Once upon a time.

[ Torna a pagina: 2 » ]     Ogni notte era nostra, andavamo a caccia con l'odore del sangue che ci mandava in visibilio. Ma tu avevi pietà per gli uomini, non li uccidevi mai. "In fondo anche noi siamo stati umani, e bisogna avere rispetto di ciò. Gli uomini non sono solo cibo, dobbiamo riuscire a coesistere con loro, poiché è possibile farlo". Già, sei sempre stata al di sopra di me. Io non mi controllavo, non volevo, non potevo, non lo so; e da allora, per quell'aspetto, iniziammo a separarci. Non perchè lo volessi tu, né io, ma solo per il mio egoismo. Le mie battute di caccia duravano sempre più, giorni, a volte anche mesi. Molte volte ti ho tradito con altre donne, solo per una notte, solo per placare il fuoco che sentivo dentro. Tu te ne accorgevi sempre, sentivi l'odore di una pelle diversa dalla tua sul mio corpo freddo. Ti sentivo piangere, vedevo l'odio prendere il passo all'amore ogni giorno di più, ma non mi dicesti mai una sola parola. Poi, accadde. Lei era bella, bellissima. Capelli dorati e occhi di ghiaccio. Lilian. Mi invaghì di lei, ma non era amore, non voglio infangare un sentimento così puro che provai solo per te; era passione, era desiderio di possedere anima e corpo, l'intera vita di quella fanciulla, prosciugarla fino a che non me ne fossi saziato del tutto. Feci di lei un vampiro, la mia seconda e indegna sposa. Pian piano, senza che quasi me ne accorgessi (o forse non volevo semplicemente farlo), il tempo che passavo con lei si moltiplicava, in quella baracca in mezzo ai campi di orzo. E tu, restavi sola al castello, sola con la tua gelosia, il tuo dolore, la tua vergogna e disillusione. Sola, a meditare vendetta. Una sera tornai al castello, e ti trovai con indosso il vestito nero che ti avevo regalato, seduta sull'orlo della mia bara mentre suonavi il violino, quella melodia che tanto amavo e che suonavi per me, con un sorriso malizioso che lasciava spuntare quei denti bianchi e affilatissimi, e uno sguardo maligno che non prometteva nulla di buono. "Mio sposo, sei tornato finalmente. Sei sazio a sufficienza?". Mentre parlavi non cessavi di suonare il violino e di guardarmi con quei tuoi occhi gialli come il fuoco. "Si. Ma sono molto stanco, e vorrei riposare." "Immagino. Deve essere stata una notte di fuoco la tua no?". Un brivido freddo mi percorse la schiena e un timore occulto si impadronì di me. Lilian. Non riuscivo a mettermi in contatto con lei, le era accaduto qualcosa. "Bè si. E' stata una proficua notte di caccia. Ma a cosa devo tutto questo?" "Tutto questo cosa, amore mio?" "Bè, tu con indosso l'abito delle nostre nozze, il violino, le candele...è una qualche ricorrenza in particolare?" "Oh no no tesoro mio. E' solo che ti ho visto così distante ultimamente e...bè, ho una sorpresa per te, un regalo." "Un regalo?" "Già. Seguimi.". Posò il violino e mi prese per mano, conducendomi in una stanzetta attigua. Prima di aprire la porta mi bendò gli occhi. La lasciai fare, ero così terrorizzato e stupito da non riuscire quasi a muovermi. Sentì il cigolare dei cardini della porta, e la sua mano gentile nella mia che mi portava al centro della stanza. Sentivo delle gocce che cadevano insistentemente, il pavimento era umido. "E ora, amore mio, guarda cosa ho fatto per te". Mi tolse la benda e guardai. Rimasi immobile, con gli occhi sbarrati. Claire, mio angelo, ancora non riesco a credere che tu abbia potuto fare una cosa del genere.
Davanti a me c'era Lilian. O quel che ne restava.
La testa decapitata con una smorfia di indicibile terrore, braccia e gambe sbranate e appese al muro. Ecco cosa erano quelle gocce che sentivo cadere. Claire mi guardava con un aria soddisfatta e un sorriso sarcastico, aspettando una mia reazione.
"...Cl.. Claire...io..." all'improvviso mi prese per il collo e mi sbattè contro il muro, i nostro volti a due centimetri di distanza, i suoi occhi ormai color sole dall'odio, i denti allungati, trasformata come se fosse sul punto di uccidere la sua preda. "Tu cosa Matthew? TU COSA?" "Lasciami andare, ti prego." Mi lasciò e caddi per terra. La guardai: era ritornata la mia Claire. "Matthew...come hai potuto fare una cosa del genere? Come hai potuto pensare che sarebbe rimasta impunita? Come hai potuto fare questo a me??" "Tesoro ascolta" "Non toccarmi!". Era in lacrime. Dio, quanto avrei preferito essere al posto di Lilian in quel momento, piuttosto che vedere la donna che amavo col cuore in frantumi, a causa della mia idiozia. Non riuscì a trattenermi e piansi a mia volta. "Claire. Io non lo so." Fu l'unica risposta che seppi dare alle sue domande. Voltai le spalle e me ne andai, vigliacco fino alla fine. Milioni di errori, ma questo il peggiore di tutti. Come ho potuto lasciarla sola?!
Al mio ritorno Claire non era al castello. Non era da nessuna parte. Tentai di mettermi in contatto con lei ma non ci riuscì, come se lo rifiutasse lei. Disperato attesi attesi attesi attesi attesi invano per molte notti. Ma lei non ritornò. E adesso sono qui, mentre improvvisamente sento il peso dei secoli addosso a me, solo a pagare il mio peccato. Claire, anima mia, angelo mio, vita mia, sposa mia, tesoro mio, dove sei adesso senza di me? Cosa ti è accaduto? Inutile chiederlo. Non tornerai, già lo so. E già il Sole schiarisce l'orizzonte. Addio, amore mio.

di Susanna Sicali