Rosalie stava dormendo nel suo letto quando arrivò un uomo che entrò dalla finestra nella sua stanza. Era notte fonda e la ragazza dormiva profondamente. Il vampiro la portò via nel suo maniero, senza svegliarla. In città tutti pensavano che fosse inabitato e distese la ragazza bruna in un grande letto e la lasciò lì. Dopo qualche ora Rosalie si svegliò e guardò tutt’attorno a sé. Era distesa in un letto di due piazze e la stanza era decorata in stile barocco. La ragazza non credeva ai suoi occhi e continuò a scrutare la stanza sconosciuta e si chiedeva come fosse atterrata lì senza svegliarsi e la più grande inquietudine fu: chi l’aveva portata sino a lì?
Questo era il dubbio che rimbombava nella sua testa ed era anche quel pensiero che le faceva venire i brividi. Quando arrivò il vampiro lei capì subito cosa fosse, ne era incantata ma la paura era sempre viva. Lui si innalzò nella stanza e la strinse contro di se e volarono fuori dall’abitazione vicino al balcone e lei si spaventò ancora di più per l’altezza in cui erano dal suolo e il mostro la guardò e come se avesse letto nel suo pensiero gli disse:”Non preoccuparti, non ti farò cadere dolcezza”.
Lei non rispose e lo guardò in viso, rassicurata. Non capiva cosa volesse fare planando in aria con lei, ma egli aveva avuto l’intenzione di tenere sott’occhio qualcuno. Rosalie era una ragazza curiosa ma in quest’occasione non fece nessuna domanda. Lo sconosciuto la morse al collo e lei non si oppose affatto, ancora vittima del suo fascino gotico.
La trasformò in vampira e gli disse di morderlo lentamente a sua volta e lei ubbidì senza dire parola. Per Edgar il vampiro, essere morso a sua volta era un divertimento fra amanti crudeli. Lei era ormai completamente soggiogata dal suo charme e non poteva più opporsi alla sua volontà. Avrebbe continuato a vivere per lui e con lui, in eterno.
Alcuni amici la cercarono nei giorni seguenti e fu appeso in città una locandina con una sua foto con scritto: “Scomparsa Rosalie Mc Connor, se la vedete o ritrovate chiamate il numero…”. Nessuno la vide più e fu archiviata nei casi degli scomparsi.
Edgar e Rosalie uscivano solo durante la notte perché dopo la trasformazione della sua concubina non voleva rischiare di indebolirla durante i primi mesi della sua nuova vita.
Edgar le insegnava come avvicinarsi alle vittime senza destare sospetti. Le insegnava come nascondere i morti dopo averli morsi e soprattutto come morderli.
Nutrirsi era un compito arduo per un vampiro appena sorto. Dovevano nutrirsi sino a quando e non oltre restasse in vita il miserabile umano, altrimenti avrebbero accompagnato il morto sino al purgatorio e si sarebbero salutati per andare ognuno per la via opposta.
Saprete sicuramente che un vampiro può soltanto andare in inferno, è una creatura dannata e non voluta da Dio.
Potevano confondersi col buio della notte e passare a fianco agli esseri umani senza essere visti. Rosalie amava sfamarsi con giovani ragazzi che considerava ancora suoi coetanei e non aveva perso il suo lato buono ed umano. Perdeva sempre tempo in chiacchiere, forse per rassicurarsi.
Una notte incontrò Richard, un amico che aveva da viva. Era seduto su una panchina, solo.
Quando lei si avvicinò al ragazzo, lui non la riconobbe per niente. Il suo pallore ed i suoi vestiti in stile barocco l’avevano rinnovata: portava un lungo vestito di velluto nero con una fascia di tessuto rosso chiuso con una farfalla sopra la vita.
Lui le sembrò preoccupato e dopo qualche minuto di silenzio tombale le disse: “Sta sera ha recitato in qualche spettacolo?E’ molto bello il suo costume”.
“No, amo portarli ogni giorno. Mi sento fuori tempo e non seguo più la moda da un mese”
“Originale, sicuramente non noioso per lei. Come mai da un mese?”
“Ho deciso di cambiare radicalmente il mio abbigliamento e i miei vestiti, a guardarli, erano noiosi e privi di bellezza”
“Un mese fa ho perso per sempre la mia migliore amica”
“Come?”
“E’ scomparsa e mi sento molto triste, mi manca”
“Non si preoccupi, penso che stia bene”
“Come fa a dirlo?”, disse Richard voltandosi di colpo, rabbioso.
“Lo sento”
“Vede nel futuro? Non credo a queste cose…”
“No, non vedo nel futuro. Nemmeno io credo a queste cose”
“Allora come lo sa?”
“Abbia semplicemente fiducia”
“Non posso, non la conosco”
“Mi guardi”
Richard si girò e la guardò disperatamente: “Ma lei…lei le assomiglia molto!”
“Lei crede?” disse sforzandosi di non parlare con una voce che assomigliava di più a quella della sua da umana.
“Si…”, disse lentamente Richard, continuando a fissarla.
“Sei…tu!”
Richard svenne dallo spavento e quando si risvegliò, non trovò nessuno e sentì una voce nell’aria dirgli: “Non preoccuparti, sarò sempre con te. Non cercarmi, verrò io, quando avrai bisogno di me”
Richard fu l’unico essere umano a cui Rosalie risparmiò la vita durante la sua eterna caccia notturna alla vita.

di Dayana De Rosa