[ « indietro ]     Si fermò, si voltò e … cominciò a piangere. Poi, fu il silenzio ad impadronirsi della via.

Non so per quanto rimanemmo sotto il suo effetto paralizzante.

E dalle mie mani congestionate scivolarono le bacchette, spezzarono quella silenziosa sfera vitrea che si era creata attorno a noi due.

"Ma perché nessuna mi crede quando le dico che la amo? Eh?! Spiegamelo almeno tu, ti prego".

Riflettei sulla risposta, ma solo per trovare le parole più eloquenti possibili. Il concetto si era cementificato nella mia testa già da molto tempo.

"Vaffanculo" fu il riassunto più riuscito che mi sia mai capitato di esporre nella mia vita. E glielo dissi con un fil di voce, lentamente, e con tutto il mio cuore.

Poi ripresi.

"Tu non hai mai amato nessuna ragazza in vita tua. Mai. Ne hai corteggiate troppe per i miei gusti, sia con profumi, che con paroloni dolci da far venire la carie alle ossa. Mi fai schifo perché sei un bugiardo, che edifica impalcature di menzogne per attirare su di sé l’attenzione di tutti. Hai creato attorno a te un alone di onnipotenza che non mi è mai piaciuta. Non ti ho mai creduto fino in fondo, perché lo sentivo sulla pelle che quello che andavi sbandierando era solo una cazzata gigantesca. Tu sei solo la personificazione di una stronzata che sa anche camminare. E mi chiedo come tu possa solo avanzare di un passo e una sola parola di fronte alla mia presenza con tutto quello che ti sei inventato per farti compatire da me, riguardo la tua situazione. Ma sai qual è la tua situazione?! Eh?!! Lo sai?! Sei solo un viziato. Sei stato abituato ad avere tutto e proprio non capisci perché le ragazze non ti sono dovute. Vero?!

Credi di avere qualche problema e stai cercando tuttora di convincere noi ragazzi del paese che è così, ma la verità è che tu sei normale, forse stupido, e non hai assolutamente niente di speciale che ruota attorno a te. Allora te lo crei.

E non mi venire a dire che quella Alessandra è esistita davvero… non ci credo! E’ stato facile per te tessere queste fandonie perché hai avuto Dude al tuo fianco, che ti seguiva, poverino, sentiva che tutto quello che facevi era ok, così ti ha aiutato a farmi cadere in queste balle, e scommetto che l’hai fatto solo per riprovarci con me, sicuramente per tentare di logorarmi dalla gelosia e dal pentimento, dopo quella volta che ti rifiutai. E anche quando fingesti di essere così distrutto dal dolore che cominciasti a piangere, per quella ragazza immaginaria.. e ripenso ancora adesso che mentre cercavo di darti il mio appoggio (che , guarda, te lo dico, era solo di circostanza) te avevi una di quelle erezioni che ormai ti scoppiava nelle mutande!

E anche quella sera in cui scrivesti due o tre cazzatine su di un foglio (ovviamente portato da casa per l’occasione) e le feci leggere a me e a Dude: tu eri tutto e non eri niente e non ti capivi. E già con gli occhi bassi, fumando, attendevi le nostre commiserazioni. Io ti scrissi la prima stronzata che mi venne in mente come risposta.. e tu apparisti sollevato!

Sei uno schifo perché ti autocompatisci! Vaffanculo!! Non ti capisco e non ti capirò mai perché sei una bugia! Sì , sei una bugia intera tu stesso. MI FAI SCHIFO!!!"

Deglutii. Sentivo la voce venire meno dalla mia gola indolenzita. Avevo urlato con tutte le mie forze e mi sentivo bruciare dentro. La macchia di sudore si era estesa ancor più sulla mia T- shirt. I miei capelli colavano sul mio viso fradici e pesanti.

Udii dei passi dietro di me: il gruppo era accorso per capire cosa fosse successo.

"Julia, ma che cazzo, …vieni a suonare, è un sacco che ti aspettiamo" volsero poi lo sguardo a Suede. E tacquero.

Il mio è un gruppo con le palle. Sono la batterista e ne vado fiera. Mettiamo tutto ciò che è nostro dentro la musica che scriviamo. Ed è metal. Pure metal.

Adam chiese, con la sua voce cavernosa, se c’erano problemi, costantemente rivolto verso Suede, per mezzo di un tono che sfumava dalla rabbia alla cortesia, come una fiamma. Lui sì che mi piace: è una persona fantastica, ha una voce da brivido e canta meravigliosamente. E’ sempre molto gentile con me. Sentivo già lo scrocchiare delle dita di David, e di Phil, e di Jack. Tutti.

Nessuno di loro temeva Suede, nessuno. Ero al sicuro, mi volevano bene ed io ero come la loro sorellina.

Non risposi. La situazione esplicava da sola ciò che stava accadendo. Forse la rabbia aveva solcato il mio viso ed era così visibile anche da fuori,… e le mie guance, le sentivo ardere…. Non sarebbe durato di più.

"Lasciatemi fare da sola".

Avanzai verso di lui, lo guardai, lo disprezzai, gli sputai in faccia. E poi ricevette uno schiaffo.

"Tutto qui quello che sai fare? Eh?! Troia che non sei altro?! Una boxer come te…."

Da quel giorno in poi Suede non parlò più per tutta la sua vita. Morì per la fame.

E nessuno seppe nulla.

di udwr