[ « indietro ]     Il sole sta di nuovo calando. Dovresti vederlo, Alex, è un vero tripudio di colori: mai visto un cielo più bello di questo, davvero, ogni sera cambia di tono come un pittore che ripulisce e rimette a nuovo la sua tavolozza per dipingere un quadro nuovo.
Questa sera è di un amaranto brillante misto a violetto, mentre le nubi sono di un cupo blu scuro…Sarà indice di sventura imminente? Chi può dirlo…Ho come una strana, orribile sensazione…
Mi sento piuttosto solo, ad essere sincero, specialmente durante la mia veglia notturna…Ho bisogno di qualcuno con cui parlare e dividere la tensione, tu lo sai quanto questa sia snervante, dato che la provi anche tu ogni notte.
Adesso ti lascio. Quanto spazio ho sprecato per dei vani sentimentalismi! Ma, ahimè, per ora non c’è altro.
A presto. Fammi scrivere da George appena si rimette in forze.
Sempre il tuo
David

Parigi, 14 luglio 2001
Caro Alex,
La mia ottusità rasenta l’incredibile.
Come è già successo, ti scrivo senza avere ancora in mano la tua risposta, tuttavia il fatto che ti esporrò ora è ben degno di nota:
stamattina ha avuto luogo la parata nazionale, che si è estesa per tutta Parigi.
Ti avevo già scritto ieri di avere un brutto presentimento in corpo, ed infatti si è avverato in pieno: tanto per cominciare, l’incomprensibile ragazza della reception –Marie, si chiama, e dimmi se non si tratta di un segno del destino, questo- mi ha annunciato, subito dopo la colazione e poco prima che uscissi, di non potermi assolutamente cambiare di stanza per almeno i prossimi TRE giorni.
Cerca di capirmi, ma dal mio punto di vista TRE notti, anzi QUATTRO con questa, sono un’ENORMITA’!
Dopo questo spiacevolissimo fatto, che mette in serio pericolo la mia vita già precariamente esposta, mi sono lanciato velocemente in strada, attraverso le vie secondarie, cercando di evitare la folla della parata.
Ho passato ore intere di pellegrinaggio per i quartieri, vagando, domandando, cercando, finché, finalmente, non ho ricevuto una risposta affermativa: una bambina, graziosa e gentile, di non più di tredici anni, ha annuito alla rozza descrizione che le ho fatto del nostro vampiro.
Lo ha riconosciuto, e mi ha anche indicato dove trovarlo.
Siamo stati degli sciocchi, Alex, perché con tutta la foga e i cimiteri che avevamo, non abbiamo pensato di andare a guardare nel posto più ovvio: vicino a Notre-Dame, presso l’Ile di St Louis.
Logico, nevvero? Così tanto da sembrare impossibile…
Ad ogni modo, una volta a conoscenza del posto, sono corso a prendere la metropolitana, deciso a sfruttare al meglio le ultime ore di luce, nonostante una forte stanchezza cercasse di impedirmelo –sono più di 24 ore che non chiudo occhio-, e qui viene il bello.
Ho sbagliato nel scegliere la linea.
Non chiedermi come, te ne prego, perché anche io lo ignoro, il fatto è che quando mi sono accorto dell’errore commesso, ero già arrivato dalla parte opposta, lontano dal mio albergo.
Ho cercato di rimediare al più presto, ma le linee successive erano strabordanti di persone che tornavano dal lavoro o si dirigevano ad una festa, di conseguenza, quando ho raggiunto la fermata dell’Opera, il sole era già corso a nascondersi dietro ai monti.
Il momento più brutto è stato riuscire a rientrare tutto intero all’albergo: i taxi sembravano essere spariti dalla faccia della Terra, così sono dovuto andare a piedi…Un vero incubo: la stradina che porta all’albergo è terribilmente sinistra di notte, e le mansarde degli altri condomini parevano popolate di ombre e demoni.
Lo sentivo con me a ogni passo, Alex, sentivo i suoi occhi rossi che mi fissavano famelici e mi seguivano silenziosi nel mio rientro in camera, sentivo strani rumori venire dai tetti e vedevo sagome sgattaiolare veloci nel buio.
E’ stato orribile, non c’è stato un secondo in cui non ho pensato di esser morto, e, quando ho incrociato il portiere e attraversato l’enorme portone d’ingresso dell’hotel è stato come uscire da un lago e poter respirare di nuovo.
Persino la fredda penombra della camera e la tappezzeria per nulla accogliente dei muri si mostravano solidali e comprensivi con il mio incontrollabile tremore.
Te l’immagini? La più grande stupidaggine che ho compiuto finora, stava quasi per costarmi la vita!
E dire che la morte di Henry avrebbe dovuto insegnarmi qualcosa…
In ogni caso, adesso sappiamo dov’è, dove si nasconde. Domani mattina andrò a scovarlo.
Scriverò a George adesso, come mi hai suggerito di fare, e vedremo se anche lui saprà darmi qualche buon consiglio.
Abbiate pietà del vostro povero amico, che comincia a soffrire i primi mali dell’età.
Ti allego il foglio per George… Se non temessi che LUI potrebbe rintracciare la chiamata o addirittura intercettarla telepaticamente, ti direi di telefonarmi…Ma purtroppo non è possibile, dunque scrivimi prima che puoi.
Il tuo (svampito e spaventato)
David

Caro,carissimo George,
Sento che finalmente sei riuscito a migliorare!
Bene, molto bene, sai quanto mi preoccupi della tua salute –lo sai che sei come un fratello per me.
Sono certo che Alex avrà la bontà di riferirti tutte le mie disavventure, dunque non starò qui a ripetermi sprecando dello spazio, che preferisco invece occupare parlando di Henry.
Sono due mesi ormai (domani, esatti) che il tuo caro fratello ci è venuto a mancare, per colpa di quello spietato assassino che stiamo inseguendo da un capo all’altro dell’Europa.
Capisco perfettamente il dolore che devi aver provato,e mi dispiace solo che le circostanze avverse non ci abbiano permesso di tenere prima questo discorso.
Henry è stato un uomo coraggioso, fino all’ultimo, e trovarlo nelle condizioni in cui ho avuto la sfortuna di trovarlo –IO, solo IO- è stato un colpo orribile per noi tutti.
Sappi che lui per me era il più caro degli amici, un genio senza precedenti, che non lo scorderò mai, e nemmeno dimenticherò quello che ha fatto per me: mi ha salvato la vita.
So che queste mie parole ti rattristeranno, tuttavia sentivo il bisogno di esprimertele, insieme alle mie più sentite condoglianze, che ancora non ho avuto l’onore di farti.
Quella COSA, qualunque scherzo della natura sia, DEVE essere eliminata, e io qui ti giuro che farò il possibile per stanarla. Pagherà per la morte di Henry e per il male –fisico e morale- che ti ha causato.
Domani, e questo l’ho già accennato ad Alex, ma te lo ripeto come presa d’impegno nei tuoi confronti, andrò nel suo nascondiglio, perché l’ho TROVATO, George, e gli renderò il dolore che ci ha arrecato.
Non fallirò, stanne sicuro.
Con questo giuramento termino questa mia breve lettera per te: il sole sta finalmente per sorgere, e viene per me il momento di mettermi in marcia…O meglio, in CACCIA.
Abbi cura della tua salute, mi raccomando, io ed Alex abbiamo entrambi bisogno che tu sia in forze, giusto in caso ci capiti qualcosa.
Di’ al nostro comune amico di non stare in pensiero per me, e che non posso attendere oltre la sua partenza per portare a termine la missione: il diavolo deve essere sradicato subito dal suo giardino, o continuerà a mietere vittime come ha già compiuto sinora.
Addio, George.
Prega per me, tu che hai la fede.
Il tuo devotissimo
David

Parigi, 17 ( 18?resto della calligrafia della data illeggibile)
Alex.
Sono trascorsi due giorni dall’ultima lettera che ti ho spedito, e ho qui la tua e di George con i vostri totali dissensi per il mio folle atto.
Folle davvero.
Non ho avuto la forza di alzare la penna per scriverti prima, e non so nemmeno come esprimere ciò che ho visto adesso.
Prima di tutto, credo che sia necessario anticipare alcune cose:
sono rinchiuso nella mia stanza d’albergo, sempre in cima al tetto, nonostante le promesse della ragazza francese alla reception, con l’intero materasso del letto spinto contro la porta finestra, oltre al solito comò, ovviamente.
Dire che ho paura è dire nulla, e dire che sto impazzendo è una cosa irrisoria.
Non hai idea di quello che ho visto, ad ogni modo cercherò di spiegartelo, ma solo dopo averti confessato una cosa.     [ avanti » ]

di Elly