C'è un posto dopo la morte, un posto che nessuno vorrebbe vedere.
Però, purtroppo, c'è sempre qualcuno che ci finisce.
L'umanità, stando a quello che mi raccontano le anime che mi circondano, non sta affatto redimendosi dagli antichi peccati, ma prosegue nella sua caccia alla verità, alla giustizia e via dicendo.
E nella speranza di raggirare il destino, non fanno che gettarsi nel baratro della maledizione.
Una sorta di Inferno cristiano, diciamo.
La porta d'accesso a quel mondo di dannazione è sorvegliata da una creatura antica, maledetta più di voi anime che entrate senza speranza d'uscire.
Sì, sto parlando di me.
E, ancora, sì, sono maledetta più di voi.
Perché nessuno di voi è costretto a passare tutta l'Eternità davanti alla porta di una torre mezza diroccata, davanti a sbarre che vi impediscono la fuga, là dove il gelo regna eterno e si insinua nell'anima, giù nel profondo, strappandoti ogni briciola di calore.
Solo io resto qui per sempre, da sola, e ogni tanto apro la porta ai condannati che entrando mi guardano supplicandomi, a volte maledendomi o odiandomi, perché chiudo dietro di loro la porta della salvezza e della speranza.
Non è colpa mia.- ho bisbigliato una volta, ad occhi bassi, al passaggio di un uomo alto, dal portamento fiero, meraviglioso nel suo orgoglio nonostante il suo destino.
Lui mi ha sorriso, aveva un sorriso stupendo, intenso, che per un attimo mi ha fatto sentire meglio.
Lo so, Signora.- ha risposto con la voce più calda e rassicurante che avessi mai sentito.
Ho dovuto aprire la porta, cedere il passo al demone che lo scortava e richiudere le sbarre dietro di lui.
Ma prima mi sono fermata, e l'ho guardato, sperando che si fermasse, aspettasse prima di scendere il primo scalino fino poi a scomparire alla mia vista: - Se potessi...- gli ho sussurrato:- Se potessi, lo impedirei...-
Due occhi neri, profondi come la notte, si sono voltati verso di me, trapassandomi completamente, e sulla bocca più morbida, attraente e perfetta che abbia mai visto è spuntato un sincero sorriso.
La sua espressione non tradiva la mestizia che provava, ma mi ha sorriso dolce:- Lo so, Signora, e te ne ringrazio.-
Poche parole che mi hanno fatto più piangere di mille minacce urlate, di mille ingiurie e maledizioni.
Mentre scendeva le scale sono rimasta aggrappata a quelle sbarre, piangendo, implorando mentalmente ogni divinità che lo lasciassero andare, o che, egoisticamente, lo tenessero vicino a me..
Ma non l'ho più visto.
Lo sogno spesso, ad occhi aperti, in questa notte eterna.
A parte questo dolce ricordo a confortarmi, non ho nessuno accanto, eccetto qualche topo che risale dall'inferno o che circola qui attorno.
Una volta ho visto scendere una ragazza.
Bella, altera, anche se un po' sciupata.
Mentre le aprivo il cancello mi fissava insistentemente, e, spalancate le sbarre, sono restata accanto all'inferriata per lasciarla passare.
I demoni hanno lasciato che entrasse da sola, senza condurla, limitandosi a seguirla, così quando mi è passata accanto ho potuto sentire quello che ha sussurrato, certa che i suoi accompagnatori non avessero sentito.
Ciao, ragazza Mestizia. Non ti vedrò mai più.-
In quel brevissimo attimo i miei occhi vuoti hanno continuato a guardare il pavimento, ma le mie labbra si sono lentamente mosse:- Ciao, ragazza Dannata, non ti vedrò mai più.-
A quel punto lei si è fermata e mi ha guardato un po' sorpresa, e mi ha chiesto, ridendo amara:- Perché, tu sei tanto diversa da me?-
Poi i demoni l'hanno spinta in avanti e hanno interrotto la nostra conversazione, ma mi sono spinta anch'io sulla soglia del primo gradino, per vedere scendere l'unica che mi abbia detto in faccia cosa sono...
Sì, sono dannata, sono maledetta, non è certo bello stare qui.
Ma non ho alternativa, perché io sono la Custode del Cancello dell'Inferno, e solo io sono in grado di compiere questo dovere.
Anche se spesso pesa, e rende tutto più difficile.
Siccome non ricordo il mio nome, o forse non posso ricordarlo, ho iniziato a rispondere, ai condannati che me lo chiedono, di chiamarmi Mestizia.
C'è chi ride al sentirselo dire, chi non capisce, chi lo ripete aggiungendo maledizioni, chi disperato aggiunge preghiere, chi mi intima di aiutarlo, ma non essendo il mio vero nome non sono obbligata a obbedire ad alcuno di loro.
Ieri un demone guida mi ha raccontato un po' cosa succede all'Inferno; non lo fa spesso, e non sempre sono belle cose, ma visto che non ho altro di meglio da fare oltre a parlare coi topi, lo sto a sentire.
Mi ha raccontato del ritrovamento di un demone guardiano del girone più basso dell'inferno che sarebbe stato trovato assassinato pochi giorni fa.
- Ma il girone più basso è quello per i condannati peggiori. Non è ben custodito?- ho chiesto stupita e preoccupata; se il fuggitivo dovesse riuscire a raggiungere il cancello, e sapesse il mio vero nome, io... Sarei davvero nei guai.
Soprattutto perché è proprio nel girone più basso che è stato rinchiuso, quasi all'inizio della mia Eternità, l'unico uomo che abbia mai amato davvero, più del dolce umano che mi aveva parlato con gentilezza.
Solo che questo, al contrario del bel dannato, è decisamente perfido, e merita di stare dove sta.
E sa il mio nome.     [ Vai a pagina: 2 » ]

di Vereor