[ « indietro ]     La musica era a volume molto alto lì dietro, il fumo pesante delle camel senza filtro cominciava a darle alla testa, il sapore del whisky sulla lingua non era tra i suoi preferiti, ma in fondo non era poi un gran male.
I ragazzi sembravano aver preso proprio bene il fatto che fosse lì, ridente e un po' sbronza, schiacciata in mezzo a loro.
Sandro, quello che guidava, era il più silenzioso, forse perché doveva starsene concentrato sulla strada, Riccardo, l'altro seduto davanti invece non era affatto contento, si voltava spesso a guardare indietro.
- Allora, ve la date una mossa, o no?- chiedeva spazientito posando gli occhi su di lei, allungando una mano a carezzarle le cosce magre.
Cercava di sorridere, Amanda, non si sottraeva ai baci che ora l'uno, ora l'altro ragazzo seduti dietro, le davano, voltandole il viso prima a destra, poi a sinistra, dato che lei era seduta in mezzo. Le loro mani armeggiavano con l'abbottonatura dei suoi calzoncini, s'insinuavano sotto la sua corta maglietta giocherellando senza posa con i suoi capezzoli.
Per un attimo, uno solo, fuggevolissimo, incrociò lo sguardo di Sandro, che stava guidando, nello specchietto retrovisore. L'ironia, il sottile disprezzo che erano celati nei suoi occhi, nel suo sorriso, risvegliarono per un breve, brevissimo istante, la sua coscienza, e il suo corpo fremette al contatto con le mani conosciute che la stavano palpando senza innocenza e senza vergogna.
Poi Amanda sorrise, il sorriso malizioso e ammaliante che aveva imparato ad indossare come i vestiti sempre un po' provocanti ed ammiccanti che metteva. Sì, era su quella macchina, con quattro sconosciuti che non volevano altro che farsela a turno, proprio lì, su quella utilitaria scattante, un po' scomoda, che sfrecciava indisturbata, sfiorando senza fatica i centocinquanta l'ora, sull'autostrada.
Ma se questo non preoccupava lei, che cosa importava a lui?
Lo guardò ancora, come a dirgli Chi sei tu per giudicarmi, non sai nulla di me, e non sei tanto meglio, se mi hai preso su!
- Ehi, amica, vedi di collaborare però, sai?- fece uno dei ragazzi tirandosela addosso mentre l'altro le abbassava i calzoncini e armeggiava con i propri pantaloni.
Lei avvertì chiaro il rumore della zip abbassata e la risatina un po' soffocata di Riccardo, che da davanti le gettava continue occhiate. E il suo cuore, come sempre, prese a battere a martello nel suo petto, confondendosi con il martello della musica da discoteca che scuoteva l'abitacolo.
L'altro intanto la baciava furiosamente senza preoccuparsi affatto di lei, le mani incollate al suo seno, sotto la maglia. La lasciò andare per un attimo, prendendo ad armeggiare lui stesso con i propri calzoni, mentre lei, frastornata dalla musica, presa alla sprovvista, cacciava un gridolino di dolore e di sorpresa, quando l'altro la penetrò così all'improvviso, come se lei non avesse parte alcuna nella cosa.
Si dibatté un attimo, conscia solo in quel momento dell'orrore di quella situazione folle in cui s'era andata a cacciare. L'altro la tenne ferma, premendole anzi faccia sui suoi pantaloni slacciati. Lei gridò un poco, poi presa per un attimo dall'angoscia e dal panico, nel buio improvvisoo di quella scatola in movimento, si lasciò travolgere dalla furia, e cercò di morderlo.
Lui le diede un colpo in testa con la mano aperta.
- Ehi, 'sta stronza ha cercato di mordermi!!
Sandro cercò gli occhi dell'amico nello specchietto. - Forse te la sei cercata amico, potevi anche aspettare il tuo turno, no?
L'altro intanto continuava indisturbato il suo non poco bizzarro amplesso mentre lei si lamentava piano.
La macchina si fermò improvvisamente.
- Ehi, Sandro, qualcosa non va?
Lui si voltò appoggiando un braccio al sedile gettando un'occhiata disgustata alla ragazza e poi ai suoi amici. - Adesso basta. Non la sentite? Si lamenta come una cagna...Io così non riesco a guidare.
- Bhe, allora lasciamola qui e andiamocene alla svelta.- propose Ric, che irritato per non averci potuto far nulla, preferiva di gran lunga che nessuno se la godesse oltre.
Amanda cacciò un altro gridolino mentre il ragazzo si staccava da lei, poi cercò di rimettersi a sedere, rassettandosi i vestiti, pulendosi il viso e tirandosi indietro i capelli scomposti, mentre il loro compagno si riabbottonava in fretta i calzoni guardandoli torvi e gettando a lei un'occhiataccia.
- Abbiamo avuto di meglio, stronzetta!- le disse poi prendendole il mento e guardandola un attimo in viso.
Sandro guardò i suoi compagni. - Non possiamo lasciarla qui! Se la polizia la trovasse e cominciasse a far domande a chi credete che finirebbero per credere? l'avete guardata in faccia? Convincerebbe anche il papa! Ric, sali dietro!
Quello strabuzzò gli occhi. - Che?
- Sali dietro ho detto, e fa venire lei qui davanti.
Gli sportelli si aprirono, i ragazzi dietro la spinsero malamente fuori, Amanda inciampò, cadde in avanti sull'asfalto ruvido che le pizzicò le palme delle mani, Riccardo la afferrò mentre lei si ritirava su barcollante la rovesciò per un attimo sulla macchina, e infilando una mano nei suoi calzoncini la tenne lì ferma fino a che lei non cacciò un altro grido, con le lacrime che le solcavano adesso le guance.
Mordendosi le labbra salì in macchina e si sedette cauta sul sedile.
Sandro rimise in moto, lasciò scivolare la piccola utilitaria nel traffico scorrevole dell'autostrada poi le diede un'occhiata.
- Alla prima stazione di servizio scendi.- sibilò piano.
Lei annuì.     [ avanti » ]

di Nadja