[ avanti » ]    

Sorge l'alba
Giunse un'alba livida su quel paesaggio, bagnata da pioggia mista a neve, freddissima, sapeva di non avere scampo, era solo questione di tempo una silenziosa e lugubre parata si muoveva nel cortile del castello, erano tutti quelli della troupe, il regista, la prima attrice, i caratteristi, attrezzisti ed elettricisti, il fotografo di scena, che si muovevano come attratti da qualcosa verso un'unica direzione, il cimitero. Tutti mostravano ferite orrende, gole squarciate, arti mancanti, gli vennero in mente i fuggitivi della sera precedente e si stava chiedendo se almeno loro gliel'avessero fatta, fu subito smentito dai fatti, salivano dalla strada, il guardiano e sua moglie, portavano sotto di un braccio la loro testa, "La ragazza?", si chiese, li seguiva, indossava ancora il suo vestito candido che mostrava una chiazza rossa di sangue all'altezza del suo pube, aveva i capelli in disordine, la gola era stata squarciata, l'aveva visto, n'era sicuro, aveva girato la testa verso la finestra, intorno a lei volteggiava un pipistrello che di lì a poco impennò il suo volo e sparò dentro la vecchia torre. "Per l'eternità.", rifletteva su quelle parole che aveva ascoltato la sera prima, dire dal misterioso invitato, si disse che non aveva tempo da perdere, aprì la porta, diede un'ultima occhiata dalla finestra, i vampiri scoperchiavano le tombe, giravano pesantissime pietre tombali e si lasciavano cadere nelle fosse, rimettendo a posto, una volta dentro, la pesante pietra che doveva proteggerli dalla luce del giorno, corse al deposito degli attrezzi di scena, il paletto di frassino, ce n'era uno tra gli attrezzi, voluto espressamente dal regista, lo prese e cominci a salire verso la vecchia torre. Sentiva la porta battere, di sopra, segno che i due operai, la sera precedente, avevano dimenticato di chiuderla, era arrivato, in terra notò una polvere finissima insieme a brandelli di quello che era stato un pipistrello, il corto circuito della sera prima, entrò nella cripta, una delle due tombe aveva la pietra sollevata, un'altra era stata accuratamente richiusa, la spalancò, il vampiro era l, mise il paletto in direzione del suo cuore poi alzò il martello e menò un colpo.
Il paletto era entrato nel cuore, seguì un urlo agghiacciante, che risuonò portato dall'eco per tutta la piccola valle, del vampiro era rimasta soltanto una grigia polvere, la ragazzetta l'aveva raggiunto, era giunto il suo momento, pot vedere ancora quello che era stato un leggiadro visetto trasformato da un'innaturale smorfia di dolore, i lisci capelli appiccicati al sangue della ferita sul collo, si adagi nella tomba, lei gli fu subito sopra, la sentiva agitarsi su di lui fino a quando non trovò la sua vena giugulare nella quale sentì affondarsi i suoi dentini, vide la sua bocca levarsi per un istante dalla presa, la vide pulirsi la stessa, con il dorso della mano, voleva fosse il vecchio attore a girare la pietra su di loro, e così fu, ancora affondò i denti nella sua carne mentre a lui tornavano in mente quelle parole:
"Per l'eternità".

di Yoth