[ avanti » ]     La porta si era aperta e subito richiusa, poi il rumore di quella che era sembrata una breve colluttazione, seguito da un forte sospiro languidissimo e, preceduto da un breve grido soffocato, il tonfo di un corpo che cade in terra.

Sabba, con vampiri.
La vecchia fortezza dominava una piccola valle, dai contrafforti di un'impervia montagna coperta di boschi. Una sola strada vi giungeva, serpeggiava lungo l'aspro costone fino a giungere fin lassù, per chilometri e chilometri intorno non c'era niente, solo boschi e montagne, il cielo si era coperto, leggeri fiocchi di neve avevano cominciato a volteggiare nell'aria. Scendendo le scale, anche quelle, illuminate dalle luci di scena, notò scintille che fuoriuscivano dal generatore nel cortile, una piccola cascata luminosa che lanciava bagliori nell'oscurit.
Giunto nel salone, intorno al lungo tavolo di legno, antichissimo, era seduta pi o meno tutta la troupe, su di un altro tavolo era disposto un buffet, dal quale tutti si servivano, c'era animazione, allegria, l'attenzione era calamitata da una strana figura che si sarebbe detta provenire da un altro tempo tanto era antiquato il suo abbigliamento, gli fu detto che era il direttore dell'albergo-fortezza, stava raccontando la storia del luogo attraverso i secoli.
"Le chiese furono circondate da forti mura e da fosse con acqua. All'ingresso si trovava una torre d'osservazione dove una persona era di guardia sempre pronta ad annunciare qualsiasi pericolo.".
"La torre di guardia.", pensò il vecchio attore, e l si trovava una sentinella, "dove erano saliti i due operai, prima di cena.".
"Prenda un bicchiere di questo vino, l'ha portato quel signore ed veramente delizioso.", disse rivolto a lui uno della troupe, le labbra imbrattate da quel liquido rosso che tutto sembrava fuorchè vino, quello che lo colpì per fu l'assoluta assenza che notò nel suo sguardo, rifiutò alzandosi dal suo posto. Non aveva voglia di restare l, voleva tornare nella sua stanza, c'era qualcosa di strano, era evidente, la direttrice di produzione per esempio, era una donna troppo seria per abbandonarsi cos e farsi frugare sotto i vestiti da quei due attrezzisti, senza alcun ritegno, si alzarono tutti e tre barcollando e presero le scale che portavano al piano superiore. Sentiva una specie d'atmosfera di disfacimento, ecco tutto si stava smontando sotto i suoi occhi, il regista seduto al basso tavolino presso il camino aveva un'espressione assente, il suo sguardo sbarrato fissava il vuoto, sentiva una tensione nell'aria che doveva per forza sfociare in qualcosa di terribile. Alle finestre del salone erano fissati pesanti tendaggi che non lasciavano intravedere quello che accadeva fuori, mentre solitamente erano aperti, "la bellezza di questi posti e la loro atmosfera sono un'emozione che dura per l'eternità.", terminava lo strano figuro, alzando il bicchiere ed invitando tutti ad un brindisi. N'aveva avuto abbastanza, anche il generatore fuori, che con una specie di sparo, al quale seguì una densa colonna di fumo biancastro, smise di funzionare, furono accese delle candele ma in quel breve intervallo d'oscurità avrebbe giurato di sentire un furioso battere di mascelle che si chiudevano sulla carne, al quale si mischiavano sospiri profondi e languidi, grida soffocate d'aiuto spente in pochi istanti. Impugnò un candeliere e si avviò verso la sua stanza, saliva lentamente perchè sentiva che dietro ogni angolo, ogni buio anfratto si svolgeva una lotta furiosa, una delle porte era socchiusa e pot vedere quello che stava accadendo, la direttrice di produzione lo stava guardando, ma il suo sguardo era fissato per sempre nell'orrore, era in terra al suo collo era attaccato uno dei due uomini con cui si era accompagnata e la stava sbranando, un altro affondava il viso nel suo ventre squarciato dal quale strappava brandelli di budella, la sua camicia da notte era imbrattata di sangue, e quel rumore, quel tremendo rumore di mascelle. Si chiuse nella sua stanza che aveva una robusta porta con un paletto e stette in ascolto per tutta la notte di passi strascicati che andavano lungo il corridoio, urla di terrore a cui seguiva il solito terrificante sbranamento, colpi ripetuti centinaia di volte contro la sua porta che per non cedette.     [ avanti » ]

di Yoth