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Il più antico testo riguardante i vampiri è una tavoletta babilonese conservata al British Museum che descrive una formula magica per proteggersi dai demoni notturni succhiatori di sangue, gli Etimmé. Nell'Antico Testamento c'è poi ampia tracia di Lilith, demone assiro che nella tradizione ebraica è la prima e malvagia moglie di Adamo e durante il Sessantotto, in quanto ribelle nei confronti del primo uomo, verrà definita la prima femminista della storia. Per arrivare alla letteratura (in senso stretto) sui vampiri, bisogna attendere un contesto favorevole, quello del romanzo gotico, con storie di fantasmi, porte cge cigolano e così via, tipo Il castello di Otranto, di Walpole. In questo filone si colloca Il vampiro, romanzo di lingua inglese che il medico fi origine italiana John Polidori trae da un breve racconto dell'amico Lord Byron, il celebre poeta romantico. Esce su una rivista, il New Monthly Magazine, il 1° aprile 1819 all'insaputa di Polidori. Ma porta la firma di Byron che se la prende col medico il quale due anni dopo, anche a causa della reazione dell'amico, si suicida. Incentrato sul tema amore-morte, molto caro al romanticismo, Il vampiro prepara il terreno al libro di Bram Stoker, Dracula. Ma altri grandi scrittori si cimentano sul tema, come Gogol (Il vij, 1835) e Alexis Tolstoj (La famiglia di Vourdalak, 1847). Per non parlare delle pièces teatrali. Dopo il grandissimo successo di Dracula, si moltiplicano i vampiri della letteratura e non mancano varianti omosessuali. L'autrice contemporanea di maggiore successo che si è cimentata nel genere vampiresco, è l'americana Ann Rice, che dopo Invervista col vampiro (1973), ha continuato a sfornare libri della saga di Lestat.

di Antonio Armano e Fabio Sclosa

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