamasse e Lui mi rispose solo “non ti ricordi di me?dovresti conoscermi Dark Angel”.
Non capivo cosa volesse dire, poi un lampo: un ricordo…l’album di fotografie e quella famosa foto di Lui, di mio padre e poi il tatuaggio, quello che avevo da quando ero piccolo,
formato da due simboli uniti che nessuno a parte me sapeva interpretare, ma che io sapevo bene essere una “D” e una “A”,
le iniziali di Dark Angel, il vero nome che mi aveva dato mio padre, il mio Maestro. Gli risposi “si, ora ho capito…”,
Lui fece un mezzo sorriso, in realtà avevo sempre saputo, ma solo in quel momento lo accettai e Lui in qualche modo l’aveva capito.
Gli sorrisi, mi avvicinai e lo baciai, era strano, soprattutto ora che sapevo la realtà, ma provavo una forte attrazione per Lui, lo volevo e forse anche Lui voleva me, però quando cercai di andare più in là dei preliminari, Lui rifiutò.
Morivo di fame, così quella sera andammo a caccia insieme, fu bellissimo, avevo sempre pensato che i vampiri, i senz’anima, non potessero provare sentimenti, eppure io provavo qualcosa, si, provavo amore per Lui.
Quando tornammo, mi raccontò che quando io ero nato Lui era ancora un essere umano, che era stato trasformato solo qualche anno più tardi e che era per questo che se n’era andato, sparendo così all’improvviso, ma prima di andarsene mi aveva fatto quel tatuaggio: “DA”, come promessa che quando sarei stato abbastanza grande, sarebbe tornato a prendermi.
Aveva mantenuto la parola, ora che avevo 18 anni era tornato a prendermi e mi aveva reso suo per l’eternità.

Da allora non ci separammo mai, vivemmo insieme, viaggiando continuamente per tutto il mondo. Riuscii anche a trovare il coraggio di confessargli il mio amore e Lui ricambiò i miei sentimenti. Ora non eravamo più un padre e suo figlio, quel legame apparteneva alla nostra vita passata, ora
eravamo solo due vampiri: un maestro e il suo iniziato. Gli unici legami che ci legavano ora, erano quel patto di sangue che mi aveva trasformato e l’amore che provavamo l’uno per l’altro.

By +Cursed+

di Dark Angel