Dall’alto del grattacielo abbassai gli occhi sulla città e vidi quella moltitudine di esseri viventi calpestarsi e picchiarsi a vicenda. Il caos più totale regnava per le strade di New York ed io me ne stavo lì, al sicuro ancora per poco, ad osservare la distruzione che sotto di me stava degenerando ad ogni respiro di quelle infauste creature. Era stata una lunga battaglia, dura e brutale, senza esclusione di colpi e scene violente. In palio c’era la vita degli abitanti di questo mondo. Vampiri, esseri spietati, divoratori di uomini. Viso pallido, occhi bianchi color avorio, denti affilati simili a leoni e come se non bastasse un odio agghiacciante che scorre nelle loro vene. Eppure, non c’era stato nulla da fare. Avevano vinto loro. Bestie feroci, assetate di sangue, avevano portato alla pazzia e alla ferocia chi a questo mondo aveva sempre mostrato rispetto e devozione. Elementi, questi, rari da trovare nei cuori degli esseri umani. Eppure, non c’era stato nulla da fare. Avevano vinto loro.
Non avevano avuto pietà, per nessuno. E nessuno avevano risparmiato. Maledetti assassini, che possano bruciare tutti tra le fiamme ardenti dell’inferno. Ma questo non sarebbe niente in confronto alla pena che dovrebbero scontare. Per tutto il male e la morte che avevano seminato nelle città del mondo intero, non esisteva pena che quei mostri potessero scontare. Nonostante ciò, non c’era stato nulla da fare. Avevano vinto loro! Ma perché sono esistiti i vampiri? Qual è la loro storia? Io non risponderò né alla prima , né alla seconda domanda. Io mi trovo qui solo per un motivo. Poiché dall’alto di questo grattacielo svettante io possa raccontarvi la verità e la fine di questa atroce storia legata a me. Testimonianza inconfondibile, di ciò che è accaduto realmente.

Erano state circa due settimane fa quando vidi per la prima volta in vita mia quella donna. Ho detto nella mia vita, no nei miei sogni. Infatti quella creatura celeste compariva nei miei incubi più recenti, scuotendomi e impressionandomi a tal punto che per alcune notti di fila feci di tutto pur di restare sveglio. E adesso era davanti a me, bella come non mai, identica ai miei sogni angoscianti. Aveva dei capelli biondi che gli scendevano con estrema grazia sul suo cappotto nero. Occhi color avorio, sguardo penetrante che m’incenerì il cuore. M’innamorai subito di lei ed ebbi l’impressione che quella donna stesse lì proprio per quello; per catturare i miei sentimenti passionali. Continuava a fissarmi, a sorridere, ad incantarmi; mi seduceva sempre di più ad ogni battito accelerato del mio fragile cuore. Trascorremmo la serata insieme, a bere da Joe, il barista vicino casa mia; nel luogo in cui avevamo imparato a conoscerci con un semplice sguardo. E poi, constatando che tutto era una perdita di tempo, la feci salire su casa mia e lì consumammo, in una sola notte, il nostro folle amore. La mattina dopo, quando mi svegliai, non ricordavo più nulla di cosa fosse accaduto in quelle poche ore. Spalancai gli occhi per il terrore quando mi accorsi che la donna nel mio letto era morta. Il sangue continuava a fuoriuscire dalla sua gola mentre il corpo aveva subito innumerevoli torture. Non più la bellezza fatta in persona, non più quello sguardo fulmineo in grado di far sciogliere il cuore di ogni uomo. Di quella donna non restava altro che un corpo trucidato. E soltanto sul momento mi ricordai che quella scena macabra era l’incubo fatto da me qualche notte fa.
Ma chi era stato a ridurla in quella condizione pietosa? Qualcuno era entrato in casa mia dalla finestra visto che le imposte erano aperte mentre io la sera precedente, prima di fare l’amore con lei, le avevo chiuse tutte. Forse era stato uno di loro. Vedendo il suo corpo nudo, profumato e perfetto in ogni forma, non aveva resistito alla tentazione dopodichè aveva deciso di massacrarla.
Assassini! Ma come avevo fatto io a non sentire niente, a non percepire il minimo rumore? Ero sempre stato lì, al suo fianco, eppure non avevo udito alcunché. La cosa iniziava a piacermi sempre meno. Pieno di tristezza nel mio cuore, nascosi il corpo della donna nella mia cantina con l’intenzione di tenerlo lì fino a quando non avrei saputo bene cosa farne. Intanto per le strade la polizia e le forze maggiori provavano a fare piazza pulita. L’impero dei vampiri stava crollando e se non si fossero inventati qualche nuova strategia da attuare per loro sarebbe sopraggiunta presto la fine. Ma si ripresero e si vendicarono di tutte le loro perdite. Il mondo stava scomparendo dalla faccia dell’universo e solo un miracolo avrebbe impedito di portare a compimento questa tremenda disgrazia. Due giorni dopo la morte della mia adorata capì ciò che non volevo capire. Ciò che mi faceva più paura e mi rendeva ancora più fragile di quanto già non lo fossi. Lo specchio del mio bagno rivelò ai miei occhi la verità; una verità cruda e difficile da accettare. Come avevo potuto fidarmi di lei? Come avevo fatto a non capire?
Il responsabile della sua morte ero io. Questo si, purtroppo lo capii. L’istinto mi aveva fatto commettere ciò che mai avrei ritenuto in grado di poter fare. Incredibile come la vita ti possa cambiare in un secondo. Le convinzioni, le speranze ambite. Tutto finisce e resta solo un vano ricordo. Poveri sciocchi, noi, a credere nella vita eterna. Eppure, non c’era stato nulla da fare. Avevano vinto loro. Aveva vinto la loro rabbia accecante e il loro senso di distruzione. Gli umani, mostri famelici, divoratori di se stessi. Io sono l’unico superstite di questa guerra e finche resterò in vita sarò il solo della mia generazione. Ma prima o poi dovrò scendere da questo rifugio e soltanto allora s’impadroniranno di me. Ed insieme a me morirà la mia stirpe, e con essa le speranze di dominare il mondo intero.

Ho raccontato breve parte della mia storia, la più incredibile. Adesso sono pronto ad accettare il mio destino. Spalanco le braccia, mostro i miei denti, mi getto sconfitto ed esausto sulla folla che già assapora il momento della liberazione. Più nessun segreto da nascondere, più nessuna colpa da espiare in questa vita. Più nessuna possibilità di tornare ad essere ciò che una volta ero. Ma forse, è meglio così.

Io sono… Vampiro!

di Luca Tebaldi