[ « indietro ]     Sbuffò un momento e gettò indietro i capelli, tirandosi gli occhiali da sole sul naso, il passo più spedito e spavaldo del solito, finalmente libera dall'aria circospetta che si portava sempre dietro.
Taco le gettò un'altra occhiata, spense il mozzicone nel portacenere, bevve un sorso di birra, si passo una mano tra i capelli corti e fece un sorriso tirato.
- Allora, Carlo?
Un'ultima occhiata studiata all'orologio e Nadia scosse appena il capo facendo svolazzare un poco il caschetto di capelli neri, spandendo in torno un buon odore di balsamo e shampoo alla mela verde. - Mi aveva detto di aspettarlo una decina di minuti, altrimenti avremmo concluso noi due. E' passato un quarto d'ora ormai!
- Sei furba Nadia, ma con me non attacca. Non menarmela tanto, sai?
Lei rise compiaciuta. - Non mi è mai piaciuto trattare con gente stupida!- commentò allora.
Quello che le stava davanti, Taco, lei lo conosceva di fama e per averci scambiato due o tre parole miserine occasionalmente quando era stata in quel posto per nulla piacevole con Carlo. Se non fosse stato un buco così malfamato e mal frequentato avrebbe faticato non poco a trovarlo nel dedalo di viuzze deserte.
Adesso c'era venuta per sua scelta, a cercare qualcosa di ben preciso che non era semplicemente il giovanotto che aveva davanti e che la squadrava senza troppi riguardi.
Carlo era ingenuo, sventato, e Nadia la pelle voleva venderla cara!
Taco non era uno stinco di santo e non era quel che si dice una persona per bene, ma lei non era venuta a cercare caramelle, lo sapevano tutti e due, solo Carlo era rimasto tranquillo, a casa, convinto che lei fosse in giro con le amiche, magari a fare un po' di shopping con gli ultimi spiccioli rimasti.
- Allora chiudiamo in fretta, sorella! Ricordati che io non ti conosco e non ti ho mai vista, ti procuro il ferro e poi non ognuno per la sua strada, se succede qualcosa...
Nadia annuì piano inumidendosi le labbra. - Non sono nata ieri, Taco, so come vanno gli affari, tranquillo.- puntò lo sguardo nei freddi occhi neri che aveva di fronte. - Sono io quella che cerca la sicurezza, altrimenti non sarei qui!
- Bene...mi sembri una personcina assennata.- si lasciò sfuggire una risatina. - Anche se Carlo dovrebbe forse tenerti d'occhio un po' di più...Posso?- domandò un attimo dopo allungando una mano verso il pacchetto di lei posato sul tavolo.
La ragazza si limitò ad annuire e gli porse d'accendere.
- Grazie...dunque, i soldi?
- Dammi un prezzo.
Taco si fece portare carta e penna dall'uomo al banco e scrisse le cifre con mano sicura e decisa. Lui non parlava mai di quattrini, scriveva le sue cifre sui foglietti, erano quelle le sole prove dei suoi affari. I biglietti che i suoi clienti si portavano dietro quando ritiravano la merce, e che poi lui aveva cura di far sparire.
Nadia prese il foglietto che lui le porgeva sul tavolo, lesse attenta e lo ripose in tasca, senza batter ciglio. Taco si trovò a considerare che era piacevole fare affari con lei, quasi come lo stare lì a guardarla nel suo vestitino leggero a fiorellini blu, immaginandosela e ridisegnandola a suo totale piacimento.
- Quando tu avrai i soldi in mano, io avrò quello che ti serve.
Lei si sfilò gli occhiali dalla testa, passò una mano tra i capelli e inforcò di nuovo gli occhiali a mo' di fermaglio. - Mi stai lasciando le redini del gioco...- pensò a voce alta. - Non so se questo giochi a tuo favore...io non credo che lo farei...Le donne sanno diventare soffocanti quando si dà loro il potere di decidere.
Taco rise divertito. - Già, Carlo dovrebbe proprio tenerti d'occhio ragazza...- la soppesò con lo sguardo, si rilassò contro lo schienale della scomoda seggiola di legno, aspirò il fumo dalla light e poi tornò vicino a lei poggiando i gomiti sul tavolino. - Potremmo metterci in affari, Nadia, mi piace il tuo modo di fare...e non è la tua sola qualità!
- Ho già il mio socio, Taco...e poi scelgo con cura i miei partner...per qualsiasi tipo di affari.- mise in borsa le sigarette e si alzò. - La prossima volta offro io, sempre che l'affare si riveli soddisfacente...Ci si vede, Taco.
Carlo era amichevole come sempre, offriva da bere disinvolto come se fosse lì al banco con i soliti amici, e invece stava trattando con il solito ricettatore, l'imbroglione di cui non poteva fare a meno per trasformare in grana la merce, quello che sapeva piazzare sempre ogni pezzo, anche se con i prezzi a volte lasciava decisamente a desiderare.     [ avanti » ]

di Nadja